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Prevale sempre la cultura feudale e del Don

 

PREVALE SEMPRE LA CULTURA FEUDALE E DEL “DON”………………….

 

I “napoletani”,checché si voglia dire ,sono maestri nel coniare detti dal  profondo significato.

Ineguagliabili  nella profondità del pensiero e dell’espressione di questo.

Nelle vene di  chi scrive scorre un pò di sangue “napoletano”  in quanto  figlio di un campano ed egli si sente orgoglioso del suo legame  con quella terra che egli ritiene la “sua” terra.

C’é un detto “napoletano”  che la dice lunga sulla pericolosità  di certe armi in mani inadatte: “la f……..nelle mani delle creature”.Scusate la volgarità  che noi  abbiamo cercato di attenuare con la punteggiatura  ma non  abbiamo saputo evitare la tentazione di ricordarlo nel momento in cui stamane abbiamo letto un lancio ANSA relativo alla richiesta  alla Regione Campania  di approvare,alla stregua di quanto ha fatto già la Regione Sicilia,una legge “ad hoc” per i Testimoni di Giustizia  campani.

In Italia  c’é qualcuno che sta giocando in maniera subdola e  pericolosa  con il fine di  spaccare  il  fronte dei Testimoni di Giustizia ,cercando di metterli,approfittando delle loro  disgrazie e della situazione di disagio nella quale molti  di essi vengono tenuti,uno contro l’altro,quelli del sud contro quelli del nord,quelli dell’est contro gli altri dell’ovest,quelli siciliani contro i calabresi,i calabresi contro i liguri o i lombardi e via dicendo.

Già,ripetiamo,é avvenuto in Sicilia dove é stata approvata una legge regionale e che vale,quindi,solo per i Testimoni siciliani ,dove ai Testimoni,una quarantina  circa  su 86-87 in campo nazionale,viene riconosciuto il diritto ad essere assunti nella Pubblica Amministrazione  di quella regione.

A parte  che non si tiene conto del fatto che larga parte dei Testimoni  e’ costituita  da ex imprenditori e che la loro assunzione  a livelli esecutivi non li gratifica affatto ,contrastando peraltro con la vecchia legge nazionale che riconosce ad essi  il diritto ad usufruire di un livello  di vita compatibile con il loro stato originario,c’é un altro aspetto,quello  forse più  importante,che non va trascurato.

Con la legge regionale  essi vanno a perdere implicitamente,magari con il tempo,tutti quei diritti  che ,almeno sulla carta ,sono riconosciuti a livello nazionale avendo come referenti la Commissione Centrale ed il Servizio Centrale Protezioni  del Ministero dell’Interno.

Nessuno vuole dirlo ma alla fine  sarà così.

Insomma  la frammentazione della categoria non porterà che  ad un suo indebolimento generale della sua forza contrattuale   e ad un conseguente assoggettamento  di  ogni gruppetto regionale  al potere locale ,a quel potere che si sa bene come si costituisce ed é costituito.

Un disegno ,questo,che potrebbe essere nato in qualche mente  raffinata  a tutto danno dei Testimoni di Giustizia  il cui interesse dovrebbe ,invece,essere quello di restare  UNITI e  sottoposti ad un’unica legge nazionale.