Napoli lotta alla mafia, alle armi, alla droga, al terrorismo, ma il network nigeriano va alla conquista dei mercati italiani sponsorizzato da Bin Laden.
Melito di Porto Salvo (RC) 22 agosto 2009. Un nigeriano di ventiquattro anni, del quale non e’ stata resa nota l’identita’, e’ stato arrestato dalla Guardia di Finanza che si muove sotto le direttive del comandante provinciale, generale Giovanni Mainolfi, all’interno dell’aeroporto di Capodichino, con l’accusa di traffico internazionale di droga. Prima di imbarcarsi da Amsterdam per Napoli aveva ingerito 84 ovuli di lattice contenenti complessivamente 1 chilo e 150 grammi di cocaina. Gl’inquirenti stanno tenendo d’occhio i flussi extra-comunitari, anche con l’applicazione di sbarramenti ad hoc, approvati dal legislatore; tipo la legge Bossi-Fini e quella sulla sicurezza approvata di recente. Un occhio particolare rivolgono alla criminalità nigeriana. Il comandante del Ros (Raggruppamento Operativo Speciale), generale Giampaolo Ganzer, ha condotto alcuni mesi fa una delle più colossali operazioni da cui emerge l”alto livello organizzativo e di pericolosità del network africano. La componente casertana indagata è risultata in contatto con numerose altre cellule di connazionali attive in Turchia, Olanda, Bulgaria, Spagna, Colombia e Perù
Comandante provinciale, generale Giovanni Mainolfi.
Comandante provinciale, generale Giovanni Mainolfi.
NAPOLI CORRIERE DELLA DROGA NIGERIANO, N.K.J. DI 24 ANNI ARRESTATO ALL’AEROPORTO DI CAPOFICHINO CON, 84 OVULI DI COCAINA NELLE VISCERE
L’accusa è di traffico internazionale di sostanze stupefacenti: Dopo le contestazioni di rito ala presenza del legale di fiducia è stato associato alla Casa Circondariale di Poggioreale. La mafia nigeriana si sta radicando bene sul territorio e convive con la camorra delle province di Napoli e Caserta. I sistemi di reclutamento-aggregazione sono noti: si parte con la coercizione psicologica, sia delle vittime della tratta, sia dei corrieri nigeriani; segregazione in alloggi e ricorso a riti voodoo per assoggettare le donne. Il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, ha parlato, anche lui, di grande pericolosità della criminalità nigeriana. Il net-work, ha dimensioni transnazionali e arriva ad avere collegamenti con i canali di produzione della droga, sud-america e medioriente; ed ha luoghi per lo stoccaggio della cocaina, in Nigeria”.
NAPOLI-Il capoluogo partenopeo come tutti sanno è uno dei capilinea della droga in Italia. E siccome i controlli a tappeto e con mezzi altamente sofisticati, (a parte le unità cinofile che odorano ogni passeggero in transito), sono diventati stringenti, i narcos, i pusher, i corrieri ed i semplici spacciatori di droga, si son fatti furbi. Almeno così credono. Un nigeriano all’aeropoto di Napoli aveva superato un primo controllo alla dogana aeroportuale e credeva di averla fatta franca, ma qualcosa non ha funzionato ed è finito prima all’ospedale e poi in galera per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina. Bisogna superare infatti, anche l’ispezione del bagaglio; e l’aplomb talora non funziona per varie cause: nervosismo, sudorazione eccessiva, tremore, stanchezza, tensione e così via. investigatori decidono di approfondire la cosa. L’uomo viene sottoposto ad esame radiografico presso l’ospedale San Giovanni Bosco.
Salta fuori che il nigeriano sia imbottito di cocaina La Mobile di Napoli e i Ros dei Carabinieri, in un’operazione congiunta con le polizie di altri grandi Paesi europei, arrestano sessantasei presunti affiliati alle cosche nigeriane. Associazione a delinquere di stampo mafioso, narcotraffico, sequestro di persona, riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione. Vittime sacrificali soprattutto i minorenni. La Squadra Mobile di Brescia aveva ricostruito l’architettura criminale nigeriana d’importazione etnica. Dagli anni Ottanta hanno preso in mano il racket della droga e della prostituzione Ogni gruppo (“Eiye Supreme Lords”, “Black Axe”, “Sea Dogs”, i “Pirati” e i “Bucanieri”) è autonomo ed indipendente. Hanno scopiazzato dal giuramento del picciotto della ‘ndrangheta. Anche da loro, ci sono i riti d’iniziazione; del tipo vudù : un cocktail di sangue, alcool e onore. Le forze dell’ordine parlano di riti magici e primitivi Sono presenti su internet, Twitter, Facebook e MySpace. In Italia i Nigeriani, sono circa 15.000; in prevalenza donne. Il rischio più grande per la nostra sicurezza interna è il terrorismo. Negli anni Novanta la Nigeria settentrionale è diventata una base dell’integralismo della jiad. Il mese scorso con accuse a vario titolo, sono finite nelle patrie galere, sette persone. Nel corso di un’operazione della D.D.A. di Napoli, che ha interessato le province di Caserta, Napoli ed altre località del territorio nazionale. L’operazione è scattata a conclusione di una complessa attività d’indagine coordinata dal procuratore capo della repubblica Giandomenico Lepore, che ha permesso di individuare un gruppo di cittadini extracomunitari che trafficava ingenti quantitativi di cocaina e eroina nei Comuni di Castelvolturno, Mondragone, Aversa, Napoli e in più aree del basso Lazio, importando lo stupefacente dalla Nigeria e dalla Spagna. Sequestrati 7 chili di sostanze stupefacenti e circa 17mila euro tra contanti e titoli, autovetture e telefoni cellulari utilizzati per importare la droga. Quarantuno le persone arrestate. Le figura apicali del net-work nigeriano sono, il maschio Alfa della mafia nigeriana di Castelvolturno , “il fidanzato” e la “Madame”. Le battone di colore, possono investire una parte dei loro guadagni per comprare altre potenziali lucciole da avviare al “mestiere”. Così si affrancano più velocemente dai loro padroni. Come avveniva nell’antica Roma coi liberti. I clan nigeriani gestiscono di fatto la tratta di carne umana, monopolizzando la raccolta di pomodori.La filiera è curata dall’organizzazione che segue attentamente ogni passaggio : il reclutamento, i documenti falsi, il trasferimento attraverso i paesi africani e il deserto. Poi dalla Libia, dall’Algeria e dal Marocco, si passa in Spagna e in Italia, dove i clandestini vengono impiegati nei diversi traffici illeciti. Tra loro ci sono quelli che ingoiano gli ovuli di droga, come N.K.J l’uomo di Capodichino. O come Mike Nwafor Chukwuka, un cittadino nigeriano clandestino di 32 anni che aveva ingerito un etto di cocaina purissima, suddivisa in due ovuli valore commerciale 50 mila euro nella speranza di superare indenne eventuali controlli. Ma i Carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Pescara, che lo pedinavano da tempo, lo hanno comunque arrestato alcuni mesi fa, con l’accusa di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, destinate al mercato di Pescara e della costa. Lo scrittore napoletano che vive sotto scorta, Roberto Saviano ha dedicato alcuni scritti del suo famoso libro al paese africano.“La Nigeria è diventato uno snodo nel traffico internazionale di cocaina e le organizzazioni nigeriane sono potentissime, capaci di investire soprattutto nel ‘money transfer’, i punti attraverso i quali tutti gli immigrati del mondo inviano soldi a casa”.
Domenico Salvatore
(Tratto da Melito Online)