Abbiamo appreso dagli atti della Procura della Repubblica di Latina, del rinvio a giudizio di sei indagati per la vicenda Pro Infantia, tra cui il vice sindaco di Terracina, geometra Pierpaolo Marcuzzi, e dell’individuazione, quali parti offese la Regione Lazio ed il Comune di Terracina.
Nonostante la prima udienza sia prevista per il prossimo 11 gennaio ad oggi, pur essendo ormai a ridosso della data d’inizio del processo, non si ha notizia alcuna circa la decisione, da parte degli enti individuati quale parte offesa, di costituirsi parte civile.
L’Associazione contro le Illegalità e le Mafie A. Caponnetto ritiene opportuno, che in tempi estremamente stretti, la Regione Lazio e il Comune di Terracina facciano immediatamente chiarezza sulle loro reali intenzioni.
Riteniamo che non siano accettabili difese corporative ed antidemocratiche ed atteggiamenti autoassolutori da parte di chi ha la responsabilità di gestione ed amministrazione della cosa pubblica, anche quando, come in questo caso, tanto eclatanti sembrano essere i danni arrecati alla collettività.
Ci aspettiamo quindi uno scatto di dignità da parte dei rappresentanti istituzionali di Comune e Regione, indipendentemente dai loro ruoli, affinché si riapproprino del ruolo di garanti della legalità e si pongano a tutela degli interessi collettivi, costituendosi parte civile in un processo che li individua quali parti offese.
Sottrarsi a tale dovere rappresenterebbe una grave, ed inaccettabile, lesione alla cultura del buon governo e della legalità e costringerebbe i cittadini ad avviare un azione sostitutiva a tutela della propria collettività.
La Segretaria nazionale
Simona Ricotti