Del Vecchio introdussero gli apparecchi satellitari e il sistema Encrochat nel quale i carabinieri sono riusciti ad entrare solo di recente e hanno trovato una miniera di prove su forniture, modalità, consegne, prezzo della droga
Latina Oggi, Mercoledì 27 novembre 2024
GRAZIELLA DI MAMBRO
La caratura criminale del cartello Lauretti-Del Vecchio si misura nella quantità di droga che potevano spostare, chili di cocaina e fino a una tonnellata e mezza di «polline» (hascisc), più carichi di armi capaci di mettere sotto un’intera regione. Ma la cifra vera di questi trafficanti è la tecnologia. Avevano messo in piedi una rete di fornitori, corrieri e piazzisti di droga che comunicava con telefoni satellitari e una flotta di macchine per il trasporto di denaro (all’andata) e stupefacenti (al ritorno); le vetture utilizzate per i trasporti avevano un doppiofondo ricavato appositamente in una carrozzeria di Cocuruzzo a Fondi e l’apertura degli stessi avveniva solo con telecomando. L’idea del criptotelefonini è stata dei fratelli Massimiliano e Gianluca Del Vecchio, come conferma il pentito Salvatore Iannicelli, che ha iniziato a collaborare con la giustizia nel 2019 e da subito ha detto che «i contatti avvenivano prima a voce e poi con un telefono satellitare che io ho acquistato tramite loro», atto ad eludere le investigazioni grazie all’applicazione olandese Encrochat, capace di autoeliminare in pochi giorni dalla memoria le conversazioni avviate tramite chat e a mezzo telefono, strumento del tutto sicuro poiché nel periodo cui risalgono le attuali contestazioni non c’erano strumenti per entrare in quel sistema. Gli investigatori sono riusciti a penetrare quel sistema dopo un’intuizione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del tenente colonnello Antonio De Lise, quando si è diffusa la notizia che la polizia francese, con l’ausilio di esperti dei Paesi Bassi, era riuscita a violare l’applicazione Encrochat per infiltrarsi nel servizio di telecomunicazioni cifrate. Quindi col supporto del Ros è stato scandagliato quel traffico di dati, riuscendo a individuare anche le chat utilizzate dai trafficanti fondani. Così facendo la Dda di Roma ha acquisito conversazioni e foto che gli indagati si scambiavano e che ora sono parte integrante dell’ordinanza di custodia cautelare. All’interno c’è un po’ di tutto: messaggi per la consegna della droga, il prezzo pattuito, tavolate di banconote da 50 e 100 euro, mitragliette, panetti di cocaina proveniente dall’Olanda e/o da Napoli, dialoghi molto espliciti frutto proprio della sicurezza del software dei telefoni satellitari. In pratica è stato il traffico 4.0 a tradire. La beffa sta nella decriptazione e riproduce immagini che sembrano uscite da una serie tv, invece sono reali: c’è Onorato Rotunno che si fa un selfie con due pistole nuove di zecca incrociate attorno alla faccia e Giovanni Masella che imbraccia un mitragliatore Kalashnikov. Il resto sono messaggi per soldi, denaro a fiumi, così tanto che, come riferisce l’altro pentito, Alessandro Simonelli, i Del Vecchio non sapevano come riciclarlo e ripulirlo. «Quando sono entrato in carcere a Latina durante l’ora d’aria ho avuto modo di parlare con Massimiliano Del Vecchio e mi disse che lui investiva in lingotti e mi propose di investire alcune monete antiche che avevo e si è offerto di occuparsene lui».