LE ” CUPOLE”………………….
In ogni regione ed in ogni provincia operano le cosiddette “cupole”.
Esse rappresentano quell’ “area grigia” composta da vari soggetti – professionisti,esponenti politici,uomini infedeli delle Istituzioni,corrotti,legati alla massoneria deviata,imprenditori ecc. – che non si fanno scrupoli nel perseguire interessi illeciti e che costituiscono la parte sporca della società e di quello Stato che comunemente viene definita lo “stato-mafia”.
Questa é quella fazione che nell’ombra e senza alcun clamore opera per fare in modo che non si accendano i riflettori su talune situazioni,su taluni comportamenti di singoli e/o gruppi,che i riflettori,se accesi,si spengano,che si adottino decisioni,delibere e quant’altro va a vantaggio della mafia e della criminalità in genere,che ,attraverso un’informazione manipolata e falsata,si creino le condizioni migliori per portare avanti i propri disegni perversi.
Non é raro- anzi – ,considerato l’altissimo livello di corruzione e di malcostume esistente in Italia,trovare in tali “cupole” parlamentari ,sindaci,consiglieri provinciali e regionali di ogni formazione politica ,legati da una trasversalità affaristica ed altri uomini delle istituzioni che occupano posti importanti e che sono,pertanto,in grado di condizionare ogni settore della pubblica amministrazione,nessuno escluso.
La mafia “alta”,insomma,quella che comanda ,la più pericolosa.
Più pericolosa di quella “bassa” che i più sprovveduti e disattenti di noi sono si limitano a guardare ,quasi fosse,questa, l’unica mafia da tenere sott’occhio e combattere.
La prima regola di qualsiasi soggetto o associazione che vogliano seriamente e concretamente combattere la mafia deve essere quella di saper individuare e disegnare la mappa della “cupola” che controlla il territorio,la provincia nella quale si sta . perché solo attraverso questa operazione si potrà essere in grado di “capire” i rapporti,le relazione,gli interessi,le cointeressenze affaristiche che legano gli uni agli altri ,la persona all’altra,le varie ragnatele.
Un esercito che non sia in possesso di un piano di attacco e di una mappa dettagliata e continuamente aggiornata su “chi” e “dove” sta il nemico da combattere ,è un esercito destinato alla sconfitta ed alla sua eliminazione.
Questo ,ovviamente,vale per chi – purtroppo pochi,pochissimi – intende la lotta alla mafia come un impegno sul campo,un’azione corpo a corpo,perché ,se,invece,la si intende come un esercizio retorico,fatto di slogan e di parole vuote,dietro una tastiera del computer e senza un’indagine ,una denuncia con tanto di nomi e cognomi ed un sostegno concreto alla magistratura inquirente,allora il discorso cambia perché non conviene proprio perdere tempo.
Quel tipo di “antimafia ” non serve nemmeno a fare il solletico alla mafia.