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Mafie più «raffinate» ed «evolute». E per rigenerarsi pescano dall’emarginazione sociale

Nell’ultima relazione della Dia evidenziata la capacità della criminalità organizza di fare «attività di proselitismo e arruolamento». Occhi puntati sulla nuova economia e Pnrr

Pubblicato il: 27/11/2024 – 13:23

di Giorgio Curcio

LAMEZIA TERME Le organizzazioni mafiose «hanno da tempo trasformato i propri tratti distintivi adattando, ai mutamenti sociali, nuovi modus operandi criminali mediante competenze più raffinate, ma sempre finalizzate al controllo del territorio». Se da un lato i sodalizi hanno mostrato la tendenza a rinunciare, se non in casi strettamente necessari, all’utilizzo della forza di intimidazione intesa come manifestazione di violenza, «dall’altro si è assistito all’evoluzione della strategia mafiosa verso contesti economico-imprenditoriali, specie nei territori caratterizzati da un tessuto imprenditoriale fortemente sviluppato, avvalendosi sempre più spesso di compiacenti professionisti finanziari e tributari». È quanto si legge nell’ultima relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia relativa al periodo luglio-dicembre 2023.

Il controllo dei settori più redditizi

L’infiltrazione silente dell’economia da parte dei sodalizi «ha come scopo anche quello del controllo dei settori economici più redditizi» si legge ancora nella relazione, al fine di facilitare «le attività di riciclaggio dei capitali illeciti e al contempo aumentare, in un circolo vizioso, le possibilità di incrementare i profitti derivanti dai canali legali dei mercati». L’interesse delle mafie si rivolge principalmente all’aggiudicazione di appalti pubblici e privati, subappalti, forniture di beni e servizi vari, talvolta mediante l’avvicinamento di funzionari infedeli della Pubblica amministrazione sensibili alle proposte corruttive, soprattutto in un contesto di crescita economica. In questo senso, l’attività di analisi conferma che, sin da tempi risalenti, la criminalità organizzata individua nei flussi di denaro provenienti dai fondi pubblici «un’opportunità da cogliere a proprio vantaggio, con meccanismi di schermatura di soggetti terzi inseriti figurativamente nelle compagini societarie» si legge ancora, soprattutto nei settori economici «con lavorazioni a minore valore tecnologico, quali demolizioni, movimento terra, noleggio di singole attrezzature e di macchinari con operatore abilitato alla conduzione». In tale scenario, l’azione di prevenzione resta una fase cruciale da sviluppare con mirate e approfondite attività istruttorie nell’ambito dei Gruppi Interforze Antimafia.

Imprenditori e mafia sempre più vicini

Il semestre in esame, osserva la Dia, dà quindi conto dell’attivismo criminale nell’ambito dei mercati economici e finanziari da parte di gruppi impegnati ad affinare proprio i sistemi per eludere i controlli antimafia e le risultanze del matching dei dati. Il fenomeno, di fatto interessa non solo i territori di origine delle mafie, ma anche quelli al nord. «Qui alcuni sodalizi sarebbero riusciti ad imporre pretese estorsive agli imprenditori senza ricorrere a minacce esplicite», si legge, e men che meno «all’uso della violenza, ma suggerendo modalità innovative per giustificare il pagamento del pizzo».
Altre particolari richieste estorsive hanno riguardato, ad esempio,
 l’imposizione di pagamenti richiesti non a scadenza mensile, ma in un’unica soluzione nell’arco dell’anno. O, ancora, come già rilevato in passato, sono state avanzate pretese diverse dalle richieste di versamenti in denaro, ma consistenti in imposizioni di assunzione di personale ovvero con contratti di vigilanza, guardiania o di altri servizi. Suscitano quindi preoccupazione «questi segnali di cointeressenza, a volte anche di saldatura, fra criminalità organizzata e soggetti attivi in settori economici», si legge ancora nella relazione, in qualche caso con il coinvolgimento di imprenditori e professionisti, ma anche di funzionari pubblici, peraltro in costanza della realizzazione degli investimenti pubblici connessi al PNRR, oramai in fase di attuazione.

Sfruttamento dell’emarginazione sociale

Dalle risultanze del semestre, inoltre, emerge che, seppure decimati da reiterati e numerosi provvedimenti restrittivi, i sodalizi mafiosi riescono a rinsaldare la composizione interna e continuano a perseguire gli intenti delinquenziali grazie ad una continua «attività di proselitismo e arruolamento nelle proprie fila di nuova linfa criminale», spesso raccogliendo adesioni dalle sacche di emarginazione sociale grazie all’attrattiva esercitata con il miraggio di facili guadagni mentre un altro elemento di attrazione risiede nel «rapporto mutualistico offerto dalle consorterie con promesse di sostegno economico e legale in favore dei sodali arrestati, o detenuti, e delle loro famiglie», si legge ancora e ciò rappresenta una forte spinta motivazionale ad assecondare il patto criminale con la mafia da cui, però, non sarà più possibile recedere. (g.curcio@corrierecal.it)

fonte:https://www.corrieredellacalabria.it/2024/11/27/mafie-piu-raffinate-ed-evolute-e-per-rigenerarsi-pescano-dallemarginazione-sociale/