5 Novembre 2024
di Enrico Di Giacomo – Fuck police. E’ una delle tante scritte su un muro che ho letto entrando stamattina nel fortino violato dei pusher di Santa Lucia sopra Contesse (o San Luis come impresso qualche parola più giù). Perché se è vero che l’operazione di polizia di oggi ha smantellato un’attività criminale tra le più floride degli ultimi anni, è anche vero che l’indagine conferma come la politica sia totalmente assente in molti quartieri della città dove ci si autogestisce, dove si comanda senza timore, dove chi amministra la cosa pubblica non è neanche preso in considerazione, anche perchè sempre assente, dove l’illegalità è totalmente tollerata. E chi li tocca.
Santa Lucia sopra Contesse è un groviglio di casa divise da alcune vie intitolate a Mauro Rostagno, Cesare Terranova, Mauro De Mauro, Lenin Mancuso, Giuseppe Fava, Mario Francese, Giangiacomo Ciaccio Montalto, Cosimo Cristina e cosi via. Un altare di corpi di eroi antimafia crivellati di colpi, con cui la politica ha ipocritamente voluto mettere la sua firma in un territorio dove però non esiste. Da quelle parti, in quell’altare di cartone, il dio scelto è un altro. Un atto di rivoluzione.
Sui muri campeggia in ogni dove soltanto il nome di Pablo Escobar, uno dei più noti trafficanti di cocaina e marijuana della storia. Un mito criminale di riferimento in un deserto sociale, forse anche una parola d’ordine per tracciarsi. Che fine ha fatto Dio? E lo Stato? A loro non importa più nulla. Non se lo chiedono più. Pablo. A loro interessa soltanto Pablo. Davanti a così tanto denaro facile, che gli importa dov’è finito Dio. Figuriamoci lo Stato. ‘Hanno pagato Pablo, Pablo è vivo. Hanno ammazzato Pablo, Pablo è vivo’, cantava De Gregori. E in quei vicoli anonimi, in quel girone dantesco, Pablo è più che vivo che mai.
Casette, baracche, stalle, capannoni, sopra elevazione. Tutte abusive. Anche la speranza. Ma Santa Lucia sopra Contesse è anche quella zona di Messina da sempre senza servizi, senz’acqua, senza luce. Quella scartata. Quartieri ghetto, bronx, set cinematografici per video su TikTok. E poi decine di telecamere, quelle invece non mancano mai. Il grande fratello di tanti figli orfani. Mille sguardi ma nessuno che arrossisce. ‘A munnizza’ li definisce la Messina dei signori. Ma Santa Lucia, o San Luis, alla fine dei conti, è la Messina che fa comodo a tutti. Lontano dai salotti e dalle vie del centro. La Messina utile una volta ogni 5 anni. La Messina che c’è in noi. I nostri demoni.