Non una volta, prima di ora, abbiamo ascoltato una sola parola sulla presenza della camorra a Gaeta dalla bocca del Sindaco della città del Golfo.
Lo ha fatto solo ora, con anni di ritardo e senza, peraltro, sprecarsi più di tanto, durante le manifestazioni indette dall’associazione degli avvocati locali a difesa di un “tribunale” che, ormai, non c’è più.
Soppresso perché tale non era, come più volte abbiamo evidenziato.
Forse un barlume di resipiscenza lo ha indotto a riconsiderare, sulla scia dei suoi maestri Cusani e Fazzone – tutti seguaci, come lui, di Berlusconi- la sua posizione negazionista ed a prendere atto, anche se tardivamente e quando ormai i buoi sono scappati dalla stalla, della gravità dei danni che sono stati arrecati al territorio del sud pontino dal fatto che si è voluto a tutti i costi, sempre e comunque, negare una realtà che è sotto gli occhi di tutti da almeno 20 anni.
Ci auguriamo che, proprio in virtù di quel barlume di resipiscenza cui abbiamo fatto cenno, quel Sindaco voglia riconsiderare anche il suo rifiuto di accogliere ora la richiesta dell’Associazione Caponnetto di costituire, come si sta facendo nella vicina Formia, l’Osservatorio comunale sulla criminalità così come da noi indicato e, cioè, senza consiglieri e politici, e con soli magistrati, forze dell’ordine ed associazioni antimafia.
Perché, ove nemmeno ora, dopo anni, volesse fare questo, la strumentalità delle sue affermazioni odierne sarebbe alquanto evidente anche agli occhi di un bambino.
Gaeta è terra di camorra e fa parte, come tutta la provincia di Latina, della… “provincia di Casale”.
Da almeno 30 anni.
Non c’era bisogno che lo spiattellasse ai quattro venti Carmine Schiavone perché noi lo stiamo dicendo -documentandolo anche a chi di dovere- da quando siamo nati, quindici anni fa circa.
E veramente desta sospetti di collusione con la camorra il fatto che, oggi, dopo decine di anni di presenze di camorristi e di malfattori di ogni genere che hanno contaminato fino alle fondamenta l’edificio sociale, economico, politico e, forse, anche istituzionale, ci sia ancora gente che nega la realtà.
Altro che… protervia del ministro nel voler privare il sud pontino di un… presidio di legalità contro l’avanzare della criminalità.
Il problema è che… al ministro non è stato mai prospettata, come ha fatto saggiamente Cassino – Sindaco ed avvocati -, la gravità della situazione su un territorio, quello del Basso Lazio, che è appunto “provincia di Casale”.
Si raccoglie quello che si è seminato.
Delle attività della camorra a Gaeta e nel sud pontino si legge solamente nelle relazioni fatte dalla DIA, dagli altri corpi speciali, dalla DDA, dalla DNA, ma non una parola è stata mai
pronunciata nelle sedi politiche, tutte, ma, soprattutto, in quelle di Forza Italia e company.
Questo anche per colpa delle forze dell’ordine e della magistratura inquirente locali che si sono mostrate e continuano a mostrarsi assolutamente inadeguate su questo versante.
Altro grosso problema, questo, da affrontare e risolvere, prima che sia troppo tardi e non ci sia più nulla da fare.
Quando noi parliamo di QUALITA’ delle inchieste, dei processi, delle associazioni, della società civile!