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Mafia Spa: l’industria del crimine è la quarta a livello nazionale, vale 2 punti di Pil

I dati della Cgia mettono in evidenza come il fatturato delle cosche competa con quello di colossi come Eni, Enel e Gse. Circa 150 mila le aziende colluse in Italia, mentre dilaga il fenomeno delle estorsioni. Si registra però anche un boom delle denunce. A sorpresa Palermo non è tra i territori più a rischio

Redazione

15 dicembre 2024 10:40

Il volume d’affari annuo delle mafie italiane si aggira attorno ai 40 miliardi di euro l’anno, una cifra mostruosa che vale praticamente due punti di Pil e che colloca il fatturato dell’industria del crimine al quarto posto a livello nazionale, dopo quello registrato dall’Eni (93,7 miliardi), dall’Enel (92,9) e da Gse, Gestore dei servizi energetici (55,1 miliardi). Ad affermarlo è l’ufficio studi della Cgia. Peraltro la stima sul giro d’affari delle organizzazioni criminali è certamente sottostimata perché ovviamente non è possibile misurare i proventi legati alle infiltrazione nell’economia legale. 

Circa 150 mila imprese nell’orbita delle mafie

In base ai dati dell’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia – struttura che, per legge, riceve ogni anno dagli intermediari finanziari centinaia di migliaia di segnalazioni di operazioni finanziarie sospette – è stato possibile mappare il numero delle imprese presenti in Italia che potenzialmente sono contigue a contesti mafiosi. La Uif ha incrociato anche gli scambi informativi acquisiti dalla Direzione nazionale antimafia e dalle Procure e, grazie a questa analisi, ha censito almeno 150 mila imprese che potrebbero essere potenzialmente controllate o collegate a vario titolo alle organizzazioni mafiose.

Palermo non è tra le realtà più a rischio

Analizzando poi la presenza territoriale delle aziende che sarebbero contigue ai boss viene fuori che sono presenti sopratttutto nelle grandi aree metropolitane: a Napoli, ad esempio, sarebbero quasi 18.500, a Roma poco più di 16.700 e a Milano sfiorano le 15.650 unità. In queste tre realtà è concentrato il 34% circa delle imprese a rischio in tutto il Paese. Seguono Caserta con 5.873 imprese, Brescia con 4.043, Palermo con 4.016, Salerno con 3.862, Bari con 3.358 e Catania con 3.291.

Imprenditori nel mirino

Gli ambiti criminali in cui le mafie fanno business sono numerosissimi, a cominciare dal traffico di droga e di armi. Ma gli interessi ruotano anche attorno allo smaltimento illegale dei rifiuti, agli appalti pubblici, alle scommesse clandestine, al gioco d’azzardo, all’usura, al contrabbando di sigarette e alla prostituzione. Naturalmente fiorente è anche il settore delle estorsioni, che colpiscono soprattutto gli imprenditori. Un altro dato significativo che nei territori dove il numero di denunce per estorsione – ma anche per reati ambientali, contraffazione, lavoro nero, caporalato, ecc. – è molto alto, la probabilità che vi sia una presenza radicata e diffusa di una o più organizzazioni mafiose è altrettanto elevata.

Boom di denunce per estorsione

In questi ultimi anni l’estorsione è uno dei pochi reati che ha registrato un forte aumento del numero delle denunce. Negli ultimi 10 anni, infatti, gli esposti sono aumentati di ben il 66,2%, mentre il numero complessivo di tutti i reati denunciati è invece sceso del 19%, passando da 2,89 milioni del 2013 a 2,34 milioni del 2023. E in particolar modo al Nord, come fa sapere la Dia e come già succede sempre più frequentemente in Sicilia, il fenomeno estorsivo si sta diffondendo senza ricorrere più a minacce esplicite e men che meno all’uso della violenza, ma cercando una specie di complicità con le vittime, imponendo, ad esempio, l’assunzione di personale o fornendo altre tipologie di servizi e forniture. Oppure, proponendo alle imprese soluzioni condivise con reciproci vantaggi, come l’attività di fatturazione per operazioni inesistenti, per cui le vittime devono corrispondere in contanti anche l’importo dell’Iva che poi deve essere versata all’Erario dal committente, consentendo così a quest’ultimo di onorare l’adempimento fiscale e al contempo di occultare la richiesta estorsiva di denaro.

Situazione critica al Nordest

Se le denuncie per estorsione sono aumentate, con una punta massima del +128,3% nel Nordest, in termini complessivi, è il Sud, con 3.877 esposti, l’area geografica che l’anno scorso ha registrato il più alto numero di denunce. Seguono il Nordovest con 2.945, il Centro con 2.573 e il Nordest con 2.043. Sempre nello stesso arco temporale, tra le province, invece, le variazioni di crescita più importanti riguardano in particolare Bolzano con il +362,5%, Belluno (+330%), Verbano-Cusio-Ossola (+311,1%), Benevento (+278,6%) e Ferrara (+257,1%). In valore assoluto, infine, la Città metropolitana di Roma è quella che nel 2023 ha registrato più denunce: 1.204. Seguono Napoli con 836, Milano con 769, Torino con 474 e Bologna con 296.

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fonte:https://www.palermotoday.it/economia/mafia-affari-economia-dati-cgia.html