Di Redazione Internapoli
La condanna è arrivata dell’udienza preliminare del processo legato all’operazione Affari di famiglia che vede coinvolti esponenti del clan Senese operante a Roma. Il procedimento arrivò a Napoli dopo che la Corte di Appello di Roma si ritenne territorialmente incompetente.
Il Gup Enrico Campoli ha mandato a processo tutti gli imputati che saranno giudicati dalla quinta sezione penale (in composizione collegiale), e, così, ha contestualmente emesso i primi verdetti per chi ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato come Michele Senese (difeso dagli avvocati Leto e Spinarelli). Dunque boss Michele o’ pazz è stato ritenuto colpevole con di riciclaggio ed estorsione aggravata: inflitti 6 anni di reclusione e altri tre anni di libertà vigilata.
Gli Affari di Famiglia dei Senese
Lo scorso 24 febbraio la Corte di Cassazione ha annullato l’assoluzione di Michele Senese nell’ambito del processo nato dall’inchiesta della Dda di Roma Affari di Famiglia. Come riporta l’Adnkronos i supremi giudici della seconda sezione penale hanno sostanzialmente accolto il ricorso della Procura capitolina contro la sentenza che il 9 febbraio dello scorso anno aveva assolto Michele Senese e aveva fatto cadere l’aggravante dell’agevolazione mafiosa disponendo un appello bis. La procura generale della Cassazione aveva chiesto, invece, di confermare la sentenza della Corte di Appello di Roma.
“Senese capo forte”
Nella memoria il procuratore generale della Cassazione aveva sottolineato come: “I collaboratori hanno riferito, sempre parlando di Senese, di un soggetto a capo di un gruppo delinquenziale particolarmente forte a Roma, perfino dominante nel settore degli stupefacenti, ma ciò non è sufficiente per qualificarlo come di stampo mafioso, e comunque è superfluo sottolineare come il territorio capitolino sia disseminato di gruppi criminali di rilievo”.
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