Sebastiano Ardita: dov’è finita la sensibilità civile e quella istituzionale sul fenomeno mafioso?
25 Aprile 2020
“Mai come in questo momento il movimento culturale che fonda la sua essenza sul rispetto della legalità, delle regole e dunque del contrasto alla mafia, che questi valori mette in discussione, deve trovare una sua coesione”.
E’ un appello all’unità e alla visione comune, quello rivolto all’intero mondo antimafia dal consigliere togato Sebastiano Ardita. Secondo il presidente della prima commissione del Csm ora più che mai bisogna unire le forze per affrontare al meglio quella che descrive come “la più grande dismissione di detenuti mafiosi dalle carceri italiane della storia della Repubblica”. E ciò è accaduto, sostiene il magistrato, a causa del “crollo della sensibilità della società civile e quella istituzionale sul fenomeno mafioso”. Questo perché, specialmente negli ultimi tempi, spiega Ardita in un video pubblicato sul suo profilo Facebook, sarebbero venute meno, “le responsabilità più estese fra governi nonché quelle più radicate nella società e nella coscienza civile del nostro Paese”. Pertanto è giunta l’ora che l’antimafia, “in questo momento storico in cui Cosa Nostra sta incredibilmente riprendendo i suoi capi, diventi un movimento che sappia essere unito per dedicarsi a quello che è oggi il principale obiettivo”. Ovvero, conclude Ardita, “impedire che Cosa Nostra si riprenda parte di territorio e che torni a comandare silente, magari con qualche pezzo di istituzioni”.