Palermo, 18° anniversario della morte dell’imprenditore che si oppose al racket
ROMA (29 agosto) – Una cerimonia oggi a Palermo ha ricordato, in occasione del diciottesimo anniversario dalla morte, l’imprenditore, Liberto Grassi, che si era ribellato al racket delle estorsionie e aveva invitato pubblicamente i suoi colleghi a reagire, ucciso il 29 agosto del ’91 da cosa nostra. Lo stato è assente nella lotta contro la mafia è il duro attacco della vedova Grassi, Piana Maisano: «Se lo Stato sono la magistratura, la guardia di finanza, la polizia e i carabinieri che lottano la mafia allora è presente, ma non è così. Lo Stato, – ha detto durante la cerimonia – quello che partecipa alle celebrazioni, purtroppo non c’è, è lontano dalla gente». Presenti anche molti commerciati e imprenditori, quel mondo che nel ’91 aveva voltato le spalle all’imprenditore siciliano. Alla cerimonia anche il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso e Tano Grasso.
Il tabellone che ricorda «l’omertà di Confindustria». Nel tabellone affisso in via Alfieri, luogo della commemorazione di Grassi, campeggia ancora la storica scritta che ricorda come l’imprenditore fu ucciso, 18 anni fa, «grazie anche all’omertà di Confindustria». Il numero uno di allora degli industriali siciliani Salvatore Cozzo definì le denunce dell’imprenditore una «tammuriata» (esagerazione). «Questa frase oggi fa storcere il naso a qualche industriale – dice Alessandro Albanese, presidente del Consorzio Asi di Palermo e in prima linea nella lotta al racket del pizzo – Da confindustriale dico invece che è giusto che questa scritta rimanga, bisogna mantenere sempre viva la memoria e ricordare come si comportò l’associazione quando fu assassinato Libero Grassi».
«Oggi finalmente la coscienza civile degli imprenditori palermitani si è risvegliata, ci si è resi conto che la legalità è conveniente, dal punto di vista morale ed economico», dice Albanese. «La presenza alla cerimonia di numerosi imprenditori – conclude – dimostra che la svolta c’è stata ed è stata ben accompagnata dalle organizzazioni di categoria». Proprio nei giorni scorsi Confindustria Palermo ha espulso la prima azienda associata, l’Aedilia Venusta srl, perché «non in linea con il codice etico».
Procuratore nazionale antimafia: «Grassi è la bandiera alla lotto contro cosa nostra». «Non può che essere una bandiera per portare avanti la lotta alla mafia. Dobbiamo sempre più valorizzarne la memoria perché si tratta di una personalità che con la sua coraggiosa azione di opposizione netta, pubblica, tanto ha dato al contrasto della criminalità organizzata», ha detto il procuratore nazionale Antimafia, Pietro Grasso. «Siamo in un momento – ha aggiunto il procuratore – in cui non ci si deve assolutamente fermare. Anche se sono riprese azioni intimidatorie, la situazione merita un’attenzione particolare. L’azione antimafia deve partire da queste manifestazioni ed estendersi a tutta la società civile».
Schifani: «Esempio di civiltà e integrità». «Desidero ricordarne il sacrificio e rinnovarne la memoria». È quanto si legge in un messaggio che il presidente del Senato, Renato Schifani, ha inviato alla famiglia dell’imprenditore vittima di Cosa Nostra. «Libero Grassi – scrive il presidente Schifani – è stato un esempio per tutti di civiltà, rettitudine e integrità morale. Il suo grande coraggio, la sua sfida alla mafia hanno cambiato le coscienze di tanti, nella nostra città e nella Sicilia tutta».
(Tratto da Il Messaggero)