Il prossimo 21 dicembre inizierà – davanti il GUP di Roma – il processo “Erostrato”,che ha ad oggetto le infiltrazioni ndranghetiste nel territorio di Viterbo. Nel gennaio 2019 i carabinieri del nucleo investigativo di Viterbo, coordinati dai procuratori della Dda di Roma Giovanni Musarò e Fabrizio Tucci, hanno arrestano capi e gregari di un’associazione a delinquere autoctona che per quasi due anni ha messo spalle al muro imprenditori e semplici cittadini. Dalla lettura dell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari dott.ssa Flavia Costantini – scaturita dalla relazione investigativa del sostituto procuratore Giovanni Musarò, aggiunto alla DDA di Roma e braccio destro del Procuratore Capo Prestipino – emerge che il capo del sodalizio criminale aveva forti legami con la cosca ‘ndranghetista dei GIAMPA’/TROVATO. Per questo motivo l’associazione Antonino Caponnetto ha deciso di costituirsi parte civile. E’ l’ennesima conferma che la nostra associazione nella lotta alle mafie non fa sconti a nessuno.
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Viterbo “Operazione Erostrato” – Ecco come la DDA di Roma ha incastrato il “mini boss” Trovato e i “suoi” soldati albanesi
I legami di Giuseppe Trovato con la cosca ‘ndranghetista dei GIAMPA’/TROVATO, il lessico calabrese, gli accordi con esponenti della Camorra o delle bande sarde. Le intimidazioni, le teste mozzate di animali, le carte napoletane (6 di bastoni rovesciato) e la dichiarazione di guerra alle altre bande rivali “il Milan ha vinto alla Juventus”
di redazione
19 FEBBRAIO 2019
VITERBO – Ieri mattina si è svolta l’udienza del Riesame chiesta dall’avvocato di Giuseppe Trovato, il quale, ha rilasciato ai colleghi di un portale online locale la seguente dichiarazione: “Intercettazioni inutilizzabili e non c’è alcuna associazione o metodo di stampo mafioso”. Non ha dubbi il difensore di Giuseppe “Zì Peppino” Trovato, presunto boss del sodalizio criminale sgominato con i tredici arresti messi a segno lo scorso 25 gennaio a Viterbo su disposizione della Dda di Roma.
Il legale, l’avvocato Giuseppe Di Renzo del foro di Vibo Valentia, lo ha detto ieri ai giudici del tribunale della libertà di Roma, discutendo il ricorso al Riesame per ottenere la revoca o un alleggerimento della misura di custodia cautelare a carico del 43enne titolare di tre Compro oro del capoluogo, originario di Lamezia Terme, residente da una quindicina di anni a Viterbo, ritenuto ai vertici dell’organizzazione.
L’avvocato non ha fatto però i conti con prove schiacciante che inchiodano alle proprie responsabilità Giuseppe Trovato. Adesso pubblichiamo integralmente e in esclusiva, parte dell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari dott.ssa Flavia Costantini scaturita dalla relazione investigativa del sostituto procuratore Giovanni Musarò, aggiunto alla DDA di Roma e braccio destro del Procuratore Capo Prestipino:
I controlli sul territorio sopra riportati testimoniano la frequentazione, assidua e costante nel tempo, di Giuseppe TROVATO con esponenti della cosca ‘ndranghetista dei GIAMPA’/TROVATO di Lamezia Terme, in particolare con i fratelli TROVATO Luigi e TROVATO Franco.
Le indagini e le intercettazioni eseguite nel presente procedimento penale hanno fornito ulteriori dati di rilievo in merito ai contatti di Giuseppe TROVATO con ambienti di ‘ndrangheta, emergendo altresì che questi -in alcune conversazioni con i sodali Luigi FORIERI, Sokol DERVISHI, PAZOZI Spartak o con il padre TROVATO Domenico – ha ripetutamente affermato di avere in passato assicurato aiuto economico ad alcuni di tali soggetti, di avere fornito supporto logistico a latitanti (cfr. progr. 609 del 13/7/2017 con Luigi FORIERI) o, ancora, di essersi messo a disposizione di corregionali, imputati in processi per reati di mafia, tra i quali i citati TROVATO Luigi e TROVATO Luciano, imputati nel processo denominato “Perseo”, scaturito da un’operazione di polizia giudiziaria che nel luglio 2013 aveva disarticolato la cosca GIAMPA’ .
Tra i dialoghi intercettati nel presente procedimento, a titolo esemplificativo, si richiamano:
la conversazione (cfr. progr. 7050 del 22/1/2018) tra Giuseppe TROVATO ed il padre Domenico, nel corso della quale il primo, commentando l’assoluzione nel processo
Perseo di alcuni prossimi congiunti o conoscenti, comunica che è arrivato il momento di recuperare le somme prestate in passato per sovvenzionare la carcerazione di alcuni familiari (“ci dico cugì mi potete dare 20 mila euro che servono a certi amici là, ricuci moli che il prossimo mese vengo e me li piglio…ci dico Franco mi servono ventimila euro che dobbiamo aiutare un amico, vedi di trovarli ..agli amici li vonno quelli è, pure poco a poco alla volta, perché pure quelli tengono problemi di ergastoli e rate, mica solo tu, anzi a te dice bono che ti sei fatto otto anni“).
Nel corso della medesima conversazione i due lasciano chiaramente intendere di avere a disposizione, pronte in caso di necessità, armi da fuoco; in particolare, Giuseppe TROVATO, nello stigmatizzare la scarsa affidabilità di un cugino che non gli ha fornito un giubbotto antiproiettile richiesto, riferisce al padre che il cugino gli ha lasciato intendere di avere armi da fuoco del tipo di quelle possedute da loro (“abbiamo questo, abbiamo quello, lo sai che hanno quelle tre co a piombo, tre o quattro ne hanno di quelle come le abbiamo noi..”);
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la conversazione (cfr. progr. 7069 del 22/1/2018), riportata nell’ambito della “vicenda CASERTANO”, nella quale il TROVATO si informa su eventuali collegamenti del CASERTANO con ambienti della criminalità organizzata campana e, a tal fine, contatta un suo amico, PILEGGI Danilo, segnalato dalla PG come soggetto con precedenti per delitti di associazione mafiosa, dicendogli di informare un altro soggetto, vicino al PILEGGI e chiamato fratello dal TROVATO, rappresentandogli che è in corso una “guerra” che lui sta vincendo (“il Milan ha vinto alla Juventus”) anche se ha riportato ferite (“ho qualche residuo”, riferimento alle ustioni riportate dal TROVATO nell’attentato ai danni del GRAZINI: vedi infra, capo 14) 2.
Un riferimento alla “guerra” di mafia combattuta a Viterbo verrà poi fatto da TROVATO Giuseppe anche nel corso di una successiva conversazione con il sodale FORIERI Luigi, captata in data 17.08.2018 a bordo dell’autovettura Audi A5 (prog. 8855, R.I.T. 5143/2017). Nella circostanza il TROVATO, lamentandosi del fatto che i cugini non gli stavano restituendo la somma che lui aveva loro prestato in passato, rileva che i medesimi cugini non gli avevano neanche fornito un apporto TROVATO, quando a Viterbo c’era la guerra, riferendosi ai problemi che l’organizzazione ha dovuto affrontare per conquistare il controllo del mercato dei compro-oro (<<[…] Ma perchè ha fatto qualcosa che mi ha aiutato a Viterbo. Ma lui è venuto nella guerra? Nel casino è venuto?… Ma lui è venuto nel casino là? Ha lasciato qua. Ci siamo noi e io boh… […]>>).
Particolarmente significative, al fine di dimostrare i rapporti stabili ed attuali fra TROVATO Giuseppe e la ‘ndrangheta operante in Lamezia Terme, risultano alcune conversazioni registrate nel Luglio 2017 richiamate nella INFO PG, che di seguito si riporta nella parte di interesse:
“Tali rapporti emergono anche dalle conversazioni “tra presenti”, intercettate all’interno dell’autovettura dello stesso TROVATO, durante le quali questi fa riferimento a soggetti, fatti e dinamiche riconducibili ad organizzazioni criminali operanti nel comune d’origine, Lamezia Terme, e dai successivi accertamenti svolti da questa P.G.. Tra le varie conversazioni captate, si riportano alcune riguardanti l’“ospitalità” offerta ai “cugini”, venuti a Roma per partecipare ad un processo presso la Corte di Cassazione che li vede coinvolti quali imputati:
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il 13 luglio 2017, alle ore 00.30 circa, TROVATO si trova nella sua autovettura con FORIERI Luigi e tra le altre cose, discutono dei rapporti, anche di natura economica, che hanno avuto con un latitante da loro indicato come il “dottore” [Forieri:<<…Hai visto quando ti dicevi i soldi è meglio che li damo al dottore che una qualsiasi altra persona, quante volte te l’ho detto tu devi esse sincero Pe’,il dottore come lo chiami c’è, per me il dottore c’è stato Pe’, io non te posso di de no, il dottore era latitante, ok? era latitante e è annato giù a parlà con quell’altri e gli hanno detto…>>; TROVATO: <<è t’ha fatto nu bello favore>>; Forieri: <>; TROVATO: << a te t’ha fatto nu bello favore>>; Forieri: <>; TROVATO…inc… Forieri: <>; TROVATO: <<…inc…e lo saccio che non c’eri tu però ha detto…u mitra, li sparo a tutti e quattro>>; Forieri: << e fa beneI>>; TROVATO: <>;
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alle ore 11.30 circa dello stesso 13 luglio, TROVATO viaggia in macchina con il suo uomo di fiducia, DERVISHI Sokol, e parla dei “cugini”, Luigi detto Gino e Luciano, e delle loro vicissitudini giudiziarie che stanno per affrontare presso la Suprema Corte di Cassazione [TROVATO: <>; DERVISHI: << ma perché devono venire a dormire a casa>>; TROVATO: <<perchè devono dormire là>>; DERVISHI: <>; TROVATO: <>; DERVISHI: <> TROVATO: <>; DERVISHI: <>; TROVATO: <>; DERVISHI: <>; TROVATO: <>; DERVISHI: <>; TROVATO: <<eh…però è venuto qua hai capito ha parlato con questo professore della Cassazione no, per vedere se torna indietro la Cassazione sia per loro che per il fratello, mo’ si ripete il processo o si trovano un altro Giudice, hai capito che ti voglio dire, lo sai come è no>>; DERVISHI: <>; TROVATO: << che ti è andata bene, quello di prima mi voleva condannare il primo, il secondo mi voleva assolvere e il terzo mi ha…hai capito, quelli rinviano per vedere se c’hanno il giudice che possono (inc.)>>; DERVISHI: >; TROVATO: <<(inc.)…avvocati, in Cassazione, capì e quelli cercano il Giudice giusto>>; DERVISHI:<< funziona dappertutto così>>; TROVATO: <>;…omissis…TROVATO: <<perché quelli gli avvocati sanno quando rinviare, perché dice poi troviamo il bravo e lo inculiamo e (inc)…>>];
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dopo le ore 12 del 13 luglio 2017, TROVATO, mentre è ancora in auto con DERVISHI Sokol, effettua una telefonata al “cugino” Gino con il quale parla di un albergo da cercare a Roma e poi, tra le altre cose, dice al suo interlocutore che l’indomani dovrà “rimanere a Roma fino a mezzogiorno con loro poichè lo hanno detto quelli giù” e che, al termine dell’udienza, i “cugini” sapranno se verranno arrestati o assolti. E’evidente che TROVATO ha ricevuto precise disposizioni da Lamezia Terme, per ospitare i “cugini”;
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poco prima delle ore 20 del 13 luglio, TROVATO, da solo, parte per Roma. Lungo il tragitto effettua una serie di telefonate con le quali prende accordi con i “cugini” calabresi per incontrarsi presso l’hotel “Casa Valdese”, ubicato in Roma via Alessandro Farnese n. 18. Giunto nella Capitale, TROVATO incontra Gino e Luciano, con i quali va prima a cena e poi in un night club, ubicato lungo via Tuscolana;
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il giorno seguente (14 luglio), TROVATO parla al telefono con la madre, raccontandole che il processo dei “cugini” è andato bene, grazie al loro avvocato, facendo anche riferimento ad un contrasto interno ad un ambiente criminale. Questo il sunto della conversazione: <>.
I rapporti esistenti tra TROVATO Giuseppe e la cosca GIAMPA’ risultano confermati dalle più recenti risultanze, compendiate nella nota nr. 115/22-1-103-2017 del 17/7/2018, n. 115/22-1-116-2017 del 13/8/2018, n. 115/22-1-117 del 31/8/2018.
Dalla nota del 17 luglio 2018 emerge che:
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TROVATO Giuseppe in data 30.06.2018, accompagnato dal sodale PATOZI Spartak, si reca in Calabria per festeggiare l’assoluzione del già citato TROVATO Franco dall’accusa di concorso nel delitto di omicidio volontario (sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro del 27.06.2018, in primo grado TROVATO Franco era stato condannato all’ergastolo);
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TROVATO Giuseppe rivendica l’apporto fornito, in termini economici, a TROVATO Franco, durante il suo periodo di detenzione ed in particolare l’elargizione della somma di € 100.000,00 corrisposta, nel tempo, nelle mani del fratello di quest’ultimo, TROVATO Luigi detto Gino; somma in parte proveniente anche da diversi componenti del sodalizio mafioso operante in Viterbo, in particolare da FORIERI Luigi e dagli albanesi;
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i “cugini lametini” sono perfettamente consapevoli del fatto che TROVATO Giuseppe ha costituito un sodalizio operante in Viterbo, composto in parte da albanesi, e da un lato ne criticano le modalità operative troppo spregiudicate e, dall’altro, rilevano che comunque anche tale organizzazione, essendo capeggiata da un calabrese (cioè da TROVATO Giuseppe), deve in qualche modo rendere conto alla Calabria.
Il viaggio a Lamezia Terme del 30.06.2018
Il 30 giugno 2018, TROVATO, a bordo dell’autovettura Audi A5, si reca in Calabria, unitamente al sodale PATOZI Spartak.
Dalle conversazioni registrate sul mezzo si comprende che il viaggio a Lamezia Terme è finalizzato a “festeggiare” l’assoluzione di TROVATO Franco. Come si è già accennato, quest’ultimo – nell’ambito di uno stralcio del processo in appello dell’operazione “Perseo”, nei confronti del clan “Giampà”– in primo grado era stato condannato all’ergastolo per aver fornito appoggio logistico ai killer di CHIRUMBOLO Giuseppe, ucciso nel corso di un agguato di mafia a Lamezia Terme il 31.03.2010. Con sentenza della Corte d’Assise di Catanzaro del 27.06.2018 TROVATO Franco è stato assolto e rimesso in libertà.
Alle ore 20:57, la coppia TROVATO/PATOZI giunge a destinazione. Dal tracciato del GPS installato a bordo dell’autovettura si evince che la stessa si ferma all’interno del piazzale di un’abitazione ubicata in Contrada Lagani, via Pietro Mancini 22, Lamezia Terme (CZ). Il terreno11 dove sorge l’abitazione (non censita al Catasto Urbano dell’Ufficio Provinciale del Territorio di Catanzaro12) risulta di proprietà dei fratelli TROVATO Luciano, TROVATO Franco e TROVATO Alessandro e di CIMINO Monica, moglie dell’altro fratello TROVATO Luigi detto “Gino”.
Già da precedenti accertamenti era emerso un forte legame tra i fratelli TROVATO e l’odierno indagato TROVATO Giuseppe, che li definisce “cugini” e che va presso la loro abitazione ogni volta che si reca in Calabria.
Il giorno successivo (1.07.2018), alle ore 12:10 circa, TROVATO Giuseppe e PATOZI Spartak si recano presso l’abitazione sita in contrada Lagani per partecipare ad un pranzo con la “famiglia” dei fratelli TROVATO.
Dalle conversazioni captate successivamente emerge che durante il pranzo TROVATO Giuseppe ha ricordato di aver sostenuto economicamente la “famiglia” durante gli ultimi anni – nel corso dei quali i fratelli TROVATO Luciano e TROVATO Franco avevano dovuto affrontare i vari gradi di giudizio scaturiti dalle vicende giudiziarie connesse all’operazione “Perseo”– facendo presente di avere sborsato complessivamente una somma oscillante intorno ad € 100.000,00.
In tale circostanza appare significativa la presenza di PATOZI Spartak, il quale ha partecipato al pranzo quale uomo di fiducia di TROVATO Giuseppe ed è stato “introdotto” nella “famiglia” TROVATO come lo era stato in passato il DERVISHI13.
Da una conversazione tra TROVATO Giuseppe e PATOZI Spartak, intercettata al termine del pranzo, emerge che nella circostanza i cugini hanno criticato la condotta troppo spregiudicata di TROVATO Giuseppe a Viterbo, accusandolo di volere fare il boss (<<TROVATO: <<Io non voglio fare il boss…io mi voglio difendere…omissis…Gli dà fastidio perché là…comandiamo noi…omissis…Comandi tu…vuol dire che l’albanese non deve comandare manco più…omissis…Per mettere la pace…perché poi mi servono tutti e due…>>)14.
Nella successiva conversazione intercorsa tra TROVATO e PATOZI, il primo, sempre riferendosi all’incontro avvenuto a pranzo, ribadisce di aver prestato nel tempo la somma di € 100.000 euro a “Gino” (TROVATO Luigi) e aggiunge che come “ringraziamento” si accontenterebbe anche di un’autovettura (TROVATO: <<…che la macchina me la compra, però quando gli ho detto centomila gli ha preso un infarto>>)15
Nella successiva conversazione emerge ancora una volta la posizione di creditore di TROVATO Giuseppe nei confronti dei parenti calabresi. A tal proposito, si capisce anche che il denaro versato ai “cugini” è stato corrisposto in parte dall’indagato FORIERI Luigi ed in altra parte dai sodali albanesi16:
Ambientale n. 7634 – R.I.T. 5143/2017 Audi A5 Interlocutori: TROVATO Giuseppe/ PATOZI Spartak il 1° luglio 2018 – ore 23.18.31 Stralcio |
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Interlocutori |
Conversazione |
Commenti |
TROVATO |
…i fatti dopo verranno, ma tu dopo mettimi alla prova, no dopo ti metto alla prova io a te quando …inc…i soldi. No già ti ho messo alla prova, vediamo, io ho quell’accendino personale… |
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…omissis… |
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PATOZI |
…ma tu puoi mettere alla prova, ma come hai mangiato tu però… |
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TROVATO |
eh, mo, mo ti metto io alla prova a vedere quanti soldi mi…inc… |
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…omissis… |
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PATOZI |
…eh,…inc…questo non vuole andà di là … inc… macchina, beh è un peccato che la dai via Zì… |
Si riferisce all’autovettura di Trovato che verrà sostituita, a suo dire, da quella che gli verrà data dal cugino come restituzione di parte del debito. |
TROVATO |
…e beh..inc…intanto me la regala… |
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…omissis… |
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TROVATO |
…e mo ti metto io alla prova …inc…dopo, dopo ti dico, cugì…inc…alla prova qua, mo non mi ha dato niente, quindi alla questa prova tu …inc…nessuno, quindi se tu.. |
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PATOZI |
…inc… |
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TROVATO |
…io ti ho messo alla prova no? |
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PATOZI |
…no ancora, tu ci rispondi sta prova non lui , perchè …inc..sei fatto qui…inc…cugino mo eh… |
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TROVATO |
…inc…cugì ti ricordi quando hai detto… |
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PATOZI |
…inc…alla prova… |
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TROVATO |
…che dici ..inc..alla prova no? allora non mi ha dato niente, non c’è problema grazie! |
Travato si riferisce al fatto che il cugino non si è sdebitato per quanto fatto da lui per la “famiglia”. |
PATOZI |
…ma non credo che… |
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TROVATO |
ma tu ..inc…il discorso della prova, …inc…l’ho da …inc..io, |
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PATOZI |
…bravo, non tu… |
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TROVATO |
….inc…ti hanno aiutato a te per me, e mi sono indebitato con loro per te.. |
TROVATO si riferisce ai soldi versati ai “cugini” che si è fatto prestare da FORIERI Luigi e dagli “albanesi”. |
PATOZI |
…per te bravo… |
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TROVATO |
…quindi tu non metti alla prova nessuno, la prova tua lo sai qual era? regalarmi la macchina e darmi centomila euro… |
Si riferisce alla restituzione della cifra versata ed al “regalo” (una macchina) da parte dei “cugini”. |
PATOZI |
Bravo! |
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TROVATO |
…non me li hai dati, allora figurati se ti dico fai questo, nessuno farà questo se tu mi torni i soldi indietro… |
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…omississ… |
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TROVATO |
…dico ti ho messo io, tu vuoi mettere alla prova gli amici miei… |
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…omissis… |
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TROVATO |
…prima diamoci i soldi, vediamo di…inc…e dopo ti diamo quello che vuoi tu… |
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PATOZI |
…quello che te pare… |
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TROVATO |
ok quello che te pare, però vogliono cento carte che non ha…inc… |
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PATOZI |
…che non hai dato… |
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TROVATO |
…gratis questi perchè sono i soldi tua, Gigi con cinquatamila, e cinquanta agli albanesi, capito? |
Trovato afferma che i soldi versati ai cugini calabresi sono in parte di Forieri Luigi ed in parte degli albanesi, quindi di fatto dell’organizzazione indagata nel presente procedimento. |
PATOZI |
…ahhh… |
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TROVATO |
…ehh cugì, la prova tu non…inc…a nessuno su…inc…i soldi… |
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PATOZI |
…eh senza niente come fai a farla la…inc… |
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TROVATO |
…so soldi loro eh… |
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TROVATO |
”ah ma io pensavo erano i tuoi”, eh ma te non t’interessa di dove erano…inc...i soldi, io mi hai chiesto diecimila, quindicimila, ventimila… |
Si riferisce al fatto che il cugino non sapeva che i soldi fossero anche dei sodali di Trovato Giuseppe. |
PATOZI |
…ventimila, bravo, bravo… |
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TROVATO |
…te li ho trovati, avevi problemi tu, stai bene e cacci centomila… |
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PATOZI |
…bravo, li cacci perché è una cosa giusta… |
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TROVATO |
…è una cosa giusta non è che una prepotenza… |
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PATOZI |
…non è una prepotenza bravo, non è che ti sto superando… |
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TROVATO |
…inc.. |
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PATOZI |
…è una cosa proprio de rispetto… |
Una volta rientrato a Viterbo, TROVATO Giuseppe racconta al sodale PATOZI Shkelzen, fratello di Spartak, dettagli del viaggio in Calabria, dai quali si desume che ha in qualche modo reso partecipe la sua famiglia d’origine della strategia criminale che la sua organizzazione sta attuando a Viterbo1:
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Ambientale n. 7690 –R.I.T. 5143/2017 Audi A5 targata EL234NK
Interlocutori: TROVATO Giuseppe/ PATOZI Shkelzen
il 3 luglio 2018 – ore 13.13.31
Stralcio
Interlocutori
Conversazione
Commenti
TROVATO
…quindi se mi ha chiamato mio padre zi, vuol dire che c’è una situazione….o no…
Il riferimento è ad una telefonata, non censurata, intercorsa tra Trovato Giuseppe ed il padre Domenico evidentemente successiva al “summit” con i fratelli Trovato.
PATOZI
ma con calma…(inc)
TROVATO
…vabbè, due cose mi hanno detto che le posso fare…e poi basta….
Si riferisce ad altri due atti intimidatori
PATOZI
più quell’altra lui….che se metti caso dopo….(inc)
TROVATO
…se la vede lui…dice te la vedi tu…perchè io ho pensato così, poi te l’ho detto per prevenire, però….
PATOZI
…se tu mi dici che va bene…
TROVATO
…va bene, gli facciamo il gioco, la cosa nostra no….però capisce che gliel’abbiamo detto…
PATOZI
…si, perchè se noi non lo diciamo…..
TROVATO
…quelli continuano…e dopo può darsi che c’è arrivato però io almeno, prima abbiamo litigato con questo e poi una volta ci…inc…anche la macchina…e io per lavorare …però
Trovato si riferisce sempre agli atti intimidatori compiuti al fine di controllare il mercato dei compro-oro
…omissis…
TROVATO
…e se questi mi cacciano un giorno, non è più pericoloso, io ve lo sto ragionando, parlare chiaro è una bella cosa, se è apposto è tutto apposto…..
PATOZI
..non è che questo un domani viene qua e…dice così….
TROVATO
tu non fai…inc…più niente…perchè dopo…
PATOZI
me la prendo con te io, perchè dopo….
TROVATO
devi essere tu a dire, vedi che là, parlare chiaro è una bella cosa…e se oggi mio padre mi ha chiamato c’è un qualcosa di grosso…qualche cosa…vabbè che era incazzato…tu finiscila e…inc…nelle furbizie…e lui mi ha fatto capire pure di quell’altro capito…con quello….non poteva parlare… perchè già…Ginuzzo mi ha visto troppo…e dopo che fa la…inc…e lo smontano, cioè non è che adesso, e che cazzo è invincibile….a meno che non è fortunato, non ti dura la fortuna capito…ha fatto pure più del dovuto, che neanche lo fanno qua…perché sempre…
PATOZI
Perché quello ha cercato di dirti…prendi un po’ di tempo e dopo….
TROVATO
…perché dopo ce la vediamo noi….
…omissis…
TROVATO
…oh zi, prendi atto, prendiamo atto di queste cose, perché se mi ha chiamato lui c’è qualcosa che, non ci litighiamo con tutti….
PATOZI
…adesso vediamo….
TROVATO
…perché il nero pure a me non mi piace, infatti tu dice, non te lo fare nemico perché sa tutto…
Trovato parla di Dervishi Sokol (il nero) e del fatto che pur non essendo più affidabile conosce troppe cose ed meglio non farselo nemico.
In una successiva conversazione TROVATO riferisce a PATOZI Shkelzen che il padre Domenico ed uno dei cugini (Franco o Luigi detto “Gino”) in passato avevano rischiato di essere ammazzati (probabilmente nel corso della guerra tra i GIAMPÀ ed il clan TORCASIO) e aggiunge che gli equilibri ed i ruoli della “famiglia d’origine” stanno cambiando perché il cugino (Franco o Luigi, non viene specificato) è il nuovo “capo” di quel gruppo criminale, con il quale lo stesso TROVATO Giuseppe continua a mantenere rapporti [TROVATO: <<……un altro poco e mi mettevo contro mio padre e mio cugino…però mio padre con mio cugino loro… diciamo…inc…lo volevano ammazzare a mio padre e a mio cugino… capito… perchè mio padre era … quando appoggiava con i vecchi capito mio cugino eh…inc…però vanno d’accordo… perchè io quando ho parlato male… mi dispiace c’era pure tuo fratello…c’ho detto …ha detto non dire queste cose dobbiamo parlare prima…mio padre… allora dice ma vattene boh parti…non mi fare preoccupare dice tuo fratello…omissis…Perche mo’ mio cugino…inc…però non lo sa nessuno diventerà un lui… hai capito cosa voglio dire? perchè come ha parlato… tuo fratello se ne è accorto.. si sente ormai… ormai è lui il numero uno…. però non lo dobbiamo far sapere a nessuno… hai capito...omissis>>1.
La condanna definitiva di TROVATO Franco
Il 14 luglio 2018 la Corte di Cassazione1, nell’ambito del processo “Perseo”, ha condannato in via definitiva, tra gli altri, TROVATO Franco alla pena di anni 9 di reclusione per il delitto di partecipazione ad associazione mafiosa (cosca Giampà).
Due giorni dopo -il 16.07.2018, alle ore 21:102- TROVATO Domenico riferisce al figlio Giuseppe di aver saputo da “Gino” (TROVATO Luigi, fratello di Franco) che Franconon ha preso bene la notizia della condanna ed ha reagito in maniera scomposta. Inoltre, l’avvocato ha chiesto la parcella e “Gino” non riesce a pagare la somma richiesta, avendo comunque già versato “10.000 e poi 20.000 euro”.
Nella circostanza TROVATO Giuseppe ribadisce al padre di aver già versato, in diverse occasioni, la somma totale di circa € 100.000,00 ai “cugini” per le spese legali e aggiunge che comunque il successivo venerdì (20 luglio 2018) si recherà a far visita ai fratelli TROVATO a Lamezia Terme. Dal dialogo emerge che TROVATO Luigisi è lamentato con lo zio Domenico del fatto che i “prestanome” gli hanno “voltato la faccia” e si sono appropriati di una ingente somma di denaro riconducibile a Franco (€ 300.000,00/400.000,00).
Nel corso del dialogo, inoltre, TROVATO Giuseppe, facendo evidentemente riferimento al pranzo del 1.07.2018, critica il comportamento di Franco TROVATO, raccontando che ha fatto rimanere male Ricmond (cioè PATOZI Spartak), perché gli ha evidenziato che “il cugino tuo” (cioè TROVATO Giuseppe), anche se a Viterbo detta legge (“è un cristiano”), poi avrebbe comunque dovuto in qualche modo dar conto alla ‘ndrangheta di Lamezia.
Nella circostanza Spartak PATOZI avrebbe risposto che TROVATO Giuseppe ha amici importanti (“persone pesanti”) anche a Reggio Calabria, ma Franco TROVATOha replicato in modo tale da farlo restare male, evidenziandogli che quelli di Reggio non potevano mettere becco nelle questioni relative alla ‘ndrangheta del lametino: <<[…] Poi ha fatto rimanere male pure a quell’altro, a Richmond! Ci ha detto vedi che il cugino tuo a Viterbo è un cristiano. Ma perchè chi è che porta, sempre qua deve venire…. ma è normale che viene qua, però quando ha ragione ma poi con …incomprensibile… ha persone pesanti pure di sotto, di Reggio… ma che cazzo devono fare quelli di Reggio. Invece erano persone, ah Pà… io gli ho detto a cugì vedi che quella è una persona seria…ma dove vogliono venire quando, poi glielo dico io chi sono io e chi sono loro. […]>>.
Prog. 17547– R.I.T. 5147/17 utenza 3392887813 in uso a TROVATO Giuseppe Interlocutori : TROVATO Giuseppe, TROVATO Domenico 16 luglio 2018 – ore 21:10:22 Stralcio |
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Interlocutori |
Conversazione
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Il viaggio in Calabria del 14.08.2018 e i legami fra FORIERI Luigi e la ‘ndrangheta.
Dalle successive note n. 115/22-1-116-2017 del 13/8/2018, n. 115/22-1-117 del 31/8/2018 e nr. 115/22-1-127-2017 del 6/09/2018 risulta che in data 14.08.2018 TROVATO Giuseppe e la compagna OUFIR Fouzia si recano nuovamente a Lamezia Terme, dove nei giorni successivi vengono raggiunti dai sodali PATOZI Spartak e FORIERI Luigi.
Dal tenore dei dialoghi intercettati fra il 12 e il 19 agosto 2018 emerge chiaramente che TROVATO Giuseppepretende dai cugini la restituzione delle somme versate, al punto che, unitamente al fidato PATOZI Spartak, valuta anche la possibilità di perpetrare un atto ritorsivo ai danni degli stessi (cfr. prog. 8849 R.I.T. 5143/2017 del 16.08.2018). Il FORIERI, viceversa, cerca di dissuadere TROVATO Giuseppe da tale proposito, evidenziandogli che altrimenti avrebbe fornito ai cugini la scusa per non pagare (cfr. prog. 8855 R.I.T. 5143/2017 del 17.08.2018) e si attiva per trovare l’appoggio di cosche di ‘ndrangheta diverse dai GIAMPA’ ma a questi vicine (vd infra).
Proprio per tale ragione, in occasione della permanenza in Calabria nell’agosto del 2018, emerge in modo chiaro che anche FORIERI Luigi è soggetto che vanta solidi legami con diverse articolazioni della ‘ndrangheta, sia del reggino (in particolare, a Scilla), sia a Pizzo Calabro, sia nel crotonese.
Più precisamente, il FORIERI rassicura Giuseppe TROVATO, dicendogli di avere ricevuto l’appoggio dal gruppo di Reggio Calabria (in particolare da tale“’zi Toni”) e si dichiara certo di riuscire a recuperare subito almeno la somma di € 50.000,00, perché TROVATO Franco, a differenza di quanto fatto con PATOZI, non avrebbe potuto dirgli di no, ben conoscendo i suoi collegamenti con le famiglie di ‘ndrangheta di Reggio (“tuo cugino sa la vita mia, cfr. proggr. 8719, 8720, 8271 del 11/8/2018, trasmessi, in allegato, alla nota – 116 del 13/8/2018).
Il maggiore “peso criminale” di FORIERI Luigi è oggetto anche di un dialogo tra TROVATO Giuseppe e OUFIR Fouzia captato in data 14.08.2018 (cfr. prog. 8804 R.I.T. 5143/2017): nella circostanza proprio la OUFIR sottolinea che il cugino del TROVATO non potrà adottare nei confronti di FORIERI Luigi il comportamento che nel giugno 2018 ha riservato a PATOZI Spartak, in particolare non potrà attaccarlo né farsi superiore, in quanto <<[…] Gigi ha le spalle coperte, sa di cosa parla…ha voluto farsi superiore (con PATOZI, n.d.r.)…magari con Gigi non lo può fare…non può rispondergli in questa maniera, capito? Gigi è un figlio di puttana […]>>.
In effetti le conversazione captate nei giorni successivi confermano che FORIERI Luigi può fare affidamento sull’appoggio di diverse famiglie di ‘ndrangheta, come emerge dal fatto che:
il 17 agosto si incontra a Lamezia con Giuseppe TROVATO ed il padre Domenico per concordare la strategia da attuare con Franco e Gino TROVATO; subito dopo, si fa accompagnare da Giuseppe TROVATO a Crotone per incontrare un soggetto a cui deve consegnare ingenti somme di denaro per conto di un imprenditore attivo nel viterbese (“ma lo sai perché so venuto giù, Peppì? Oh per portare giù què, io dentro casa ma lo sai quanti soldi c’avevo? Io tutti quei soldi dentro casa..”: cfr. progr. 8859 del 17/8/2018);
sempre in data 17 agosto 2018, FORIERI Luigi e TROVATO Giuseppe, unitamente alle compagne BRUZICHES Mariaena e OUFIR Fouzia, si recano a Scilla (RC) dove incontrano tale “zio Tony” presso il ristorante “Cala Delle Feluche”.
Detto ristorante è di proprietà di GAIETTI Rocco, nipote dell’omonimo soggetto appartenente di spicco della cosca “NASONE-GAIETTI”, egemone in Scilla (RC). In tale circostanza, TROVATO e FORIERI parlano anche di uno “zio Rocco” che non è presente in quanto reduce da un infortunio alla gamba e ricoverato in ospedale, probabilmente a Roma;
in data 19.08.2017 FORIERI Luigi e TROVATO Giuseppesi incontrano con BONAVOTA Giuseppe, detto “il dottore” (arrestato a Viterbo nel 2014, dopo un lungo periodo di latitanza), soggetto vicino a BONAVOTA Michele, cugino del capo della cosca BONAVOTA (cfr. progr. 8860-8861 del 17/8/2018).
L’incontro del 19.08.2018 è ancora una volta organizzato da FORIERI Luigi (cfr. nota del 6.09.2018) ed è estremamente soddisfacente in quanto TROVATO Giuseppe ottiene anche l’appoggio del BONAVOTA (cfr. prog. 8916, R.I.T. 5143/2017 del 19.08.2018 : «m’ha detto lo puoi fare il nome mio »);
da una conversazione captata in data 17.08.2018 (cfr. prog. 8860, R.I.T. 5143/2017) emerge chiaramente che gli incontri sopra descritti sono chiaramente finalizzati ad ottenere una “copertura” da parte di soggetti appartenenti a cosche vicine al clan “GIAMPÀ”, per cercare di recuperare il credito vantato nei confronti di TROVATO Luigi, TROVATO Franco e TROVATO Luciano.
Nella circostanza, in particolare, FORIERI Luigi evidenzia ripetutamente che possono fare affidamento anche sull’appoggio di “persone potenti” del crotonese, che sono in contatto con il soggetto (tale Stefano n.m.i.) per conto del quale lui ha portato i soldi da Viterbo (<<[…] quello li che m’ha dato tutta sta roba da portare giù a Manolo, pe portare giù a…si che lo conosci…(…)…e quello che c’ha tutti li contatti con ste persone potenti…se dopo ce serve… se me serve un favore dopo me lo devi fare…perchè qualsiasi cosa (inc.) […]>>).
Il concetto viene ribadito poco dopo, quando il FORIERIevidenzia che, tramite il soggetto di Crotone, avranno la possibilità di entrare in contatto con una famiglia potente (cfr. prog. 8861, R.I.T. 5143/2017 : <<[…] so sceso ho da fare quello che ho da fare, mi ha detto Stefano vai a conoscere questa persona, questo ha detto di Crotone è fortissimo, ok? Quello di Crotone è fortissimo (…) Perchè ci serve Mariè, a me me serve. Allora tu devi pensare una cosa, solo che dobbiamo andare a Pizzo… …inc… mi ha detto vai li perché quello vacci Gì, c’è serve perchè ci servono sempre (…) Poi mi ha detto che la famiglia di questo qui, non mi ricordo come cazzo si chiama…potente… […]>>) ed il TROVATO fa i nomi delle più importanti famiglie di ‘ndrangheta del crotonese (i VRENNA e i BONAVENTURA di Crotone, gli ARENA di Isola Capo Rizzuto, i GRANDE ARACRI di Cutro), evidenziando che sono tutti amici dei suoi cugini : <<[…]Ci sono i Vrenna, i Bona, ci sono Arena. Arena. Grande Aracri. Arena! C’è Arena, quello delle pale eoliche. Chilli sono amici, sono tutti amici dei cugini miei… […]>>.
In estrema sintesi, quindi, può dirsi che sono stati documentati rapporti costanti, risalenti nel tempo ed attuali fra soggetti appartenenti al sodalizio oggetto della presente indagine (nella specie, TROVATO Giuseppe e FORIERI Luigi) ed importanti famiglie di ‘ndrangheta, operanti nel catanzarese, nel crotonese e nel reggino.
La forza di intimidazione derivante dalla dichiarata appartenenza del TROVATO alla ‘ndrangheta
Nel corso dell’attività di indagine si è accertato che spesso TROVATO Giuseppe ha fatto pesare i suoi rapporti con la ‘ndrangheta e le sue origini calabresi quando si è interfacciato direttamente con la vittima di turno (cfr. infra, episodio ai danni di Piero CAMILLI- capo 12 ter-, di Gabriele PETRINI – capo 1-) o nell’ambito di colloqui con i sodali.
A titolo meramente esemplificativo, si richiamano le seguenti conversazioni, che saranno analizzate più approfonditamente nella parte relativa ai reati fine:
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progr. nn. 2200 e 2205 del 27/11/2017 e 220 nei quali il TROVATO commenta con il DERVISHI e con il COSSU Bertè l’approccio appena avuto con l’imprenditore Piero CAMILLI:
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prog. 2200, da cui emerge che il TROVATO ha lasciato intendere al CAMILLI di appartenere alla criminalità organizzata calabrese (“persone pesanti di giù”): “io voglio un ringraziamento ok ? a me di Pietro Marra e dell’amico napoletano non me ne frega un cazzo…qua per me non contano niente più…che dite così… Io sono venuto per presentarmi che sono stato io quello che vi ha cacciato dai guai e vi posso cacciare anche in futuro se avete altri guai, a me di Pietro Marra e il Napoletano o di altra gente Zizzi non mi interessa… io voglio solo un bel ringraziamento… quanto è proporzionato al problema che ti ho fatto….Gli ho detto arriviamo a un dunque e mi date soddisfazione perché io devo tenere conto a persone pesanti da giù..: “il mio cognome non è importante ve lo dirò al momento giusto…Se diventiamo amici te lo dirò…se siamo nemici non te lo dico…perché con me potete diventare amici o nemici e meglio se diventiamo amici Camì…)….”;
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progr 2205, nel quale il TROVATO riferisce di aver detto al CAMILLI che, se avesse aderito alle sue richieste, non avrebbe avuto problemi con i calabresi:” gli ho detto, speriamo che risolvete con me e niente diventiamo amici, non vi avvicina nessuno a voi, ve lo dico io! Né calabresi né sardi…gli ho detto se voi vi comportate bene con me, e ringraziate gli amici, quelli seri, voi avete un amico che vi possiamo aiutare in futuro..ok? che io so chi siete voi, avete tante cose belle e noi non approfittiamo di nessuno, il giusto, o no! …tu qua hai un amico, chiudi tutti i discorsi con me che ti ho aiutato io non loro”.
La fama criminale del TROVATO e il timore che incute nella popolazione viterbese emergono anche dalle deposizioni di alcune persone offese, che hanno fatto inequivoco riferimento al fatto che a Viterbo vi è la convinzione che TROVATO Giuseppe sia soggetto appartenente alla ‘ndrangheta, convinzione avvalorata dalla condotta ostentatamente intimidatoria adottata dall’indagato:
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GALLO Francesca Giulia, ex dipendente di TROVATO Giuseppe e vittima di un danneggiamento fattogli dallo stesso quale ritorsione per una controversia lavorativa, ha riferito 10: <>.
Con riferimento a quanto dichiarato dalla GALLO non è superfluo precisare che Franco COCO TROVATO è uno storico boss della ‘ndrangheta operante in Lombardia negli anni ottanta.
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Mauro PETRINI, padre di Gabriele, gestori di un compro oro, più volte oggetto di intimidazioni (incendio di due autovetture, ritrovamento di una testa mozzata d’agnello e imbrattamento del negozio), il 16 settembre 2017, tra le altre cose, (cfr. infra, capo 1), ha dichiarato11: <>.
L’importazione di lessico e metodologie calabresi
Dall’altra parte nel corso dell’attività di indagine ripetutamente sono state intercettate conversazioni da cui è emerso che TROVATO Giuseppe ha cercato di trasmettere ai sodali le modalità operative tipiche di alcune cosche di ‘ndrangheta, in primis quella di far pervenire un messaggio mafioso mediante il posizionamento di teste mozzate di animali davanti all’autovettura, ovvero dinanzi all’attività commerciale della vittima di turno (cfr. episodi ai danni di BACIANINI Fabiola, di PETRINI Gabriele e MACRI’ Eleonora, di DOBRE Costantin, LAZAR ION e CHIOVELLI Fabio, di Piero CAMILLI).
In una importantissima conversazione captata in data 8.10.2017 (cfr.R.I.T. 5143/2017 prog. 371) TROVATO Giuseppe ha spiegato a REBESHI Ismail che si tratta di una minaccia particolarmente efficace, perché la vista della testa mozzata di animale fa immediatamente intendere alle persone offese che dietro gli attentatori non ci sono persone del viterbese, ma soggetti appartenenti alle mafie tradizionali (<>).
Nel trasmettere ai sodali i valori e gli ideali della ‘ndrangheta, il TROVATO è arrivato al punto da far ascoltare a PATOZI Spartak una canzone che recita “la ‘ndrangheta è una legge di rispetto” (cfr. R.I.T. 5143/2017 progr. 3759 del 5 gennaio 2018).
E, in effetti, proprio PATOZI Spartak è uno dei sodali che si sono mostrati maggiormente recettivi agli insegnamenti del TROVATO, come emerge da diverse conversazione intercettate, nelle quali il PATOZI fa ripetutamente riferimento ai concetti di onore e rispetto (es. progr. 1937 del 18.11.2017: << allor Zì o siamo uomini d’onore (…) lui non sa bene cosa vuol dire uomo d’onore e rispetto… >>; R.I.T. 5143/2017, prog. 6178 del 12.05.2018: <>).
Giuseppe TROVATO gestisce, dunque, tre negozi “compro oro”, formalmente riconducibili ad una società di famiglia, con sede legale a Lamezia Terme.
Le attività di compro oro gestite dal TROVATO avevano segnato, nell’ultimo periodo, immediatamente antecedente ai fatti per cui si procede, un andamento negativo, atteso che il volume di affari, pari ad €. 2.818.681 nel 2013, era sceso notevolmente nel 2015, raggiungendo un valore pari ad €.1.663.666.
Dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali è emerso come la necessità di imporsi nel settore dei compro oro ha rappresentato la ragione principale che ha spinto, ossessivamente e con cadenza pressoché quotidiana, Giuseppe TROVATO ad ideare, programmare ed eseguire azioni intimidatorie e violente nei confronti di concorrenti del settore al fine di costringerli a cessare dalla attività (cfr. infra, vicende CARRINO, BACIANINI) ovvero, una volta intimoriti, a scendere a patti con lui, conosciuto nell’ambiente come soggetto malavitoso (cfr.infra, per tutte, la vicenda relativa a Gabriele PETRINI).
Sul punto, si tratterà di seguito nello specifico.
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Dalle indagini è, altresì, emerso che il TROVATO ha saldato i suoi interessi a quelli dell’albanese REBESHI Ismail, dedito al traffico di stupefacenti e titolare di una discoteca per stranieri (il Range Club), interessato a controllare, in via esclusiva, il settore dell’organizzazione di serate danzanti per stranieri residenti nel viterbese, avvalendosi, per l’esecuzione delle azioni incendiarie, di manovalanza straniera, per lo più albanese (DERVISHI Sokol, i fratelli PATOZI Spartak e Shkelzen, GURGURI Gazmir), disposta a tutto per il TROVATO ed il REBESHI, riconosciuti e chiamati “capi”.
La saldatura tra gli interessi del TROVATO e quelli degli albanesi è ben rappresentata dal termine “fusione”, utilizzata da uno dei congiunti del TROVATO in merito alla associazione creata in Viterbo, come spiegato da quest’ultimo al sodale Spartak PATOZI in una conversazione intercettata(cfr. progr. 1937: all. 3 fascicolo A della INFOPG, così testualmente Giuseppe TROVATO a Spartak PATOZI “…lo sai che ha detto -riferito al prossimo congiunto, nde –..minchia avete fatto una bella fusione, Calabresi e Albanesi.. la meglio fusione che c’è in tutto il mondo”) ……………………………………………..
…………………………………………. la cifra stilisticadell’organizzazione in questione sia l’impiego sistematico della violenza, esercitata per lo più con materiale esplodente o con metodi tipici della criminalità mafiosa tradizionale; tale cifra stilistica, già ben conosciuta nell’ambiente della concorrenza rumena/albanese e della delinquenza viterbese (cfr., infra, episodi ai danni del CASERTANO, del DOBRE Costantin, richiesta di intervento a favore di un detenuto vessato da altri detenuti), si è progressivamente diffusa nella intera collettività viterbese (cfr., infra, dichiarazioni di DELLA ROCCA e GRAZINI) ed è temuta per la vastità degli interessi illeciti coltivati e per la brutalità con cui agiscono gli aderenti alla associazione.
E la migliore dimostrazione della forza di intimidazione che promana da tale organizzazione è rappresentata dall’atteggiamento omertoso delle persone offese che, letteralmente terrorizzate, non hanno mai esplicitamente fatto riferimento al REBESHI o al TROVATO come possibili autori delle azioni a loro danno (fatta eccezione per le prime dichiarazioni del PETRINI, prima della resa totale al TROVATO, e a quelle del DOBRE) o addirittura non hanno presentato denunce (cfr. ABATECOLA, GUIDOZZI, MAIUCCI, CASERTANO, CAMILLI), pur a fronte di situazioni obiettivamente insostenibili.
In alcuni casi le persone offese, convocate per essere escusse a sommarie informazioni, hanno preferito assumere atteggiamenti reticenti e nei casi in cui, sollecitate dalla PG operante, hanno fornito informazioni, subito dopo la convocazione, in preda ad un vero e proprio terrore, hanno cercato di mettersi in contatto con il TROVATO per ridimensionare, agli occhi di questi, la portata di quanto accaduto e per scongiurare ritorsioni fisiche ai loro danni (cfr. PIERGENTILI e PETRINI).
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è importante sottolineare, sin da ora, che il rapporto fra TROVATO/REBESHI ed i concorrenti è costantemente connotato da un atteggiamento intimidatorio dei primi e da uno stato di soggezione dei secondi.
Il sodalizio esprime verso l’esterno la forza intimidatrice con concreti atti, tipici delle organizzazioni mafiose storiche, tant’è vero che ogni qualvolta si imbatta in un soggetto – sia pure non titolare di attività economiche concorrenti con quelle della associazione- che intenda frapporre ostacoli anche esercitando legittimamente un proprio diritto (cfr. infra, i casi eclatanti dell’avv. ALABISO o del GUIDOZZI) o che tenga comportamenti ritenuti irrispettosi dai vertici solo perché non a loro compiacenti (cfr. episodi, MAIUCCI, PIZZI), l’associazione reagisce con violenza al fine di ostentare e sottolineare la caratura criminale e la propria forza intimidatrice.
Si tratta di una condotta tipica delle organizzazioni mafiose che operano su un determinato territorio, il cui “prestigio” non può assolutamente essere messo in discussione da nessuno: non a caso nel corso dei dialoghi intercettati si evidenzia spesso la necessità che la gente abbia rispetto.
In tale ottica, come di seguito meglio specificato, si collocano gli episodi di seguito indicati, tutti caratterizzati da una matrice “ritorsiva”:
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l’attentato ai danni di Rinaldo DELLA ROCCA (capo 13), imprenditore e componente della commissione per il rilascio delle autorizzazioni a discoteche, che aveva negato l’autorizzazione per la riapertura al Rebeshi;
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l’attentato ai danni dell’avvocato ALABISO, reo di avere difeso una persona offesa, costituita parte civile, in un processo penale per ricettazione nei confronti del TROVATO;
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l’attentato ai danni del brigadiere PIZZI, reo di avere partecipato alle indagini che avevano portato all’arresto di David REBESHI, fratello di Ismail, per la detenzione di 38 Kg di marijuana;
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l’attentato ai danni di Andrea GUIDOZZI, reo di non avere accettato l’opera di “intermediazione” del TROVATO al fine di indurlo a rinunciare ad un’azione civile di risarcimento danni nei confronti di un conoscente del TROVATO;
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l’attentato ai danni del buttafuori MICOZZI, reo, con gli addetti alla sicurezza della sua agenzia, di avere impedito al REBESHI, su direttiva del proprietario della discoteca CHIOVELLI, di fare accesso alla serata in discoteca organizzata dai concorrenti Dobre e Lazar;
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l’attentato ai danni di Sergio MAIUCCI, gestore di un distributore di carburante, sospettato di avere cagionato un danno al motore dell’autovettura del TROVATO erogando una miscela di gasolio allungata con acqua;
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l’attentato ai danni di ABATECOLA Emanuele, reo di avere “tradito” il rapporto con il TROVATO di procacciamento di clienti, concludendo affari con il rivale PETRINI.
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Il pestatggio ai danni del pregiudicato viterbese Giovanni BIOSA, sospettato di avere danneggiato l’autovettura di DERVISHI Sokol e reo di avere danneggiato un locale pubblico in una zona del territorio di Viterbo, controllata dalla associazione, senza il permesso di quest’ultima
Il manifesto del metodo con il quale gli associati intendono imporre la sopraffazione nella realtà viterbese è plasticamente rappresentato da una frase pronunciata dal TROVATO all’inizio del gennaio 2018, dopo aver confidato alla compagna OUFIR Fouzia gli attentati in sequenza che ha in mente di compiere nell’arco di una settimana: “perchè noi dobbiamo terrorizzare tutti…hai capito?… noi dobbiamo far male a…inc… perché …inc…:cfr. progr. 3598 del 31/12/2017 ore 20:11”1.