A COLLETTI HANNO FATTO SEGUITO NUMEROSI PARLAMENTARI,SEMPRE DEL M5S, COME IANNUZZI, SIMEONI, LANNUTTI, GIARRUSSO E TANTI ALTRI.PENSATE CHE CI SIA STATO UN CAMBIAMENTO? AFFATTO,ANZI LA SITUAZIONE E’ PEGGIORATA E LA MAFIA E’ PADRONA ORMAI ANCHE DELL’ARIA CHE SI RESPIRA.IL PATTO CAMORRA-STATO FATTO IN UNA VILLA DEI SERVIZI A GAETA RESO NOTO DA FACCHI. !!!!!!!!
Interrogazione a risposta scritta 4-01155
presentato da COLLETTI Andrea
testo di Giovedì 4 luglio 2013, seduta n. 46
COLLETTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che: da anni si assiste in tutta la zona del Sud Pontino (Formia, Fondi, Sabaudia, Gaeta e dintorni) al dilagare di fenomeni speculativi che hanno consentito una cementificazione selvaggia e frequenti fenomeni di abusivismo agevolati dalle connessioni tra politica ed imprenditoria locale; in questo intreccio hanno trovato e trovano terreno fertile le organizzazioni affaristico/malavitose campane e calabresi interessate ad investire ingenti capitali di provenienza illecita nel settore edile ed in quello turistico/commerciale; in particolare, il territorio pontino è infestato da pericolosi clan criminali come i Bardellino, Esposito/Giuliano, Mallardo, Moccia, Casalesi, Bidognetti e Fabbrocino a Formia, il clan Nuvoletta di Cosa Nostra nella zona portuale di Gaeta, il clan Schiavone/Mallardo della ’Ndrangheta a Fondi, i clan Mallardo, Fabbrocino e Schiavone a Itri e il clan Cava/Schiavone a Sabaudia; si è dimostrata priva di efficacia l’opera di contrasto da parte delle forze dell’ordine locali, mal distribuite sul territorio ed impreparate a svolgere indagini patrimoniali per aggredire i capitali di origine illecita; l’esistenza di due commissariati di polizia tra Formia e Gaeta, ad esempio, ha portato ad uno spreco di uomini e risorse che si potrebbero evitare istituendo – come proposto dall’Associazione Caponnetto – un unico distretto dotato di un’apposita squadra di polizia giudiziaria che consenta di aumentare i controlli sul territorio e contrastare il traffico di capitali illeciti; sarebbe anche utile affiancare alla direzione distrettuale Antimafia (DDA) di Roma le procedure di Latina e Cassino dotandole della delega alle indagini ex articolo 51 comma 3-bis del Codice di procedura penale per la persecuzione dei reati di cui all’articolo 416-bis del Codice penale («Associazione di tipo mafioso»); vi sono infatti i presupposti perché si scateni a Formia una guerra di camorra tra i clan Esposito/Giuliano o Bardellino, entrati in conflitto per motivi legati ad interessi economici concorrenti ed al massiccio traffico di stupefacenti praticato da entrambi nel Sud Pontino; il rischio di una escalation di atti di violenza è molto elevato, come lasciano presagire le risse e gli avvertimenti di stile camorristico susseguitisi nelle ultime settimane di fronte ad alcuni bar della città, come riportato dalla stampa locale –: se i Ministri, per quanto di propria competenza, intendono adottare con urgenza ogni misura di polizia idonea a prevenire un’eventuale guerra di camorra nella città di Formia e, più in generale, nel Sud Pontino, anche attraverso l’avvio di verifiche patrimoniali a tappeto e con l’ausilio di reparti specializzati quali i gruppi di investigazione sulla Criminalità organizzata (GICO) della Guardia di finanza; se il Ministro dell’interno ritenga di approfondire la proposta dell’associazione Caponnetto circa la creazione di un unico distretto di polizia nel Golfo di Gaeta che unifichi le funzioni dei due commissariati attualmente esistenti per contrastare più efficacemente la criminalità organizzata; se siano state avviate indagini in merito alle concessioni edilizie rilasciate dal comune di Itri e di quelle relative alla fascia costiera del comune di Fondi dagli anni 90 ad oggi, con riferimento di reati di riciclaggio e di intestazione fittizia di beni messi in passato sotto sequestro; se sia nelle intenzioni del Ministro della giustizia sostenere con vigore l’estensione della delega alle procure di Latina e Cassino, ex articolo 51 comma 3-bis del codice di procedura penale, per la persecuzione dei reati di mafia. (4-01155)