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Mancati progetti per la valorizzazione dei beni confiscati: l’allarme della Fillea Cgil siciliana

Alberto Castiglione 21 Ottobre 2023

La rigenerazione urbana e paesaggistica passa dalla valorizzazione dei beni confiscati a mafia, Camorra, ‘Ndrangheta. Il patrimonio costituito da ville, immobili e terreni sottratti alle mafie, secondo stime Eurispes, vale 32 miliardi di euro, pari all’1,8% del Pil nazionale. A oggi, in Italia, i beni confiscati sono oltre 23 mila, di cui 14 mila destinati agli enti locali e pronti per essere riutilizzati dalla cittadinanza (Fonte: Libera). C’è quindi molto da fare per restituire valore a questo patrimonio. Con la “revisione” del PNRR voluta dal Governo Meloni sui beni confiscati è stato dato un taglio netto di 250 milioni di euro, risorse che dovevano essere destinate a proposte progettuali per la riqualificazione di intere aree ed alla valorizzazione di beni confiscati alle mafie a beneficio della collettività e delle nuove generazioni.
Il fatto. Ben prima del taglio di governo alla voce del PNRR, la CGIL Sicilia e la Fillea Cgil Sicilia scrissero a tutte le Prefetture isolane, che a loro volta sollecitarono tutti gli Enti locali coinvolti, affinchè si adoperassero nella predisposizione di progetti riguardanti, appunto, la valorizzazione di beni confiscati alla criminalità e del loro successivo utilizzo.

Giovanni Pistorio è il Segr. Gen. Fillea CGIL Sicilia.

Cosa succede? Perché questi tagli sono pericolosi?
Sono molto preoccupato in effetti: il mancato finanziamento a questi progetti, e di conseguenza la loro mancata valorizzazione e assegnazione per scopi sociali, nonostante i progetti presentati, mi turba sino al punto di temere che dietro questa mancata attribuzione di  risorse si celi il tentativo di rimettere sul mercato questi beni, depauperati chiaramente, a vantaggio del privato che, a questo punto, potrebbe essere lo stesso “protagonista” criminale (con prestanomi o società di comodo) a cui a suo tempo furono debitamente sottratti. Sarebbe gravissimo!

Gravissimo certo, anche dal punto di vista del messaggio all’esterno, alla società civile. E’ d’accordo?
Assolutamente si. Sarebbe un segnale negativo per chi spera e crede nella rigenerazione, non soltanto urbana, ma anche civile della nostra società. Sarebbe una vera e propria resa dello Stato nei confronti della criminalità organizzata, e questo non possiamo permettercelo chiaramente. La criminalità darebbe una ulteriore dimostrazione di come riesce ad influenzare le scelte politiche, anche nazionali, e questo di conseguenza produrrebbe consenso a vantaggio della stessa criminalità, anche di alcuni insospettabili strati della nostra società.

Possiamo spingerci per un attimo più in là? E se dietro tutto questo ci fosse un vero e proprio disegno criminogeno all’insegna del “conviene a tutti belli e brutti!” tranne che alle persone oneste ovviamente… ?
E’ plausibile, ma non auspicabile. Che dietro si possa celare una vera e propria regia con le “menti raffinatissime” che incrociamo interessi elettorali e di consenso con affari sporchi e potere deviato… Noi, come forza sindacale, denunceremo e vigileremo, per ciò che è nelle nostre possibilità.
Brutto scenario dunque quello tracciato dal Segretario Pistorio,  a cui speriamo che la Politica sappia rispondere recuperando risorse che assolutamente vanno destinate a beni che appartengono 
di diritto alla società. Ogni bene confiscato è un bene comune, almeno così dovrebbe essere…

fonte:https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/254-focus/97709-mancati-progetti-per-la-valorizzazione-dei-beni-confiscati-l-allarme-della-fillea-cgil-siciliana.html