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Quattro faide infiammano i quartieri di Napoli: omicidi, agguati e stese per conquistare il territorio

Quattro faide infiammano i quartieri di Napoli: omicidi, agguati e stese per conquistare il territorio

Di Alessandro Caracciolo

5 Ottobre 2022

C’è una sostanziale differenza tra i due grandi cartelli della camorra e la galassia dei piccoli clan presenti nei quartieri di Napoli: da una parte lAlleanza di Secondigliano ed i Mazzarella puntano ad infiltrarsi nell’economia legale, dall’altra le famiglie dei quartieri puntano sullo spaccio di droga e sulle estorsioni. Proprio i gruppi criminali minori fanno riesplodere, ciclicamente, le tensioni usando a pretesto un’invasione territoriale o la voglia di occupare uno spazio di potere creatosi dopo gli arresti dei nemici. Inoltre le loro aspirazioni di potere si manifestano in seguito alla rottura di alleanze e al conseguenziale mutamento degli equilibri criminali.

Dunque la violenza delle famiglie si manifesta attraverso gli omicidi, le stese e l’esplosioni di ordigni contro la fazione avversa, spesso, queste azioni violente sono messe in campo con il placet dei cartelli alleati. Nell’ultima relazione semestrale della Dia vengono descritti i mutamenti degli equilibri criminali nelle diverse zone della città partenopea.

LE POLVERIERE DI NAPOLI

La compresenza di agguerriti gruppi camorristici rispecchia fedelmente le complesse realtà sociali dei quartieri di Napoli: i Grimaldi ed i Vigilia sono a Soccavo; i Bernardo, i Puccinelli ed i Cutolo nel Rione Traiano; i Baratto ed i Troncone a Fuorigrotta; a Pianura c’erano i Lago, che sono stati soppiantati dai Marfella-Pesce; i D’Ausilio e gli Esposito a Bagnoli; i De Luca Bossa-Minichini-Casella si contrappongono ai De Micco e ai De Martino a Ponticelli. 

LE TENSIONI A FUORIGROTTA E BAGNOLI

Fibrillazioni sono ancora in atto tra Bagnoli e Fuorigrotta, soprattutto, dopo l’omicidio di Antonio Volpe avvenuto in via Leopardi il 15 marzo 2021. Questo conflitto sarebbe in realtà riconducibile alla strategia espansionistica del gruppo attualmente egemone su Bagnoli che, forte del rapporto instauratosi con il clan Licciardi, vorrebbe espandersi verso Fuorigrotta.

Ci sarebbe dunque un interesse della famiglia secondiglianese dell’Alleanza verso i quartieri di Bagnoli – Cavalleggeri d’Aosta dove i D’Ausilio risultano indeboliti dopo l’arresto di capi e gregari. Si registra invece il consolidamento degli Esposito, infatti, il gruppo con il supporto dei Licciardi, starebbe attuando una strategia espansionistica anche verso il quartiere di Fuorigrotta, causando scontri che direttamente e indirettamente si ripetono anche nel Rione Traiano.

Fuorigrotta le tensioni sono esplose dopo l’omicidio di Antonio Volpe, anziano boss appartenente allo storico clan Bianco-Baratto, che è stato condotto il 15 marzo 2021 e proprio da quell’agguato mortale sono scaturite diverse stese di camorra. Approfittando dello stato di detenzione dei vertici degli altri clan i Troncone, alleato con i narcotrafficanti Zazo-asse Mazzarella, avrebbe tentato di affermare la propria supremazia sul territorio provocando la reazione degli altri sodalizi dei clan Bianco-Baratto cosiddetti dei calascioni, dei Iadonisi e dei Cesi.

Allo scopo di frenare i Troncone, il gruppo Iadonisi del rione Lauro e legato all’Alleanza di Secondigliano, avrebbe stretto rapporti con il clan Sorianiello di Soccavo. In tale stato di tensione sarebbe maturato l’omicidio il 10 novembre 2021 di Andrea Merolla, nipote del boss Vitale Troncone successivamente anche egli gravemente ferito in un agguato il 23 dicembre 2021. Quindi sarebbe una risposta criminale all’omicidio di Salvatore Caponevicino agli Iadonisi, e colpito il primo gennaio 2022,

I NUOVI-VECCHI ALLA CONQUISTA DI PIANURA

Gli assetti criminali a Pianura sono mutati dopo il provvedimento cautelare eseguito il 17 settembre 2021 dalla Polizia di Stato a carico di 8 esponenti del clan Marfella-Pesce. Infatti l’indagine ha consentito di individuare anche gli autori dell’omicidio di Raffaele Pisa avvenuto il 13 dicembre del 2016. Il movente dell’omicidio sarebbe da ricondurre alla volontà di colpire un soggetto vicino al reggente del clan Mele per di garantire il predominio del clan Marfella: “Dimostrando alla popolazione del quartiere tutta la forza militare e la ferocia dell’organizzazione cui appartenevano”.

Successivamente alla disarticolazione degli storici gruppi camorristici il territorio è ormai diventano feudo di nuove organizzazioni subentrate nella gestione delle piazze di spaccio in particolare dei Calone-Marsicano eredi del clan Mele e dei Carrllo-Perfetto eredi del clan Pesce-Marfella. Ai fragili equilibri tra le opposte fazioni, desiderose di acquisire il controllo dell’illecito mercato, potrebbe ricondursi l’omicidio di Antonio Zarra nel descritto contesto avvenuto il 20 agosto 2021.

PONTICELLI TRA DUE FUOCHI

Nell’area orientale continuano a registrarsi gravi tensioni tra diversi gruppi che avvicendandosi nel controllo del territorio danno luogo a complesse dinamiche di altalenanti alleanze e contrapposizioni. Si tratta di vecchie e nuove leve riconducibili alla sfera di influenza dei due cartelli, ma che hanno una acclarata pericolosità dimostrata dalla massiccia disponibilità di armi.

In particolare nel quartiere Ponticelli si registrano scontri tra il cartello De Luca Bossa-Minichini-Casella, confederato al clan Rinaldi ed espressione dell’Alleanza, e il gruppo De Micco e De Martino vicino, invece, all’asse Mazzarella. Sulla base di dissapori alimentati anche dai vecchi rancori sono stati consumati due agguati mortali e gravi atti intimidatori condotti per arginare i tentativi di ascesa dei nemici.

Fonte:https://internapoli.it/quattro-faide-infiammano-i-quartieri-di-napoli-omicidi-agguati-e-stese-per-conquistare-il-territorio/