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Torre Annunziata, Siani: “Siamo tornati ai tempi di mio fratello Giancarlo”

Il Fatto Quotidiano

Torre Annunziata, Siani: “Siamo tornati ai tempi di mio fratello Giancarlo”

IL COMUNE SCIOLTO PER INFILTRAZIONI MAFIOSE – Pediatra e deputato Pd: “Non siamo riusciti a creare gli anticorpi. Le persone per bene non hanno più fiducia nelle istituzioni e se ne tengono lontane, e la politica non riesce a fare un salto di qualità”

DI VINCENZO IURILLO

5 LUGLIO 2022

Giancarlo Siani scriveva per il Mattino le pressioni e le influenze del clan Gionta sulla politica di Torre Annunziata (Napoli). La camorra lo uccise nel 1985. Non gli perdonò un articolo sulla cattura del boss Valentino Gionta. Quasi 40 anni dopo siamo tornati al punto di partenza: il Viminale ha sciolto per infiltrazioni mafiose il Comune di Torre Annunziata, sottolineando tra le ragioni del provvedimento, le ingerenze di un indagato per appartenenza al clan Gionta nei processi decisionali della politica locale: referente del sindaco Pd Vincenzo Ascione per i progetti del Pnrr, tessitore di accordi in maggioranza, presente ai consigli comunali per controllare che le delibere prestabilite andassero a buon fine. Nelle stesse ore in cui risultava in malattia da dipendente della società partecipata dei rifiuti.

Paolo Siani, pediatra, deputato del Pd e fratello di Giancarlo: a leggere la relazione prefettizia, pare che le lancette dell’orologio di Torre Annunziata siano tornate indietro agli anni di quell’omicidio. È così?

Quaranta anni fa pochi sapevano e pochi scrivevano dei legami tra clan e politica. Giancarlo era uno dei pochissimi ad aver compreso l’esistenza di un nesso. Era un tema sconosciuto, di cui non si occupava quasi nessuno, che Giancarlo intuì. Ne scrisse, senza arrivare a dimostrarlo. Dieci anni dopo, negli anni ’90, i processi del pm Armando D’Alterio, pur non avendo dimostrato l’esistenza di un mandante politico, hanno chiarito che ci fu un’infiltrazione massiva dei clan nell’amministrazione locale. E oggi siamo tornati ad allora.

Ecco, oggi come allora. Perché?

Non siamo riusciti a creare gli anticorpi.

Di è la colpa?

La società civile da una parte, e la politica dall’altra, dovrebbero interrogarsi su questa domanda.

Lei ha una risposta?

Non ne ho una, ma diverse. La prima: le persone per bene non hanno più fiducia nelle istituzioni e se ne tengono lontane, non intendono fornire un contributo, temono di essere coinvolti in certi meccanismi. La seconda: la politica non riesce a fare un salto di qualità. Siccome la politica non è un obbligo, bisognerebbe avere il coraggio di stabilire che le liste vanno formate solo da persone che non hanno nessun contatto, nessun rapporto, nessuna chiacchiera con la camorra. Che non prenderebbero nemmeno un caffè con certi personaggi.

Manca la percezione dei danni della camorra nell’amministrazione pubblica.

Bisognerebbe essere consapevoli che i Comuni infiltrati dalla camorra sono quelli dove la comunità soffre, dove le scuole, i trasporti, i servizi pubblici funzionano peggio. La camorra pensa solo ai suoi interessi e non a quelli della collettività.

C’è qualcosa degli atti dello scioglimento di Torre Annunziata che l’ha colpita in particolare?

Lo scioglimento in sé, non me l’aspettavo. Mi ha molto amareggiato.

In giunta c’erano persone dal noto impegno antimafia, come Lorenzo Diana (che poi si è dimesso e con le sue denunce ha contribuito alle indagini che hanno preceduto lo scioglimento, ndr).

Non avevo percepito nulla e non mi sembrava ci fosse qualcosa da sospettare. Ne ho sofferto molto.

Questa sofferenza potrebbe tradursi in un suo impegno diretto a Torre Annunziata, quando si tornerà alle urne?

No, finisco il mio mandato parlamentare e poi si vedrà. Ho provato a dimostrare che se una persona per bene entra in politica, si possono fare delle cose, se hai capacità, idee, buona volontà e una rete di persone che ti aiuta. Penso alla legge che abolisce il carcere per le mamme con bambini da crescere, sono riuscito a farla approvare alla Camera e spero che vada in porto anche al Senato. Penso a tante cose realizzate per l’infanzia.

Che messaggio vorrebbe lasciare a chi verrà dopo?

Il messaggio che le persone oneste devono occupare dei posti in politica, perché questa è la barriera contro le infiltrazioni, perché così quei posti non vengono occupati da chi non li dovrebbe occupare.

Fonte:https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/07/05/torre-annunziata-siani-siamo-tornati-ai-tempi-di-mio-fratello-giancarlo/6650134/