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Truffa dell’ecobonus, 600 indagati

Il Tribunale di Napoli Nord ha emesso i decreti di sequestri preventivi ai beneficiari dei crediti per le ristrutturazioni edilizie

L’indagine portata avanti dalla Guardia di Finanza campana ha appurato le dichiarazioni mendaci dei presunti truffatori

Latina Oggi, Venerdì 6 Dicembre 2024

GIANNI CIUFO

Circa seicento persone di tutta Italia, tra cui alcuni del sud pontino e del frusinate, sono state colpite dal decreto di sequestro preventivo per truffa finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, in quanto indagate per l’ecobonus sulle ristrutturazioni edilizie. Un’indagine gigantesca condotta dalla Guardia di Finanza Campana e coordinata dal Tribunale di Napoli Nord con le istanze cautelari di sequestro che salgono a ottocento, poiché molti degli indagati risultavano legali rappresentanti di diverse ditte. Il decreto di sequestro preventivo è stato emesso dal Gip Daniele Grunieri, su istanza del Pubblico Ministero. Nel mirino dei giudici napoletani sono finiti sedici pontini, in gran parte di Minturno e di Formia, che presentavano all’Agenzia delle Entrate una documentazione mendace per avere accesso all’Ace (Aiuti alla crescita economica), un credito che si fonda sulla volontà di aiutare imprese che si finanziano con capitale proprio. Ai redditi che derivano dal finanziamento di tale capitale, lo Stato ha concesso la riduzione dell’imposizione fiscale sugli stessi redditi. Possono accedere a questi benefici le società di capitali, gli enti commerciali,gli imprenditori individuali e le società. Nelle dichiarazioni venivano omessi dati dovuti, variazioni in aumento di capitale di fatto non avvenute nella misura dichiarata. In tanti casi, i coindagati indicavano periodi di imposta di fatto inesistenti, cioè successivi a quello per il quale la norma prevedeva la possibilità di fruire del credito. La norma infatti prevedeva che la sussistenza dei presupposti e in particolare la variazione in aumento del capitale proprio,doveva verificarsi nel periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2020. Tra l’altro gli enti coinvolti non indicavano le variazioni in aumento del capitale che invece, poi, in maniera non corrispondente, venivano riportate nei moduli trasmessi all’Agenzia delle Entrate per ottenere la fruizione dei contributi. Dichiarazioni che generavano crediti Ace e SuperAce non spettanti. L’indagine ha appurato che numerosi enti rappresentati dagli indagati, privi di consistenza patrimoniale e senza trascorsi imprenditoriali, non presentavano dichiarazioni fiscali dovute, ma erano solo delle “teste di legno”.E Infatti alcuni di loro risultano avere dei precedenti penal