Omicidio e strage ed altri eventuali reati conseguenti al disastro ambientale.Esposto dell’Associazione Caponnetto a 6 Procure della Repubblica ed alla Procura Nazionale Antimafia.L’Associazione ci va giù dura
Associazione Nazionale per la lotta contro le illegalità e le mafie
“Antonino Caponnetto”
“Altro” ed “Alto”
www.comitato-antimafia-lt.org info@comitato-antimafia-lt.org
ass.caponnetto@pec.it
Tel. 3470515527
Roma,9.12.2017
Alla Procura della Repubblica
c/o il Tribunale di
Napoli
Alla Procura della Repubblica
c/o il Tribunale di
Napoli Nord
Alla Procura della Repubblica
c/o il Tribunale di
S.M. Capua Vetere
Alla Procura della Repubblica
c/o il Tribunale di
Nola
Alla Procura della Repubblica
c/o il Tribunale di
Torre Annunziata
Alla Procura Nazionale Antimafia
Roma
OGGETTO: ESPOSTO – DENUNZIA. – per verifica circa la sussistenza dell’ipotesi di reato di cui all’art.422 c.p e/o 575 c.p, conseguenza del reato di Disastro Ambientale e quant’altro ipotizzabile dai fatti sotto esposti.
- a) – richiesta verifica ubicazione interramenti rifiuti tossici e/o sostanze nocive ed eventualmente anche radioattivi- nel territorio della Regione Campania (Province Napoli e Caserta denominata Terra dei Fuochi, o l’Inferno di Gomorra). Una terra distrutta, inquinata, avvelenata, costretta a risucchiare rifiuti per anni e anni dalla criminalità organizzata, con la complicità di politici, imprenditori e parte delle istituzioni che avrebbero dovuto controllare, monitorare, proteggere e garantire la salute pubblica;
- b) richiesta di accertamento dell’identità e della posizione degli autotrasportatori indicati nei documenti desegretati che contengono le dichiarazioni di Carmine Schiavone riferiti alle Province di Caserta e Napoli nonché Latina, Frosinone (confinanti con la Campania) , e se utili alle indagini, delle altre province (Foggia e Roma);;
- c) richiesta di acquisizione di tutte le interviste rilasciate dal citato Carmine Schiavone a giornali e televisioni nazionali e locali;
- d) richiesta di acquisizione di tutti i documenti desegretati forniti all’epoca alle Autorità dallo Schiavone compresi gli elenchi dei mezzi di trasporto con indicato il numero di targa e relativo intestatario;
- e) eventuali responsabilità dei componenti della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul ciclo illegale dei rifiuti che nel 1997 sentì Carmine Schiavone e che ne segretò incomprensibilmente le dichiarazioni e la relativa documentazione, cosa che ha determinato nel tempo trascorso certamente un aggravio della problematica con ripercussioni molto gravi per la salute pubblica della popolazione coinvolta, lasciata inconsapevolmente ed incredibilmente all’esposizione degli agenti nocivi e tossici ( con aumento esponenziale di casi di tumori nell’area interessata);
- f) richiesta di accertamenti/approfondimenti medico legali al fine di stabilire se vi sia un nesso di causalità tra i picchi anomali di patologie tumorali che sta falcidiando moltissimi bambini e altre persone con la presenza in queste aree interessate con l’interramento di rifiuti tossici e cause di degrado ambientale connesse denunziato, dalle mamme aderenti al “Comitato vittime della Terra dei fuochi”, con estrema dignità e compostezza, manifestano la loro disperazione di fronte a quella che va assumendo le proporzioni di una vera e propria strage di bambini, colpiti da patologie tumorali che hanno una stretta correlazione con le sostanze tossiche interrate in quel territorio..
Il sottoscritto Elvio Di Cesare, nella sua qualità di Segretario Nazionale dell’Associazione per la lotta contro le illegalità e le mafie “A. Caponnetto”, espone quanto appresso: La Terra dei Fuochi è stata giustamente definita «Il più grande avvelenamento di massa di un Paese occidentale, la più grande catastrofe ambientale a ‘partecipazione pubblica’»
E certamente le dichiarazioni di Schiavone hanno confermato i tanti sospetti e l’ampiezza del fenomeno che già gravavano sullo smaltimento di rifiuti nocivi sulla direttrice nord-sud del Paese ad opera di camionisti prezzolati con ipotesi di interramenti non solo lungo il tratto autostradale ma anche interessando ampie zone coltivate, fosse, cave, fornaci, discariche e quant’altro della Campania ma interessando anche alcune zone del Basso Lazio Molise Puglia.
Analizzando i numeri delle targhe dei camion che, a detta di Schiavone, avrebbero trasportato i rifiuti tossici e nocivi, (forniti in copia alla Commissione Parlamentare d’Inchiesta e rimasti segretati per circa 20 anni – sic…..) si rileva che i proprietari erano residenti in 6 province: Roma, Latina, Frosinone, Caserta, Napoli e Foggia .
Per quanto di competenza delle Procure in indirizzo, giova sottolineare che, a quel che risulta, i proprietari dei camion non sono mai stati chiamati a chiarire la loro posizione per accertare:
- CHI, o tramite CHI, li ha arruolati;
- chi li retribuiva e se veniva rilasciata fattura;
- se c’erano degli intermediari che operavano come collegamento;
- dove essi caricavano il materiale;
- se essi erano a conoscenza del tipo di materiale che trasportavano;
- cosa trasportavano e dove scaricavano nei viaggi di andata al nord e per conto di quali aziende;
- dove dovevano scaricare in base ai documenti di viaggio al ritorno e se, invece, essi deviavano dal percorso e quindi dalla destinazione prefissata.
Per meglio delineare la gravissima situazione esistente in questi martoriati territori, anche in relazione alla complessità della vicenda, si rende indispensabile citare ed allegare vari articoli di stampa:
La Cernobyl Italiana
SONO STATE RESE PUBBLICHE SOLO ORA GRAZIE A UN’OPERAZIONE VERITA’ VOLUTA DALLA PRESIDENTE DELLA CAMERA BOLDRINI
«Entro venti anni gli abitanti di numerosi comuni del Casertano rischiano di morire tutti di cancro». Non è la profezia di qualche cartomante da quattro soldi, ma quanto affermava nel 1997 Carmine Schiavone, cugino di Francesco «Sandokan» Schiavone, personaggi di spicco del clan dei Casalesi che ha trasformato la Campania in una Cernobyl italiana e in una terra del malaffare sporca di sangue. Carmine Schiavone, pentitosi, raccontò tutto alla Commissione parlamentare sulle Ecomafie. Disse dove e cosa avevano sotterrato i tanti fusti tossici, perfino rifiuti radioattivi provenienti dalla Germania. Ma le sue dichiarazioni furono segretate dal Parlamento. Dunque la politica ha compiuto un duplice omicidio di Stato. Collaborando a livello locale con classe imprenditoriale e malavitosi, e occultando la verità a livello nazionale. Avendo così sulla coscienza le centinaia di morti per cancro. Solo ora, grazie all’impegno del Presidente della Camera Laura Boldrini, se ne sa qualcosa. (Fonte: Corriere della sera)
Certamente, quindi, anche i componenti di questa Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul fenomeno delle Ecomafie dovrebbero essere chiamati a chiarire il perché di tale comportamento, ed i motivi di tale decisione che ha lasciato questo grave problema principalmente riguardante l’area a cavallo tra le Province di Napoli e Caserta simbolo e paradigma del traffico illecito di rifiuti e dell’estrema pericolosità dell’ecomafia irrisolto e sottovalutato dagli organismi Istituzionali competenti con le conseguenze nefaste a cui oggi assistiamo per la popolazione interessata (progetti di bonifica assenti, nessun risanamento delle falde acquifere e dati epidemiologici preoccupanti)
La Gestione Commissariale e le Responsabilità
La gestione commissariale è stata caratterizzata, per molti versi, da una finalità di “uso” del problema rifiuti, e non di soluzione dello stesso. L’uso è consistito nel controllo degli spazi occupazionali e decisionali per finalità di agevolazione di soggetti titolari di interessi privati, in totale spregio dell’interesse pubblico. Queste parole sono tratte dal documento della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulle Attività Illecite Connesse al Ciclo dei Rifiuti, presieduta da Gaetano Pecorella, che, dopo tre anni di audizioni, studi e dossier, ha certificato in 772 pagine la catastrofe ambientale tra Napoli e Caserta. Giovanni Balestri, geologo che ha curato la perizia per conto della Procura di Napoli, ha spiegato che nel 2064 si raggiungerà l’apice dell’incidenza negativa: si realizzerà in pieno la precipitazione nella falda acquifera del percolato e di altre sostanze tossiche derivanti dalle migliaia di tonnellate di rifiuti.
LA MALEDIZIONE DEL CANCRO – «Entro venti anni gli abitanti di numerosi comuni del Casertano rischiano di morire tutti di cancro», affermò Schiavone, con un tono profetico che purtroppo è stato confermato dai fatti. Le ricerche del Cnr e del Pascale, fatte proprie dal ministero della Salute, descrivono un’impennata della mortalità per tumori nelle province di Napoli e Caserta. Riferendosi al traffico illegale di rifiuti nocivi, Schiavone spiegò che divenne un business «autorizzato» per il clan dei Casalesi nel 1990. «Tuttavia – riferì il pentito – quel traffico veniva già attuato in precedenza. Gli abitanti rischiano tutti di morire di cancro entro 20 anni; non credo infatti che si salveranno: gli abitanti di paesi come Casapesenna, Casal di Principe, Castel Volturno e così via, avranno, forse, venti anni di vita».
Allarmante situazione Sanitaria
Biocidio e tumori Denunce, mobilitazioni, commissioni di inchiesta, indagini e processi non sono bastati a fermare il “biocidio”: in Campania il disastro ambientale si accompagna al più alto tasso di mortalità per tumore in tutta Italia. Sul tasso di mortalità il disastro è stato confermato anche dal Ministero della Salute: «Per quanto riguarda i tumori maligni nel loro complesso, la mortalità in Campania tra gli uomini è superiore ai valori dell’intera Italia per il contributo delle province di Caserta e Napoli». Secondo il Ministero, però, il dato dipende interamente dallo stile di vita della popolazione locale (!). Antonio Marfella, ricercatore di medici per l’ambiente, sostiene che «In Campania non è stato accertato scientificamente il collegamento tra inquinamento e patologie correlate perché, ad oggi, nessun’istituzione lo vuole cercare». La Commissione Sanità del Senato ha aperto intanto un’indagine per verificare questa connessione. [se non riesci a visualizzare il video clicca qui: Rifiuti tossici choc per bambini nati deformi o autistici] In ogni caso, uno studio commissionato dalla Protezione Civile nel 2004 aveva già individuato questa correlazione: L’analisi statistica ha permesso di rilevare un’associazione tra la presenza di siti inquinati e alcune criticità sanitarie. Nell’interpretazione dei risultati vanno tenute in considerazione alcune limitazioni di completezza, accuratezza e risoluzione spaziale dei dati. In ogni caso, le associazioni osservate, la loro consistenza e coerenza, suggeriscono che le esposizioni legate alla presenza di siti di smaltimento incontrollato/illegale di rifiuti, subite dalla popolazione nei decenni precedenti al 2002 (ultimo anno di disponibilità dei dati), giochino un ruolo importante fra i determinanti della salute nelle Province di Napoli e Caserta. Sulla correlazione tra rifiuti combusti – quello dei roghi è un altro fenomeno gravissimo correlato alla crisi dei rifiuti – e patologie tumorali segnalo l’intervista a Pietro Comba, responsabile del dipartimento Epidemiologia Ambientale dell’Istituto Superiore della Sanità. La situazione è drammatica e insostenibile sul piano della salute. Ogni giorno vengono smaltite non meno di 30mila tonnellate di rifiuti tossici industriali, gran parte di queste attraverso roghi. Per ogni borsa prodotta in nero e venduta in strada a Napoli o a Caserta c’è mezzo chilo di rifiuto smaltito e nessuno sa come. La “terra dei fuochi” è la più grande industria in regime di evasione fiscale che il mondo possa immaginare. (Antonio Marfella, tossicologo e oncologo dell’Istituto Nazionale Tumori Irccs “Fondazione G. Pascale” di Napoli e referente di Medici per l’Ambiente – Roghi tossici, Campania come Taranto: 32 associazioni citano Regione, Provincia e 32 Comuni 14/10/2012) A proposito di roghi tossici, l’ultimo rapporto di Legambiente – presentato il 18 settembre 2013 e preparato in base ai dati dei Vigili del Fuoco incaricati dal viceprefetto Donato Cafagna, l’uomo del Ministero dell’Interno che da novembre lavora sulla Terra dei Fuochi – denuncia oltre 6.034 roghi di rifiuti tra Napoli e Caserta. Dal 2001 ad oggi ci sono state 33 inchieste per attività organizzata di traffico illecito di rifiuti condotte dalle Procure attive delle due province (Napoli, Nola, Torre Annunziata e Santa Maria Capua Vetere). Si tratta di più del 15% di quelle svolte in tutto il Paese che hanno portato i magistrati ad emettere «311 ordinanze di custodia cautelare, con 448 persone denunciate e 116 aziende coinvolte». Il Ministro Orlando in questi giorni ha parlato di roghi tossici arginati, dichiarazione contestata da Ferrillo che continua a documentare un fenomeno tutt’altro che arginato raccogliendo video, foto e segnalazioni dei cittadini sulla pagina facebook della Terra dei Fuochi. La cronaca degli ultimi giorni Dalla discarica Resit, nel giuglianese, gestita da un prestanome dei casalesi, oltre 57mila tonnellate di percolato, formatosi negli anni dalla decomposizione di 806.590 tonnellate di rifiuti stipati in invasi non impermeabilizzati, sarebbero finite nel sottosuolo e poi nelle falde acquifere, in una zona dove l’agricoltura è ancora ampiamente praticamente, unica fonte di reddito per i locali. I magistrati puntano il dito anche contro alcuni agricoltori che sapevano, e che anzi avevano affittato i loro terreni «per accogliere codesti veleni», si legge in un’informativa della Dia. Il riferimento è all’ennesimo ritrovamento di rifiuti tossici in diversi campi coltivati. (La mappa dei veleni – Avvenire 11/9/2013) Il rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità. I dati dell’ultimo studio pubblicato risalgono ai primi di settembre. Non esiste ancora un piano di caratterizzazione. Ma analizzando l’area tra l’ex Resit e le discariche sotto sequestro a Giugliano si parla di 220 ettari avvelenati. La falda acquifera risulta contaminata da sostanze cancerogene volatili anche nei 2mila ettari circostanti. 20 chilometri quadrati irrecuperabili. Inutile anche parlare di bonifica. Eppure, assicura Mario De Biase, commissario di Governo, «nonostante quest’emergenza i prodotti ortofrutticoli allo stato attuale non risultano avvelenati. Io sono pronto a mangiarli, raccogliendo l’invito di movimenti ed associazioni».
fonte: http://www.valigiablu.it/rifiuti-in-campania-e-terra-dei-fuochi-il-piu-grande-avvelenamento-di-massa-in-un-paese-occidentale/
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l’emergenza sanitaria in Campania
19/10/2012 09:16 CEST | Aggiornato 18/12/2012 11:12 CET
- Antonio Musella
Nelle ultime ore sta suscitando ansie e preoccupazioni la diffusione dei dati delle mortalità per tumore della città di Napoli. Il Comune ha presentato i dati relativi al periodo 2001-2010. La città di Napoli, già al centro insieme alla provincia di Caserta, di numerosi studi che la definiscono un laboratorio di cancerogenesi a cielo aperto, fa ora i conti con i dati sui tumori in ogni quartiere. Il trend è spaventoso.
La Campania è già al di sopra della media nazionale per patologie oncologiche e la città di Napoli si ritrova con un trend che vede l’aumento di mortalità per tumore di circa il 2 percento ogni anno. I quartieri più colpiti sono le zone della settima e della ottava Municipalità. In assoluto la zona della periferia nord della città sembra essere più esposta alla malattia ed ai decessi. Il quartiere di Chiaiano, già noto per le battaglie contro la discarica – chiusa dopo una lotta di quasi quattro anni nel dicembre del 2011 – è il quartiere con più morti per tumore dell’intera città di Napoli. Chiaiano si trova nella VIII Municipalità, che comprende anche i quartieri di Scampia e Piscinola-Marianella. Una zona che negli ultimi nove anni registra 2233 decessi per patologie oncologiche su una popolazione di 92.616 abitanti.
I dati della città ci dicono che due morti su dieci sono a causa delle neoplasie. Un dato shock, che sta richiamando nuovamente alla mobilitazione tutte quelle forze sociali ed ambientaliste che proprio sull’emergenza sanitaria già da anni stanno lanciando l’allarme. E’ il caso dei comitati territoriali, come quelli di Chiaiano, di alcuni giornalisti ed operatori dell’informazione e di medici indipendenti come quelli dell’Associazione Isde – Medici per l’Ambiente. Ma perchè i napoletani si ammalano così tanto di tumore?
Secondo lo studio del prof. Antonio Giordano e del prof. Giulio Tarro il nesso è da ricercare nello sversamento di rifiuti di ogni tipo e sull’impatto degli agenti patogeni – metalli, diossine, furani – sul territorio della città di Napoli e della provincia di Caserta. Secondo lo studio dei due scienziati, esiste una vera e propria emergenza sanitaria a Napoli. Giordano è un medico napoletano che negli Stati Uniti ha costruito una carriera brillante. Presidente dello Sbarro Institute di Philadelphia, docente di oncologia presso l’Università di Siena ed alla Temple University di Philadelphia ed allievo del premio Nobel Watson.
Con un finanziamento di appena 150 mila euro da parte del governo Usa ha finanziato il gruppo di studio che ha portato alla scoperta del legame indiscutibile tra sversamento dei rifiuti ed aumento dei tumori tra le province di Napoli e Caserta. I commenti, sullo studio di Giordano, sono stati davvero fastidiosi. Secondo il Ministro della Salute, Renato Balduzzi “i napoletani si ammalano troppo per i cattivi stili di vita”. In pratica perchè mangiano e fumano troppo. Una spiegazione senza alcun supporto scientifico e soprattutto senza alcun elemento di smentita strutturale delle verità dimostrate dallo studio di Giordano.
I dati forniti sulle mortalità nel Comune di Napoli rafforzano le tesi di Giordano e dei movimenti e comitati che lo supportano. Oltre a Chiaiano – interessata oltre che dalla discarica dai fenomeni di sversamento di rifiuti tossici nelle cave del Parco delle Colline che si sviluppa in una parte del quartiere – gli altri quartieri con il record di malattie tumorali sono quello di Bagnoli. Qui per decenni l’ex Italsider ha inquinato l’aria, la terra ed il mare, ed il quartiere di Pianura dove si trova la storica discarica della città di Napoli che per trent’anni, fino alla fine degli anni novanta, ha ospitato rifiuti di ogni tipo. Quando i tecnici della Regione Campania e delle Asl campane si recarono nel 2010 per effettuare i prelievi per lo studio sulla salute dei cittadini campani (Sebioec) a Pianura, dovettero constatare che in alcune zone non si potevano fare i rilievi.
Le sonde inserite nei piccoli crateri da cui fuoriescono delle fumarole nell’area della ex discarica, venivano liquefatte dalle alte temperature. Sempre nella ottava municipalità c’è il quartiere di Scampia, noto alle cronache per le guerre di camorra e lo spaccio di droga. Scampia, ed i comuni a nord di Napoli che confinano con il quartiere, sono vittime da diversi anni del fenomeno dei roghi tossici. Materiali di ogni tipo, rifiuti industriali, pellame, pneumatici e tanto altro che vengono accatastati sui bordi delle strade statali e provinciali ed alle prime luci dell’alba vengono incendiati. Su tutta la zona si disperdono i fumi tossici sprigionati da questi roghi. Un fenomeno quotidiano che solo negli ultimi mesi ha avuto l’attenzione del Ministro Corrado Clini.
La strage di bambini nella Terra dei fuochi
- Oscar NicodemoGiornalista e copywriter
Cosiddetta “Terra dei fuochi”, otto bambini sono morti di tumore negli ultimi venti giorni. Avevano un’età compresa tra i 7 mesi e gli 11 anni. La loro sfortuna era quella di essere nati e abitare in un’area, che, negli anni, è stata interessata da un devastante sversamento illegale di rifiuti. Un’area di degrado, morte e sconforto, dove sono stati infossati residui tossici e nucleari provenienti dal nord Italia e dal nord Europa, provocando tra la popolazione che vi risiede un alto tasso di tumori, che hanno colpito soprattutto le donne giovani (al seno e alla tiroide) e i bambini.
Ancora una volta, le mamme aderenti al “Comitato vittime della Terra dei fuochi”, con estrema dignità e compostezza, manifestano la loro disperazione di fronte a quella che va assumendo le proporzioni di una vera e propria strage di bambini, colpiti da patologie tumorali che hanno una stretta correlazione con le sostanze tossiche interrate in quel territorio. Il loro lutto, la passione, l’affanno, costituiscono un inesorabile atto d’accusa per chi sta facendo troppo poco per quelle aree martoriate.
Queste donne, affrante e nello spasimo più trepidante per la sorte che ha riguardato il destino dei propri figli, che nella sua ineluttabile mestizia potrebbe ripetersi, chiedono, nel decoro di un dolore metabolizzato, una maggiore attenzione, da parte delle istituzioni, sulle tragiche condizioni in cui versano le zone distrutte dai roghi e rifiuti tossici.
Una giovane madre, con una figlia che combatte da due anni contro un cancro al cervello, si chiede dove siano le istituzioni e quando partiranno le bonifiche. Un’altra, nella disperazione lucida dell’accoramento, dice: “Questi bambini non riposeranno mai in pace, perché per loro non c’è giustizia”. Intanto, l’Istitituto Superiore di Sanità conferma che in tutti i comuni inclusi nell’area, detta “Terra dei fuochi”, la situazione epidemiologica è piuttosto allarmante.
Non a caso si registra un incremento significativo del numero di bambini ricoverati nel primo anno di vita per varie forme tumorali. Mentre, per le patologie oncologiche del sistema nervoso centrale la fascia di età è più ampia: tra 0 e 14 anni. Esiste, dunque, in quella terra, un’emergenza bambini. Quei roghi di rifiuti che, più di dieci anni fa, imperversavano ripetutamente, in una vasta area della Campania, oggi danno pienamente conto del danno procurato alla popolazione e all’ambiente, perpetrato in virtù di un affare losco e criminale che ha arricchito coscienze corrotte e ucciso anime innocenti.
Il patto con la politica secondo il pentito Gaetano Vassallo
Uno dei capitoli più importanti riguarda la società mista che curava la nettezza urbana a Mondragone e in altri centri del casertano. È lì che parla dei fratelli Michele e Sergio Orsi, imprenditori con forti agganci nei palazzi del potere: il primo è stato ammazzato a giugno. I due, arrestati nel 2006, si erano difesi descrivendo le pressioni di boss e di politici.
Ma Vassallo va molto oltre: “Confesso che ho agito per conto della famiglia Bidognetti quale loro referente nel controllo della società Eco4 gestita dai fratelli Orsi. Ai fratelli Orsi era stata fissata una tangente mensile di 50 mila euro… Posso dire che la società Eco4 era controllata dall’onorevole Nicola Cosentino e anche l’onorevole Mario Landoldi (An) vi aveva svariati interessi. Presenziai personalmente alla consegna di 50 mila euro in contanti da parte di Sergio Orsi a Cosentino, incontro avvenuto a casa di quest’ultimo a Casal di Principe. Ricordo che Cosentino ebbe a ricevere la somma in una busta gialla e Sergio mi informò del suo contenuto”. Rapporti antichi, quelli con il politico che la scorsa settimana ha accompagnato Berlusconi nell’ultimo bagno di folla napoletano: “La mia conoscenza con Cosentino risale agli anni ’80, quando lo stesso era appena uscito dal Psdi e si era candidato alla provincia. Ricordo che in quella occasione fui contattato da Bernardo Cirillo, il quale mi disse che dovevamo organizzare un incontro elettorale per il Cosentino che era uno dei ‘nostri’ candidati ossia un candidato del clan Bidognetti. In particolare il Cirillo specificò che era stato proprio ‘lo zio’ a far arrivare questo messaggio”. Lo ‘zio’, spiega, è Francesco Bidognetti: condannato all’ergastolo in appello nel processo Spartacus e, su ordine del ministro Alfano, sottoposto allo stesso regime carcerario di Totò Riina e Bernardo Provenzano. L’elezione alla provincia di Caserta è stata invece il secondo gradino della carriera di Cosentino, l’avvocato di Casal di Principe oggi leader campano della Pdl e sottosegretario all’Economia. “Faccio presente che sono tesserato ‘Forza Italia’ e grazie a me sono state tesserate numerose persone presso la sezione di Cesa. Mi è capitato in due occasioni di sponsorizzare la campagna elettorale di Cosentino offrendogli cene presso il ristorante di mio fratello, cene costose con centinaia di invitati. L’ho sostenuto nel 2001 e incontrato spesso dopo l’elezione in Parlamento”. Ma quando si presenta a chiedere un intervento per rientrare nel gioco grande della spazzatura, gli assetti criminali sono cambiati. Il progetto più importante è stato spostato nel territorio di ‘Sandokan’ Schiavone. Il parlamentare lo riceve a casa e può offrirgli solo una soluzione di ripiego: “Cosentino mi disse che si era adeguato alle scelte fatte ‘a monte’ dai casalesi che avevano deciso di realizzare il termovalorizzatore a Santa Maria La Fossa. Egli, pertanto, aveva dovuto seguire tale linea ed avvantaggiare solo il gruppo Schiavone nella gestione dell’affare e, di conseguenza, tenere fuori il gruppo Bidognetti e quindi anche me”. Vassallo non se la prende. È abituato a cadere e rialzarsi. Negli ultimi venti anni è stato arrestato tre volte. Dal 1993 in poi, ad ogni retata seguiva un periodo di stallo. Poi nel giro di due anni un’emergenza che gli riapriva le porte delle discariche. “Fui condannato in primo grado e prosciolto in appello. Ma io ero colpevole”. Una situazione paradossale: anche mentre sta confessando reati odiosi, ottiene dallo Stato un indennizzo di un milione 200 mila euro. E avverte: “Conviene che li blocchiate prima che i miei fratelli li facciano sparire
DI GIANLUCA DI FEO E EMILIANO FITTIPALDI
bonifiche
– per la Campania sono individuate le aree del litorale domitio, delle ex raffinerie della periferia est di Napoli, dell’area di Pianura – sono stati affidati alla società Sogesid, controllata dal Ministero dell’Ambiente, la bellezza di circa 450 milioni di euro nel periodo che va dal 2007 al 2011. Ebbene la Sogesid, che vede nel suo consiglio d’amministrazione l’avvocato Luigi Pelaggi, ex direttore del Ministero dell’Ambiente ed al centro di numerose inchieste non ultima quella sulle visite ‘pilotate’ delle commissioni del Ministero all’Ilva di Taranto, non ha svolto nessun tipo di bonifica. Per anni la Sogesid ha speso questi soldi in consulenze e studi senza bonificare nemmeno un fazzoletto di terra
Decreto legge “Terra dei Fuochi”, convertito poi in legge il 6 febbraio 2014
dall’entrata in vigore della legge sulla Terra dei Fuochi, troppi ritardi accumulati. Poche analisi fatte sui terreni, progetti di bonifica assenti, nessuno risanamento delle falde e dati epidemiologici preoccupanti. fonte Legambiente
Conclusioni
Si chiede alle Procure in indirizzo, per quanto di propria competenza ,di avviare tutti gli accertamenti volti ad evidenziare eventuali responsabilità penalmente rilevanti riguardo:
a)ricercare la sussistenza, anche tramite l’affidamento di specifiche consulenze tecniche, del reato di cui articoli 422 c.p. e/o 575 c.p. come conseguente del reato di disastro ambientale, disastro, pagato amaramente dalla popolazione con decine di morti per patologie legate all’inquinamento ambientale portato all’estrema conseguenza da soggetti criminali votati alla distruzione del territorio al solo fine del businness ma con la complicità di politici, imprenditori e parte delle istituzioni che avrebbero dovuto controllare, monitorare, proteggere e garantire la salute pubblica;
- b) ricercare eventuali responsabilità in merito a ritardi ingiustificati nelle bonifiche non fatte che hanno determinato anche l’aggravarsi di patologie tumorali che hanno determinato ulteriori lutti tra la popolazione
Osserva
ci si permette di far rilevare, per evidenti esigenze di competenza e connessione tra varie procure, e al fine di evitare eventuali conflitti di attribuzione, l’opportunità di far avocare ogni accertamento alla DDA di Napoli
Il sottoscritto, Segretario e legale rappresentante dell’Associazione , chiede di essere informato n. q. ai sensi dell’art.408 comma 2 c.p.p. per il procedimento di cui in epigrafe, con richiesta di ricevere copia/e dei decreti di citazione in giudizio onde poter esercitare i diritti quale persona offesa dal reato per l’eventuale costituzione di parte civile nel dibattimento. Nomina a tale scopo e per ogni altra eventuale incombenza quale proprio legale l’Avv. Prof. Alfredo Galasso presso il cui studio in Roma, Via Germanico 197 elegge domicilio
Il segretario Nazionale
Dott. Elvio Di Cesare