Una dettagliata interrogazione presentata alla Camera dagli
onn.Luca Frusone e Carlo Sibilia,del M5S,su fatti e
soggetti che hanno interessato ed interessano,,al contempo,i
Comuni di Gaeta e di Fondi, che riaccende i riflettori sulla
pericolosa situazione esistente nel sud pontino e,più in
generale,in tutto il Basso Lazio che comprende le province
di Latina e Frosinone.
In quest’ultima provincia stiamo cercando di potenziare le
strutture organizzative dell’Associazione Caponnetto in
modo da poter disporre quanto prima di un nucleo
iperattivo di ..”combattenti” capaci di irrobustire
quell’opera di monitoraggio e di denuncia tanto necessaria
in un territorio devastato da una presenza mafiosa
consistente e da una rete di intrecci occulti fra mafie-pezzi
di politica-massoneria singolare,se non addirittura unica.
In provincia di Latina possiamo dire di aver già svolto un
lungo e gravoso lavoro,del quale ovviamente abbiamo
informato ,com’é nostro dovere e costume ,chi dovevamo
informare, e dobbiamo solo aspettare che i cerchi si
stringano dopo che siano stati completati i necessari
approfondimenti che,comunque, sappiamo essere tutti o
quasi in corso.
Il problema é la individuazione di tutti motivi,i
“perché”,che hanno provocato in passato ritardi,se non
omissioni,che stanno alla base di situazioni incancrenite e
che,se fossero stati scoperti a tempo debito,non avrebbero
di certo portato alle situazioni attuali.
Ecco,da qualche tempo,il nostro impegno é quasi tutto su
questo versante per “capire” cos’é che non é andato e non va
negli apparati statali e cosa bisogna fare per evitare che
certe situazioni si ripetano.
Noi riteniamo che,risolti i problemi dell’apparato
giudiziario territoriale,permangono tutti interi o quasi quelli
dell’apparato investigativo.
Occorre un maggior numero di persone esperte in indagini
che riguardino le “nuove mafie”.
Le mafie si sono ammodernate,sono riuscite ad entrare
direttamente – o quanto meno ad acquisire la capacità di
condizionamento dall’esterno – nei gangli vitali
dell’economia e della vita pubblica,in silenzio e senza
sollevare clamore,mentre gli apparati dello stato sono
ancora ai vecchi rituali,alle metodologie che erano valide
venti anni fa ma non più oggi.
“Mafia Capitale” avrebbe dovuto far comprendere ai vertici
delle forze dell’ordine che la situazione é cambiata,che la
mafia oggi é altra cosa rispetto a quella del passato,che la
mafia é impresa,che la mafia sta nella politica e nelle stesse
istituzioni.
Qua si corre ancora dietro allo spacciatore,al rapinatore,al
delinquente comune,dimenticando che il mafioso ormai lo
abbiamo fra le nostre stesse mura,in casa,vestito con abiti
firmati,in possesso di titoli accademici di
primordine,comodamente seduto su scranni importanti.
Mancano le specializzazione,la cultura dell’antimafia
e,laddove queste ci stanno,sono al lumicino,assolutamente
insufficienti.
Inadeguate.
Lo stiamo gridando da anni.
Non si può continuare a gravare quasi per intero sulla
DIA,sul GICO,sullo SCO che arrivano da fuori e
che,quindi,non conoscono in maniera approfondita il
territorio,mentre le Questura ed i Comandi provinciali non
si attrezzano con uomini ,mezzi e strategie adeguati.
Non é possibile continuare così.
Se n’é andato anche il dirigente del Commissariato di
Cassino,che era un funzionario capace e formatosi nella
DIA ed ora tutto il Basso Lazio,zona di frontiera con la
Campania,vede la Polizia di Stato carente di personale
specializzato in materia di indagini economiche contro le
“nuove mafie”.
Il Capo della Polizia ed i Questori di Latina e Frosinone
hanno il dovere di affrontare e risolvere questo drammatico
problema in quanto non basta andare nelle scuole a parlare
di legalità e di altre cose del genere perché non é piu’ tempo
di parole ma di FATTI essendo i mafiosi ormai perfino
nell’androne di casa nostra pronti ad impossessarsene ed a
cacciarci come cani.
I vertici del Viminale non vogliono istituire una sezione
della Squadra mobile a Formia?
Bene,ma allora mandino almeno 4-5 ispettori e funzionari
che si intendano di lotta alle mafie.
Ecco,questo é uno dei problemi.
Il secondo riguarda la necessità di aumentare il numero
degli addetti alla CO della Guardia di Finanza di Formia.
Si tratta di un Gruppo Provinciale – e quindi di una sorta di
minicomando provinciale- la cui competenza si estende
anche in Campania -dopo che la DDA di Napoli spesso gli
delega delle indagini.
2-3 addetti non bastano e ce ne vogliono almeno 7-8
incaricati di fare solo il lavoro CO e non mille altre attività.
Le Procure territoriali si stanno attrezzando e sia a Latina
che a Cassino e Frosinone sono arrivati PM bravi ed
attivi,ci sono anche magistrati giudicanti altrettanto bravi ed
ora anche le forze dell’ordine debbono attrezzarsi.
Dei Prefetti parleremo in altra occasione,ma anche per
questi deve finire l’ora della disattenzione al fenomeno
mafioso e deve cominciare quella dell’obbligo della
“PREVENZIONE”.
Ma ci torneremo.
Ecco l’importanza dell’interrogazione di Frusone e Sibilia i
quali hanno messo lodevolmente il dito su una situazione
che registra molte carenze.
Gliene siamo grati in maniera particolare.