AMDuemila 19 Ottobre 2024
Inquinamento ambientale, traffico di rifiuti pericolosi e associazione a delinquere aggravata dall’agevolazione mafiosa: sono questi alcuni dei reati contestati dalla Procura di Firenze a 24 persone e 6 aziende, per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio. Gli imputati sono coinvolti nell’ambito dell’inchiesta svolta dal comando regionale dei carabinieri forestali della Toscana insieme al nucleo operativo ecologico di Firenze sugli scarti dei rifiuti conciari del comprensorio del cuoio di Santa Croce sull’Arno (Pisa), detti Keu, ossia “ceneri derivanti dall’essiccazione dei fanghi conciari”, non adeguatamente bonificati e, quindi, inquinanti che, secondo l’accusa dei pubblici ministeri, sarebbero stati affidati ad aziende collegate alle cosche di ‘Ndrangheta e utilizzati in grandi appalti pubblici con un concreto pericolo di contaminazione del suolo e delle falde. Nell’udienza preliminare che si è tenuta oggi al Tribunale di Firenze, davanti al giudice Gianluca Mancuso, circa sessanta cittadini e enti, tra cui Legambiente Toscana, Enpa, Libera Toscana, Movimento Consumatori Toscana, sono stati ammessi come parti civili nel processo. “Si avvia oggi un processo di fondamentale importanza per la nostra regione – ha detto Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana – perché ottenere verità e giustizia su uno dei casi più gravi di inquinamento ambientale della nostra storia recente, è un obiettivo statutario di rango prioritario per la nostra associazione. Ci auguriamo, altresì, che si possa procedere nel modo più celere ed efficace possibile alla rimozione degli agenti inquinanti (e quindi alla bonifica) di tutti i siti interessati dall’illecito smaltimento“. “Con grande soddisfazione accogliamo la possibilità di continuare a seguire il processo sul Keu in Toscana come parte civile. Libera Toscana da sempre si è pronunciata su questi eventi, i Coordinamenti territoriali hanno sempre lavorato per approfondire e diffondere notizie, indire manifestazioni. La nostra eventuale esclusione come parte civile sarebbe stata ovviamente – come sempre – accettata nel rispetto dell’azione della magistratura ma sarebbe stata sicuramente una grande delusione. Possiamo solo dire che consideriamo questo passaggio come l’inizio di un percorso ulteriore con cui Libera Toscana continuerà a seguire non soltanto il processo ma anche quelle che si prospettano come le indagini in prosecuzione. Libera Toscana c’è e ci sarà comunque”, ha detto Andrea Bigalli, co-referente di Libera Toscana. Tra le motivazioni riportate all’interno dell’ordinanza ammissiva delle costituzioni di parte civile è riportato che Libera “ha un interesse specifico e diretto a costituirsi parte civile, in quanto i reati contestati agli imputati ledono i diritti e gli scopi statutari dell’associazione. Libera persegue la lotta ai fenomeni mafiosi, alla corruzione, e ai reati ambientali, promuovendo la legalità e la giustizia sociale. Tra i suoi scopi statutari vi è anche la possibilità di costituirsi parte civile nei processi penali per reati di mafia, corruzione e reati ambientali. Allega di aver subito danni materiali e morali“. Secondo quanto emerso dalle indagini della Procura, sarebbero state circa 8mila le tonnellate di Keu (contenenti cromo3) destinate quali inerti nel riempimento di nuove infrastrutture, come ad esempio il V lotto della Sr 429 Empolese-Valdelsa. Non solo, questi scarti sarebbero stati destinati anche ad altri cantieri o siti come, ad esempio nell’aeroporto militare di Pisa (poi bonificato), in un terreno di recupero ambientale a Massarosa (Lucca), nella zona del Green Park a Pontedera (Pisa) e nella strada provinciale 26, nel territorio comunale di Montaione (Firenze). Un sistema che, sempre secondo l’accusa, avrebbe visto coinvolti attivamente imprenditori, amministratori locali e politici regionali, insieme a soggetti legati alle cosche Gallace e Grande-Aracri. Nella stessa inchiesta è finita anche la gestione del depuratore di Aquarno, destinatario di finanziamenti pubblici, che sarebbero dovuti servire a ridurne l’impatto ambientale. Una vicenda emersa nel 2021 grazie alle segnalazioni all’Arma dei Carabinieri da parte di alcuni cittadini e cittadine, che hanno denunciato il sospetto e sistematico sversamento di liquami dal depuratore sotto indagine.
Tratto da: Adnkronos