GAETA,INSIEME A TUTTO IL SUD PONTINO,NEL LAZIO E SORRENTO ,INSIEME A TUTTA LA PENISOLA SORRENTINA,IN CAMPANIA ,RAPPRESENTANO PER NOI DELL’ASSOCIAZIONE CAPONNETTO I DUE PUNTI CRITICI ,ALLO STATO,PER I QUALI NUTRIAMO FORTI PREOCCUPAZIONI CIRCA LA PRESENZA DI UNA CRIMINALITA’ MAFIOSA SILENTE MA ANCOR PIU’ INSIDIOSA PERCHE’ IN GIACCA E CRAVATTA E SEMPRE DISPONIBILE AD INVESTIRE QUINTALI DI CAPITALI DI ORIGINE DUBBIA……………..
Sentiamo parlare di rotonde,strade e muri sbriciolati,fontane e fontanelle,feste e festicciole,fatti locali di probabile corruzione nelle amministrazioni,storie di paparielli ma mai una parola sulla camorra e sulle attività di questa.
Mancano il punto finale ed i sensori e questo ci preoccupa.
Una volta ci siamo sentiti dire: c’é riciclaggio ma non camorra “.
Roba da far inorridire.
Come se il riciclaggio lo facessero le persone perbene e non la camorra!!!!!!…………..
Incredibile.
Fra i due territori chi ci preoccupa di più é,però, quello di Gaeta e del sud pontino in quanto é collocato non in Campania ma nel Lazio ed é attraverso di esso che la “linea della palma” si é estesa anche verso il nord fino ad investire in pieno la Capitale d’Italia ed oltre.
Una sorta di …..breccia di Porta Pia.
Forse se si fosse approntata in tempo una linea adeguata di contenimento non lamenteremmo oggi i mali di cui soffriamo ,mali che pregiudicano ormai ogni avvenire di crescita di regioni una volta ricche e prestigiose.
Già 30-40 anni fa in altra veste ed in altri ambiti denunciavamo un disegno perverso di “meridionalizzazione” che intravvedeva lo sviluppo in direzione del sud anzichè verso i grandi mercati dell’Adriatico da una parte e del nord Europa e le Americhe dall’altra ,un disegno che é stato portato avanti e che oggi fa scontare le conseguenze letali alle giovani generazioni ridotte ormai alla disperazione e senza alcuna certezza per il domani.
Per i giovani di Gaeta e del sud pontino,anche se laureati, oggi c’è come unica prospettiva lavorativa quella di andare a fare i bagnini o i camerieri per un paio di mesi all’anno.
Con un’economia dalla quale i locali sono stati quasi del tutto estromessi e costituita ormai quasi per intero da capitali di dubbia fonte provenienti dalla regioni del sud.
Un territorio,insomma,colonizzato e senza più alcuna prospettiva di bonifica stante,peraltro,la fragilità di un apparato locale politico ed istituzionale del tutto fatiscente ,assolutamente inadeguato .
E qui veniamo al punto dolens perché a mettere più paura non è tanto la camorra ufficiale ,che é ormai ben individuata ,quanto soprattutto quella non ufficiale costituita da un tessuto che si intreccia con gruppi indigeni di insospettabili che fanno sentire il loro peso sull’intera vita sociale,politica e,forse,anche istituzionale.
A fronte di una tale situazione,aggravata dalle voci di fonti ben accreditate di “patti” che sarebbero stati stipulati proprio in quel di Gaeta fra pezzi dello Stato e della camorra casalese,ci si sarebbe aspettati quella presa di conoscenza,di coscienza e di interesse che é sempre propedeutica ad una rivolta morale ,civile e politica capace di cambiare il corso delle cose.
Ed ,invece,cosa registriamo?
Una sorta di rassegnazione condita da un disinteresse generale inquietante ,da un’accidia ingiustificabile e suicida davvero intollerabili e che irritano.
Si rischia quasi ,fatta qualche eccezione di talune rare menti e coscienze illuminate che sempre ci sono anche nelle situazioni di maggiore degrado,lo stato di ignavia del moribondo,del malato terminale che ha perso ormai la volontà di curarsi e di continuare a vivere.
Eredità nefaste delle monarchie , delle gerarchie militari e nobiliari che dominavano quei territori e che li hanno culturalmente piegati ad una subcultura di subalternità?
E di una subcultura dorotea , del “don” e conservatrice che ha sempre imperato in quei territori?
Materia da sociologi i quali hanno un campo vastissimo davanti per analizzare le varie dinamiche.
Certo é che c’é l’assenza quasi totale di una volontà di risveglio e di reazione ad uno statu quo che rende l’aria irrespirabile.
Non quella meteorologica ovviamente.
Anche sul piano strettamente politico avverti una forte tendenza alla sommersione,al rifiuto delle identità,a nascondersi dietro le liste civiche che sono sempre l’espressione del “particulare”,dello sguardo corto,non oltre il recinto della propria casa ,del no a guardare ed andare ” fuori”,”lontano”.
Pentiti di camorra,atti parlamentari,sentenze giudiziarie,Relazioni della DIA e della DNA,inchieste giornalistiche ci descrivono quei territori,Gaeta ed il suo Porto in particolare,come terminali e luoghi di incontro di grandi e loschi affari e di trame.
Niente ;come se non fosse successo e non succeda niente.
Anni fa organizzammo a Gaeta un convegno nel quale si parlò della situazione esistente sul territorio.
Facemmo venire rappresentanti della DIA e magistrati della statura di Lello Maggi,l’estensore della famosa sentenza “Spartacus”,persone che ben conoscono i fatti di quei territori.
Vennero,sì e no,una ventina di persone delle quali una quindicina provenienti da altri comuni.
Il 7 luglio scorso,un mese fa,a Sperlonga abbiamo promosso un Convegno che ha visto come relatori il fior fiore di Magistrati della DDA,della Suprema Corte di Cassazione,della Procura Nazionale Antimafia e parlamentari della Commissione Parlamentare Antimafia .
E’ venuta gente dalla Calabria,un cinema pieno,ma di cittadini di Gaeta uno solo (ripetiamo, 1).
Gaeta dista 6-7 chilometri da Sperlonga.
Dimenticavamo :al convegno di Gaeta con il Giudice Lello Maggi ,fra i 4-5 cittadini di Gaeta che parteciparano,uno venne a parlarci di cooperative alle quali il Comune non dava la concessione!!!!!!…………….
Roba da matti;come i cavoli a merenda !
Roba da farci mettere vergogna con quei relatori!!!!!
Da un tessuto del genere si può immaginare quale tipo di classe politica può venire fuori !
E tutto ciò …………quasi alle porte della Capitale del Paese,non altrove !!!!!!