LE “LISTE CIVICHE ” : VUOTI A PERDERE……………….
E LA MAFIA BRINDA E RINGRAZIA !!!!…………
L’acume e la lungimiranza sono virtù che non appartengono al patrimonio culturale del popolo italiota in generale e ,soprattutto ,di quello del centrosud.
Roba da soffitta.
Schiacciati da secoli di sudditanza a monarchi,generali ,blasonati,massoni .don e mafiosi,gli italioti non hanno saputo reagire ed oggi non mostrano la benchè minima capacità di discernere il grano dal loglio ed a guardare oltre il proprio uscio. L’arretratezza culturale ,preludio di quella anche mentale,é la carta privilegiata con la quale hanno sempre giocato le classi dominanti,le elité di Gaetano Mosca e Vilfredo Pareto, del nostro Paese e,soprattutto,del suo meridione.
Non a caso quasi tutti i grandi nomi delle ere buie del doroteismo, dal dopoguerra in poi. appartengono a questa parte del Paese.
Mandando in soffitta le grandi culture dei Tommaso Campanella e dei Benedetto Croce,dei Guido Dorso,dei Gaetano Salvemini e degli Antonio Gramsci.
Un salto all’indietro che ha fatto precipitare l’intero Paese nel girone dantesco dell’inferno.
Il trionfo delle mafie e delle consorterie massoniche.
E’ questo il brodo di coltura nel e con il quale sono andati a solidificarsi il pensare e l’agire degli italioti,della parte “bassa” del Paese,del centrosud in particolare,dalla Toscana in giù:
“Io penso e tu esegui”.
“Io comando e tu obbedisci”.
Ed a pensare e comandare sono sempre loro,di padre in figlio,di generazione in generazione.
La cultura monarchica del Potere che sopravvive e che trae origine dalle monarchie trascorse e che qualcuno vuole perpetuare e rendere eterne.
Con metodi sconci e perfidi.
Col sovvertimento dei valori positivi delle grandi culture e con la loro trasformazione in quella del “don” e dell’asservimento.
Della subordinazione e della sudditanza.
Del “doroteismo”,del clientelismo,del signor sì.
Della mafia,appunto.
Divide et impera.
Fraziono e comando.
Come interpretare diversamente il tentativo di taluni che,all’ombra di interessi personali,materiali o non,si adoperano ,attraverso le cosiddette “liste civiche”, per perpetuare il loro status symbol . per servirsene,poi, ad usum delphini,fregandosene del bene collettivo?
Eh,sì,perchè,ammesso che vengano eletti,quale beneficio essi sarebbero in grado di apportare ai territori ed alle popolazioni che li hanno votati se non hanno alle spalle consiglieri regionali,parlamentari nazionali,parlamentari europei che si rendano portavoce e sostenitori delle loro proposte e delle istanze della collettività che rappresentano?
Non solo !
Ma quali garanzie hanno i cittadini che nelle loro liste,quelle “civiche” appunto,non si infiltrino e si facciano eleggere persone di dubbia moralità e camorristi e mafiosi ?
Oggi la mafia sta conducendo l’attacco finale allo Stato di diritto e sta facendo del tutto,quasi riuscendoci,di trasformarlo in stato-mafia.
Essa sta nei partiti ,ma si é accorta che in questi é più visibile e,quindi,più esposta ed individuabile.
Nelle “liste civiche” essa,la mafia, é meno visibile perché su di esse,sia nella fase della loro formazione che in quelle successive,nessuno ,dal di fuori ,in genere, accende i riflettori,considerata soprattutto la loro breve vita dovuta alla corsa ,da parte della maggior parte di coloro che saranno eletti,verso i gruppi consiliari dei partiti.
Un modo,come un altro,di entrare nell’abitazione non dall’ingresso principale ma dalla finestra.
Una presa per il culo di chi li vota.
Vuoti a perdere,quindi,ed anche pericolosi.
E la mafia brinda e ringrazia !