Le pressioni di Dino Miucci e Raffaele Palena per ottenere appalti e contratti a Monte Sant’Angelo. E spunta un’azienda della cugina del patriarca Ciccillo Li Bergolis
Di Francesco Pesante 30 Ottobre 2024
Itentacoli del clan Li Bergolis-Miucci sul depuratore di Monte Sant’Angelo, sui rifiuti e persino su una palestra comunale? Da una lunga informativa dell’inchiesta “Mari e Monti”, 39 arresti, emergono nuovi particolari sull’attività estorsiva dell’organizzazione malavitosa guidata da Enzo Miucci detto “U’ Criatur”, 41enne nipote del defunto Ciccillo Li Bergolis detto “Ciccillo U’ Calcarulo”, patriarca del clan, ammazzato nel 2009.
Il depuratore
Nelle carte si parla della “Agriforest, società cooperativa agricola” che avrebbe giovato di contratti di fornitura grazie alle pressioni del 46enne Leonardo detto “Dino” Miucci, tuttora latitante e del 31enne Raffaele Palena detto “Strizzaridd”.
Stando all’informativa, Antonio Quitadamo detto “Pagghialong” (non indagato in “Mari e Monti”), “ufficialmente dipendente” della Agriforest, sarebbe stato, di fatto, titolare dell’azienda “di cui – si legge – rappresentante legale risulta essere la madre Anna Maria Li Bergolis (non indagata in “Mari e Monti”), cugina di secondo grado di Francesco Li Bergolis detto ‘Ciccillo U’ Calcarulo’”.
“La società – scrivono gli investigatori – si è occupata della fornitura delle piante e del terreno nell’ambito del contratto di appalto per i lavori al depuratore di Monte Sant’Angelo. Infatti, dagli accertamenti effettuati alle banche dati in uso agli organi di PG, si rileva che la Agriforest nei mesi di maggio e giugno 2021, ha emesso a favore della ‘Biosystem Company srl’ (ditta subappaltatrice dei lavori del depuratore) fatture per un importo totale di euro 7.780,00 e nei confronti della ‘Giovanni Putignano & Figli S.R.L.’ (ditta appaltatrice dei lavori del depuratore) fatture per un importo totale di euro 8.880,00. Si può affermare, dunque, che la Agriforest ha effettuato lavori al depuratore di Monte Sant’Angelo per un importo totale di 16.660,00 euro“.
A parere degli investigatori, “dall’attività d’intercettazione telefonica ed ambientale è emerso con evidenza che la presenza di Quitadamo, soggetto vicino al clan Li Bergolis, e della società Agriforest all’interno del cantiere dei lavori al depuratore di Monte Sant’Angelo sia stata imposta da Dino Miucci e da Raffaele Palena“.
In una conversazione, Palena avrebbe esternato le richieste estorsive di danaro ad un dipendente della società Biosystem. “Palena, infatti – si legge -, chiede garanzie che ‘Antonio’ (Quitadamo) possa iniziare presto a lavorare” e l’interlocutore “lo rassicura che il contratto è stato già predisposto: ‘La garanzia sono io! Ho un contratto in mano!’, sottolineando di essere riuscito a pattuire un corrispettivo di 7.000 euro e di non aver potuto fare di più: ‘Una ventina di giorni Raf… 20 massimo 25 giorni! Tu, se vieni in cantiere e vieni giù… che sta tolto tutto… non è stata messa nemmeno una pianta… dal conteggio che ha fatto lui sono seimila e otto, siamo lì! Può uscire settemila, settemila e due se aumentano un po’ di alberi… ma non di più Raf, non di più’”.
Dal lavoro di indagine spuntano anche i malumori di Palena dinanzi alla figura ingombrante di Dino Miucci, referente del clan sul territorio di Manfredonia ma in grado di incidere anche a Monte Sant’Angelo. “Palena – si legge nell’informativa – racconta di aver appreso da Angelo Totaro che Dino Miucci si è recato al bacino (espressione utilizzata in gergo dialettale per indicare il depuratore di Monte Sant’Angelo): ‘Stava nel portone Angiulino: <<E com’è che questo ti chiama in continuazione chi è?>> Ha detto: <<è Dino Miucci>>, <<Che va trovando?>> Ha detto: <<no è andato al bacino>> com’è? non ho capito? Questo come è arrivato al bacino?”. Secondo gli investigatori “è evidente che Palena in questa circostanza accetti mal volentieri la presenza ingombrante di Dino Miucci avendo preferito piuttosto poter beneficiare della totalità dei guadagni illeciti legati al cantiere in questione”.
Palestra e monnezza
E ancora: “Nel corso della conversazione, Palena indica a Orazio La Torre quali sono le ditte imposte da Dino Miucci, indicando ‘Antonio Pagghialong’, ‘Bardnett’ e la ditta ‘La Torre’ e specificando che quest’ultima sta già eseguendo il rifacimento della tettoia di una palestra comunale nella zona di ‘Galluccio’. Nella ditta La Torre, inoltre, sottolinea la presenza di ‘Lorenzo’, ossia Lorenzo Scarabino (tra gli arrestati in “Mari e Monti”, ndr) cognato di Enzo Miucci”.
Occhi puntati, infine, sullo “spazzamento”, il servizio di raccolta rifiuti nella città dell’Arcangelo. In un dialogo tra Palena e La Torre, il primo “continua a far riferimento – si legge nella informativa – ad altre attività estorsive, menzionando stavolta tale ‘Pio’ che associa alla ditta che si occupa dello ‘spazzamento’ ossia della raccolta dei rifiuti a Monte Sant’Angelo: ‘La 100 euro… e arriva a 450… che poi devo chiamare Pio, devo iniziare con Pio… a Pio in questo portone lo devo picchiare…’. Approfondimenti investigativi hanno permesso di appurare che la società che gestisce il servizio di raccolta rifiuti nel Comune di Monte Sant’Angelo è la Tecneco Servizi Generali Srl”.
Ma non è tutto: “Da accertamenti esperiti sulle banche dati informatizzate del Ministero dell’Interno è emerso che la società di raccolta dei rifiuti ha stipulato un contratto di locazione di immobile diverso da uso abitativo con Michele Pio Ciuffreda, che annovera a suo carico molteplici precedenti di Polizia per reati di truffa, falsità ideologica, appropriazione indebita, truffe assicurative. Inoltre è emerso che in data 26 febbraio 2008, nell’ambito di controlli del territorio, è stato controllato a Manfredonia, unitamente a Enzo Miucci e Nicola Pesante (anche quest’ultimo noto agli inquirenti)”.
Secondo quanto scritto sulla informativa “il dialogo intercettato fa ipotizzare che Palena abbia attivato pratiche estorsive anche nei confronti della Tecneco. ‘Si, però aspetta il 19, il 19 sta messa la crocetta… il 19 vedi… il 19 sta messo la crocetta…. per dire qualcosa mi deve dare 450 euro!’ e che si sia servito di Ciuffreda come intermediario e garante delle somme estorte alla società: ‘Poi ieri sera, visto che ci ha garantito Pio con quelli… dello spazzamento… che prende i soldi lui, via… vediamo adesso chi è che viene, vediamo se viene qualcuno! Che se viene a dire qualcosa nei confronti di Nicola, mi devo sficcare (togliere) il bracciale, il bracciale glielo devo far ingoiare… poi aspetta che non… Ora dobbiamo andare da lui, se non viene ora, deve venire dopo, dobbiamo far saltare le cose sue all’aria, così poi vediamo, questi che ci garantiscono, dicono ‘tu che devi pagare noi, vediamo quanto sono… quanto sono loro e quanto sono io… sai qual è il problema, che se tu viene la persona da te, viene la persona da te e tu a me non mi dici nulla… quelli, se stai da solo tu fuori, se tu stai da solo fuori, io ti chiamo e dico a quello… digli così…di… ‘voi dovete mangiare… e noi pure’… che quelli non dicono nulla’”.