Finora in provincia di Latina, infestata sempre più dalle mafie, l’unica che ha svolto un’efficace azione di contrasto, seppur limitata alla parte alta del territorio, è stata la Squadra Mobile.
A parte i Corpi centrali, come la DIA in primis e, poi, anche il GICO.
Questi ultimi, ormai, nei distretti del Lazio in particolare, dal governo Berlusconi prima e, poi, anche da quello Monti che ha dato il colpo di grazia, sono ridotti al lumicino e ad una plateale impotenza.
Che vergogna!!!
Ora anche la Squadra Mobile sta per cessare la sua attività per quanto riguarda la lotta alle mafie.
Il suo Capo, il Dr. Tatarelli, è in partenza per il corso di primo dirigente, mentre l’unico Ispettore che si intendeva di indagini patrimoniali è stato spostato ad altro servizio interno alla Questura.
E’ così finita.
I Carabinieri si occupano di “ordine pubblico”, mentre la Guardia di Finanza, anche se con il nuovo Comandante provinciale mostra un netto miglioramento rispetto ad un passato di assoluta inerzia, non ha ancora raggiunto livelli di sufficiente efficacia.
Soprattutto in territori come quello di Fondi, dove non sarebbe successo quello che è successo se avessimo avuto in provincia di Latina forze dell’ordine e magistratura efficienti!
L’indirizzo, poi, dato alle Fiamme Gialle dal centro punta più alla lotta all’evasione rispetto a quella al riciclaggio di denaro sporco ed ai patrimoni mafiosi.
Non parliamo delle Procure territoriali e di quella romana perché se n’è occupata abbondantemente la “Repubblica” in due dettagliati servizi in cronaca di Roma del 27 e 28 luglio uu. ss.
Siamo alla frutta.
Senza che la classe politica, tutta intera, da destra a sinistra, al di là delle chiacchiere, mostri una benché minima preoccupazione per lo stato agonico della Giustizia in materia.
Altro che Tribunali e Procure… ”da salvare”.
Qua ci sarebbe da chiudere tutto!
Se non ci fossero la DDA di Napoli e qualche altra Procura di altre regioni ad intervenire per quello che possono, saremmo alla resa totale e definitiva di fronte ad un’invasione che ormai è quasi completa dell’intero Lazio.
L’esperienza allucinante da noi vissuta durante l’ultima riunione della cosiddetta Commissione di Sicurezza della Regione Lazio, riunione alla quale eravamo stati invitati per esporre le nostre idee e proposte sulla situazione criminale sul litorale romano dopo l’omicidio di Nettuno e le bombe ad Ostia, ci ha ulteriormente convinti dell’assoluta inutilità di tale Commissione e di altri organismi come la cosiddetta Consulta provinciale antimafia costituita dall’Amministrazione Provinciale di Roma alla vigilia quasi delle elezioni.
Siamo stati, durante la riunione alla Regione Lazio, se non minacciati, quanto meno offesi per aver… osato parlare delle vicende trascorse di Ardea, definita oggi da qualcuno della Commissione “ il fiore all’occhiello della legalità” (si vede proprio in questi giorni sulle cronache quanto questo “fiore” sia vivo e rigoglioso! ).
La nostra sensazione è che lo Stato, quello di diritto, abbia alzato bandiera bianca di fronte alle mafie nel Lazio!