Ventotene:Si sono mangiati tutto, e a quanto pare non hanno problemi di digestione.
Dopo la assoluta devastazione che ha ridotto in appena dieci anni Ventotene in un grande e maleodorante cantiere abusivo; dove, nonostante la presenza di un’intera brigata di Guardia di Finanza e di una compagnia di Carabinieri la legalità non esiste; dove le fogne, la rete idrica, quella elettrica, quella stradale e persino il locale museo archeologico e quello recentissimo della migrazione degli uccelli non sono a norma; dove non esiste raccolta differenziata dei rifiuti; dove c’è una discarica di diossina mai bonificata; dove il carcere monumentale di S. Stefano, che ospitò Pertini e tutti i padri costituenti crolla ed è inagibile; dove l’amministrazione pubblica stipendia due vigili urbani (l’intera isola è 1,5 kmq) e continua a spendere milioni di euro in opere faraoniche tanto inutili quanto oramai fatiscenti; e dove nel 2010 due ragazzine romane sono morte sotto un masso caduto in una zona che doveva essere interdetta… ecco l’ultima chicca.
L’ennesimo schiaffo in faccia alla decenza è la nomina del nuovo direttore dell’area marina protetta: Antonio Romano.
Antonio, Tonino per gli amici del Bar Verde che frequenta assiduamente, è subentrato al vecchio direttore Francesco Perretta: ex dirigente di USL, ex amico del sindaco Assenso, destituito qualche mese fa per sopraggiunti limiti di età (in realtà perché inviso al potente segretario comunale Giuseppe Di Cicco), che in 5 anni non solo non ha mai fatto nulla, ma non si è mai neppure visto sull’isola, se non eccezionalmente, tanto da meritarsi il nomignolo di ‘direttore fantasma’.
Per carità Tonino almeno è laureato in biologia marina, conosce il mare e le acque dell’isola, ha lavorato per anni negli uffici della riserva. La sua nomina tuttavia, voluta fortemente dal sindaco Geppino Assenso e benedetta ufficialmente da Renato Grimaldi, direttorissimo del Ministero dell’Ambiente, presenta un gigantesco problema di opportunità che prescinde dalla persona.
Tonino è infatti figlio di Silverio, consigliere comunale di maggioranza del sindaco. Ma è anche nipote di Rosario, il ragioniere del Comune più ricco e piccolo d’Italia, e di suo fratello Pasqualino, responsabile dell’ufficio tecnico comunale indagato per appalti nei rifiuti insieme all’ex sindaco dell’isola Vito Biondo e ora in attesa di giudizio per la frana del 2010 insieme al sindaco Assenso.
Non basta? Allora sappiate anche che Angelo Romano, fratello di Pasqualino e Rosario e altro zio di Tonino, è un geometra che espleta a Ventotene pratiche edilizie, catastali, ecc. per i privati, pratiche che poi devono, necessariamente, passare al vaglio dell’ufficio tecnico comunale, diretto dal fratello.
E infine c’è Antonietta, cugina di Tonino, figlia di Rosario e nipote di Pasquale, Angelo e Silverio, insegnante che spesso e volentieri si aggiudica ricchi contratti del Comune per consulenze su progetti di educazione scolastica.
Non ce ne voglia dunque il buon Tonino, sicuramente ottima persona che non ha, evidentemente, alcuna colpa, ma la decenza ha dei limiti, sebben questi, a Ventotene, sono stati superati da un pezzo.
Dopo la assoluta devastazione che ha ridotto in appena dieci anni Ventotene in un grande e maleodorante cantiere abusivo; dove, nonostante la presenza di un’intera brigata di Guardia di Finanza e di una compagnia di Carabinieri la legalità non esiste; dove le fogne, la rete idrica, quella elettrica, quella stradale e persino il locale museo archeologico e quello recentissimo della migrazione degli uccelli non sono a norma; dove non esiste raccolta differenziata dei rifiuti; dove c’è una discarica di diossina mai bonificata; dove il carcere monumentale di S. Stefano, che ospitò Pertini e tutti i padri costituenti crolla ed è inagibile; dove l’amministrazione pubblica stipendia due vigili urbani (l’intera isola è 1,5 kmq) e continua a spendere milioni di euro in opere faraoniche tanto inutili quanto oramai fatiscenti; e dove nel 2010 due ragazzine romane sono morte sotto un masso caduto in una zona che doveva essere interdetta… ecco l’ultima chicca.
L’ennesimo schiaffo in faccia alla decenza è la nomina del nuovo direttore dell’area marina protetta: Antonio Romano.
Antonio, Tonino per gli amici del Bar Verde che frequenta assiduamente, è subentrato al vecchio direttore Francesco Perretta: ex dirigente di USL, ex amico del sindaco Assenso, destituito qualche mese fa per sopraggiunti limiti di età (in realtà perché inviso al potente segretario comunale Giuseppe Di Cicco), che in 5 anni non solo non ha mai fatto nulla, ma non si è mai neppure visto sull’isola, se non eccezionalmente, tanto da meritarsi il nomignolo di ‘direttore fantasma’.
Per carità Tonino almeno è laureato in biologia marina, conosce il mare e le acque dell’isola, ha lavorato per anni negli uffici della riserva. La sua nomina tuttavia, voluta fortemente dal sindaco Geppino Assenso e benedetta ufficialmente da Renato Grimaldi, direttorissimo del Ministero dell’Ambiente, presenta un gigantesco problema di opportunità che prescinde dalla persona.
Tonino è infatti figlio di Silverio, consigliere comunale di maggioranza del sindaco. Ma è anche nipote di Rosario, il ragioniere del Comune più ricco e piccolo d’Italia, e di suo fratello Pasqualino, responsabile dell’ufficio tecnico comunale indagato per appalti nei rifiuti insieme all’ex sindaco dell’isola Vito Biondo e ora in attesa di giudizio per la frana del 2010 insieme al sindaco Assenso.
Non basta? Allora sappiate anche che Angelo Romano, fratello di Pasqualino e Rosario e altro zio di Tonino, è un geometra che espleta a Ventotene pratiche edilizie, catastali, ecc. per i privati, pratiche che poi devono, necessariamente, passare al vaglio dell’ufficio tecnico comunale, diretto dal fratello.
E infine c’è Antonietta, cugina di Tonino, figlia di Rosario e nipote di Pasquale, Angelo e Silverio, insegnante che spesso e volentieri si aggiudica ricchi contratti del Comune per consulenze su progetti di educazione scolastica.
Non ce ne voglia dunque il buon Tonino, sicuramente ottima persona che non ha, evidentemente, alcuna colpa, ma la decenza ha dei limiti, sebben questi, a Ventotene, sono stati superati da un pezzo.