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Sequestri tra Aprilia e Nettuno a Fernando Mancini, il “moralizzatore”

Sequestri tra Aprilia e Nettuno a Fernando Mancini, il “moralizzatore”

Venerdì 17 giugno 2016

di Clemente Pistilli

Camicia bianca di lino, pantaloncino bianco e occhiali da sole. Dritto davanti a un gruppo di suoi concittadini con in mano cartelli di contestazione nei confronti dell’allora sindaco Alessio Chiavetta. Appariva così nell’aula consiliare di Nettuno, a metà agosto 2014, Fernando Mancini.
In quel periodo l’imprenditore balneare aveva indossato i panni del capopopolo, entrava e usciva dalle caserme per denunciare sprechi e abusi compiuti a Palazzo, e dal profilo Facebook del suo lido, il Belvedere, aveva avviato una campagna moralizzatrice. Accuse pesanti e continue quelle che muoveva il 46enne al primo cittadino, trovatosi dopo un anno dall’avvio della sua seconda consiliatura sotto un doppio attacco, quello di Mancini e quello dell’opposizione. Ora l’imprenditore-moralizzatore si è vistosequestrare dalla Guardia di finanza un patrimonio stimato in ben 11 milioni di euro e definire un soggetto “socialmente e fiscalmente pericoloso”.

Mancini, da una vita alle prese con grane giudiziarie, iniziò a dominare le cronache durante l’inchiesta antimafia “Appia”, quella sulla ‘ndrangheta dei Gallace e Novella che, nel 2005, portò anche allo scioglimento per mafia del consiglio comunale di Nettuno, primo caso nel Lazio.

LE BATTAGLIE CONTRO EUFEMI E CHIAVETTA DI UN UOMO “PERICOLOSO”

L’imprenditore tornò poi protagonista nel 2013 quando, durante la campagna elettorale conclusasi con la rielezione di Chiavetta, iniziò a girare per le strade del Tridente con un megafono, accusando il candidato del Pdl, Carlo Eufemi. Quest’ultimo parlò di una campagna di intimidazione da parte del 46enne e si svolse anche una marcia per la legalità.

Iniziati alcuni problemi sui permessi al “Belvedere” il nemico di Mancini divenne però Chiavetta. L’imprenditore denunciava il sindaco per abusi e il primo cittadino per diffamazione, ponendo il caso anche all’attenzione della commissione parlamentare d’inchiesta sulle intimidazioni agli amministratori locali. Uno scontro che divenne feroce nel 2014, fino a che, l’anno successivo, la giunta Chiavetta, fiaccata dalle inchieste e divisa al proprio interno, crollò.

 

Ora Mancini, a cui è stata applicata la misura di prevenzione e al quale sono state sequestrate 109 unità immobiliari tra Nettuno e Aprilia e 12 società, oltre al “Belvedere”, viene definito appunto dalle Fiamme gialle un soggetto “pericoloso”, “dedito ad attività delinquenziale” e che “vive di proventi illeciti”. “Ogni anno – ha precisato il comandante della Finanza di Nettuno, Massimiliano Lelli – era in grado di spendere fino a 500mila euro, pur risultando nullatenente”.

“Mancini – ha specificato il procuratore capo di Velletri, Francesco Prete – ha scelto sin dalla maggiore età la via dell’illegalità e ha 26 procedimenti penali tra Roma, Velletri e Latina, tra cui uno per un tentativo di importazione di 47 chili di cocaina dal Venezuela”.

La parabola dell’imprenditore moralizzatore nell’era Chiavetta.

fonte:www.h24notizie.com