Napoli, supermercati e negozi costretti a vendere il pane del clan Lo Russo
Blitz contro il clan Lo Russo: 24 arresti. Al centro dell’inchiesta il clan che aveva addirittura «acquisito il monopolio della distribuzione del pane e imponeva il prezzo di vendita». Così carabinieri, squadra mobile e guardia di finanza di Napoli hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip partenopeo.
Le accuse: associazione di tipo mafioso e associazione finalizzata al traffico di droga nonché di tentato omicidio, detenzione illegale di armi comuni e da guerra ed estorsioni, reati aggravati da finalità mafiose. Nel corso di indagini coordinate dall’Antimafia sono state tracciate le attività illecite del gruppo, individuati i vertici e i gestori, promotori e affiliati delle principali piazze di spaccio. Ed «è emersa la responsabilità del tentato omicidio di uno degli appartenenti a un gruppo avversario». Si tratta dell’agguato contro Pasquale Izzi, avvenuto lo scorso marzo.
Identificati anche gli estorsori a imprenditori edili nonché i gestori, i promotori e gli affiliati delle principali piazze di spaccio dell’area Nord. Accertato il monopolio della distribuzione di pane e, addirittura, l’imposizione del prezzo di vendita, a grossi supermercati, a botteghe e agli ambulanti domenicali della zona.
Un euro e trenta centesimi al chilo invece di un euro. Oltre a imporre ad esercizi commerciali della piccola e grande distribuzione la vendita del pane prodotto dalle loro aziende, gli uomini del clan Lo Russo fissavano anche il prezzo della vendita al dettaglio. La differenza di trenta centesimi entrava nelle casse del «sistema».
L’inchiesta è basata sia sulle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, sia su intercettazioni telefoniche ed ambientali. Nel corso della conferenza stampa il procuratore Giovanni Colangelo ha sottolineato come alcuni imprenditori si siano piegati alle richieste della camorra mentre altri si sono rifiutati e altri ancora hanno denunciato alle forze di polizia. Il procuratore ha evidenziato anche il ruolo importante rivestito dalle donne all’interno dell’organizzazione. Le misure cautelari sono state eseguite dalla squadra mobile, dai carabinieri della compagnia Vomero e dai finanzieri del Gico di Napoli coordinati dai pm Henry John Woodcock, Enrica Parascandolo e dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice.