LA PROCURA DI NAPOLI NORD – Sono 87 i magistrati in servizio, ne servirebbero il doppio. Ognuno può seguire solo sette procedimenti al mese, compresi quelli per gli illeciti commessi nel Parco Verde, una delle più grandi piazze di spaccio in Europa
DI VINCENZO IURILLO
13 SETTEMBRE 2023 – Il Fatto Quotidiano
Sette processi al mese. Come svuotare con un cucchiaino il mare dei reati che si consumano a Caivano e dintorni. Blitz, decreti legge, appelli a ripristinare la legalità in territori abbandonati come il Parco Verde, la capitale della droga. Poi però ti rechi nell’elegante Castello Aragonese di Aversa che ospita il Palazzo di Giustizia di Napoli Nord – l’ufficio che ha competenza su Caivano, sul circondario dell’area nord della città metropolitana e persino su una fetta della provincia di Caserta – e ti accorgi che non è possibile esercitare l’azione penale. E ti chiedi che senso ha prevedere nel decreto Caivano una fattispecie di reato per l’evasione scolastica, se sai già che quei processi non potrai farli mai. La premessa è che il Tribunale di Napoli è un ufficio già ingolfato. Finito agli onori della cronaca per le prime udienze fissate al dicembre 2026 per fascicoli chiusi nel 2022. Per provare a non peggiorare la situazione, il presidente Pierluigi Picardi ha fissato in 200 procedimenti mensili il tetto di udienze pre-dibattimentali previste dalla riforma Cartabia per i reati punibili fino a sei anni di reclusione. Tra i quali ci sono reati importanti contro l’ambiente e l’urbanistica, la calunnia, le lesioni non gravi, la ricettazione, e una serie di reati spia commessi da persone che gravitano nel mondo dello spaccio e della camorra. Decisione di emergenza, dettata dalla carenza di magistrati (soli 87, ce ne vorrebbero il doppio), su un territorio che conta un milione di abitanti. Per evitare rinvii dei processi alle calende greche. Decisione adottata con un protocollo al quale la Procura di Napoli Nord guidata da Maria Antonietta Troncone aveva aderito, salvo poi revocare l’intesa. Disponendo la fissazione di 7 udienze per ognuno dei 27 pm dell’ufficio. I quali però si vedono assegnare circa 80 fascicoli al mese. Qualcuno ha storto il naso, ritenendolo una sorta di deroga al principio costituzionale dell’obbligatorietà dell’azione penale. Intanto i fascicoli si ammassano. Si fermano. L’arretrato si moltiplica, i 70 fascicoli non prioritari andranno ad alimentare le statistiche della giustizia lumaca. Verso la prescrizione. La Procura ha “inteso recedere” da un protocollo fissato col Tribunale “ritenendo che il numero di 200 procedimenti mensili fosse inadeguato rispetto alle esigenze di questa procura”, si legge in un decreto a firma del procuratore capo. È il decreto che stabilisce l’assegnazione di sette casi a pm. “Un numero purtroppo esiguo”, da utilizzare “nel modo più proficuo possibile”, dando la precedenza “a quelli di maggiore allarme sociale ed offensività anche nei confronti delle parti offese”, nonché “per quelli di più recente verificazione, in modo tale che la possibilità della maturazione della prescrizione sia piuttosto remota”. “È la resa della giurisdizione a Napoli Nord” ci sussurra un magistrato di lungo corso in servizio lì. È la paralisi della giustizia che dovrebbe contribuire a riportare la normalità a Caivano.