scritto da clemente pistilli il 27/02/2021
Partiti da Minturno, avrebbero inondato di droga il basso Lazio e fatto affari pure in Campania.
Tutto grazie a un’organizzazione particolarmente articolata, a ottimi rapporti con i clan camorristici napoletani e casertani, a un esercito di spacciatori e a un territorio che non sembra mai sazio di hashish e cocaina.
Sarebbe andata avanti così, per almeno sette anni, dal 2008 al 2015, quella che la Direzione distrettuale antimafia di Roma ha inquadrato come un’organizzazione criminale dedita al narcotraffico messa su dal minturnese Giuseppe Fedele, lo stesso che, come emerso nell’inchiesta Touch & Go, avrebbe poi dovuto subire la guerra a lui mossa dai napoletani del Rione Don Guanella, decisi a prendersi loro le piazze di spaccio del sud pontino.
E ora la Dda ha inviato ben 59 avvisi di garanzia e contestato all’esercito di indagati, in larghissima parte di Gaeta, Formia e Minturno, ben 125 capi d’accusa.
Secondo il sostituto procuratore Stefano Luciano, Fedele avrebbe dato vita all’organizzazione criminale, ottenendo il monopolio nel business della cocaina e dell’hashish nelle zone di influenza, imponendo agli spacciatori di rifornirsi da lui e facendo valere i rapporti con la camorra, da cui avrebbe ricevuto protezione e supporto, partendo dalle forniture di sostanze stupefacenti.
A collaborare con lui nella commercializzazione dell’hashish sarebbero stati Ugo Emilio Di Nardo e Giovanni Cardillo.
Un ruolo importante nell’organizzazione, che avrebbe agito con modalità mafiose, lo avrebbero poi avuto Rossella Fedele, Lidia Caiazzo, e Stefano Forte.
A custodire la droga avrebbero provveduto Italo Laracca e Paolo Matano e al trasporto Olindo Testa e Francesco Occhibove.
Tra i fornitori vi sarebbero appunto stati organici a clan camorristici: Gaetano Milano, Carmine D’Andrea, Agostino Tartaglia, Pasquale Gallo, Gennaro Sorrentino, Ignazio Piscitelli ed Espedito Abate.
Ma a procurare all’organizzazione la sostanza stupefacente avrebbero provveduto anche Carlo Barra e Anna Monti.
Nell’organizzazione dedita al narcotraffico sono poi considerati coinvolti Luisa Pirozzi, Luigi Cavuoto e Romualdo Di Lanno.
A gestire lo spaccio a Minturno sarebbero stati Domenico Castaldi, Mariano Palmieri, Alessio Carnevale, Massimo Di Toro, Umberto Somma, Angelo Fedele, Domenico Fimiani e Manuel Morlando, a Santi Cosma e Damiano Valentino Miosotis ed Erasmo Di Biasio, a Sessa Aurunca Bruno Ambrogioni, a San Giorgio a Liri Marco Oconi, a Sora Edmondo Cirfi, a Formia Salvatore Fustolo, Giovanni Pimpinella, Stefano Petricone e Marco Morabito, a Gaeta Stefano Usei ed Eric Di Biase, e a San Felice Circeo Gianluca Calisi.
Un ruolo di rilievo sempre nello spaccio lo avrebbero poi avuto Antonio Di Rosa e Daniele Riso e, sempre nell’organizzazione, sarebbero stati impegnati Rosario Fedele e Giancarlo De Meo.