.OGGI,MERCOLEDI’ 4 FEBBRAIO,E’ UNA
GIORNATA STORICA PER TUTTI COLORO
CHE,NON A CHIACCHIERE MA CON I
FATTI,HANNO DIMOSTRATO E VOGLIONO
DIMOSTRARE DI VOLER COMBATTERE
CONTRO LE MAFIE CHE STANNO
DEVASTANDO IL PAESE
Confluiscono ,oggi,a Roma un folto gruppo di
TESTIMONI DI GIUSTIZIA provenienti da tutta
Italia.
Una manifestazione,quella loro,pacifica e composta
com’é nel costume di tutti coloro che hanno messo a
rischio la vita loro e dei loro cari per schierarsi dalla
parte della Giustizia e dello Stato di diritto.
Una manifestazione per reclamare i loro diritti troppo
spesso dimenticati da una classe politica e burocratica
che ,in larga parte,non tiene conto della “specificità”
di questa categoria di uomini e donne,giovani e non
giovani,che hanno rinunciato a tutto.
Lo Stato,quello con la S maiuscola e tutti i cittadini
italiani onesti hanno il DOVERE di levarsi il cappello
di fronte a questa ottantina di persone che hanno dato
e continuano ogni giorno a dare un esempio di
coraggio e di attaccamento alle Istituzioni,quelle
Istituzioni che i nostri nonni e i genitori hanno
combattuto -pagando alcuni di essi tributi di sangue e
di sacrifici inenarrabili- per dare ad esse vita.
Purtroppo,però, sono pochi coloro che vogliono
ammetterlo e riconoscerlo e ciò é dovuto,a nostro
avviso,alla tiepidezza,se non all’avversità,con la quale
molti,dimentichi della storia,giudicano la
DEMOCRAZIA.
Ci sono molti in Italia che si sono arresi alla cultura
mafiosa,come ce ne sono ancor di più che pensano che
le mafie possono essere contrastate solo con la
retorica,le chiacchiere.
La “scomodità” dei Testimoni di Giustizia é dovuta al
fatto che la loro storia,tutto quello che hanno
fatto,passato e stanno passando,sta a dimostrare che
con le chiacchiere non si va da nessuna parte.
Anzi!
Con le chiacchiere si favoriscono le mafie e si diventa
tutti oggettivamente mafiosi.
I risultati parlano più di un qualsiasi sermone ,delle
tante dissertazioni,parate,interventi sui giornali,nelle
piazze ed in Parlamento.
Chiacchiere .
Solfa.
Gli italiani pensanti ed onesti ne hanno piene la
tasche.
Da pochi giorni fortunatamente abbiamo un Capo
dello Stato la cui storia familiare parla da sè.
Abbiamo un Capo dello Stato che é vittima della
mafia.
Gridiamolo forte perché questo fatto ci dà la prova
provata del baratro nel quale é precipitato il Paese a
causa dell’incoscienza di molti e della disonestà
morale ed intellettuale di tanti.
E gridiamo forte,con Lui,che la lotta alle mafie DEVE
ESSERE UNA PRIORITA’ in Italia.
Cosa che,purtroppo,finora non é stato.
Anzi,il contrario ,perché chi lotta contro le mafie,i
ladri,i corrotti,viene preso a calci nel sedere,
spesso,maltrattato,denunciato,emarginato.
Fortunatamente abbiamo una Magistratura che in gran
parte tutela le persone oneste.
La sola,con tutti i suoi difetti ed i suoi limiti dovuti
,oltre che alla mancanza di risorse,alle carenze di una
legislazione talvolta opaca fatta da un Parlamento del
quale fanno parte non pochi soggetti che hanno avuto
ed hanno conti con la Giustizia.
Ma,se é vero come é vero,che il Capo dello Stato l’ha
gridato forte ,quel “La lotta alle mafie é una
priorità”,bisogna dare concretezza ed un senso a quel
grido:
aiutando e rispettando per primi coloro che si sono
esposti e si espongono per combattere le mafie,in
prima linea,i TESTIMONI DI GIUSTIZIA.
Noi dell’Associazione Caponnetto,l’altra sera,al
Convegno nel Maschio Angioino a
Napoli,rinunciando alla targa che ci é stata consegnata
alla presenza di magistrati e del Sindaco della città
partenopea e “girandola” ad un Testimone di Giustizia
presente in sala,abbiamo inteso dare un senso all’atto.
Quella targa che ha voluto rappresentare per chi ce
l’ha intestata e data,più di noi,la meritano coloro che
hanno rischiato e rischiano di rimetterci la vita per
mandare in galera i mafiosi ed i loro
sodali,politici,uomini delle istituzioni e non.
Se oggi in Italia sono stati assestati colpi significativi
all’ala militare della mafie,lo si deve solamente a
questi uomini e donne coraggiosi ed onesti,i
Testimoni di Giustizia – e,consentitecelo senza che
nessuno finga di scandalizzarsi – ai Collaboratori di
Giustizia.
Categorie di persone che,fatte le dovute
diversificazioni,sono nate solo grazie all’intuizione di
Giovanni Falcone,un nome che molti pronunciano
senza nemmeno sapere cosa pensava , diceva e
voleva..
Francesco,Francesco Paolo,Rocco ,Luigi
,Carmelina,ancora
Luigi,Gennaro,Salvatore,Rosa,Maria e tanti altri per
noi sono nomi sacri e siamo disposti a farci
ammazzare per loro.
Non li abbiamo mai sentiti parlare dei loro interessi
individuali,delle loro situazioni personali,ma di quelli
di tutti gli altri Testimoni di Giustizia.
Stamane ci é arrivata una mail da una di loro che ci
chiedeva “come sta Francesco Dipalo?”,il Testimone
di Giustizia che si é dato fuoco davanti alla Prefettura
di Monza.
Si preoccupava di Francesco Dipalo quando sappiamo
che ella sta in condizioni pessime,ignorata e talvolta
maltrattata da uomini e donne delle Istituzioni e
costretta ad andare via dalla sua terra e lontana dai
suoi affetti.
Ecco,questi sono i Testimoni di Giustizia,uomini e
donne che per noi sono un esempio di
coraggio,altruismo,onestà ed amore verso la Giustizia
e lo Stato di diritto.
Noi ci inchiniamo davanti a loro,consapevoli della
nostra pochezza e delle nostre miserie.