Comunicato stampa
La vicenda dell’Università Agraria di Civitavecchia ha del paradossale e oltre rendere evidente l’inadeguatezza e i gravi limiti della legge n.168 del 20 novembre 2017, pone in risalto come mediocri personaggi in cerca di autore, manovrati, a nostro avviso, da sapienti burattinai, possano, con impudenza snaturare gli scopi e modificare gli obiettivi di un ente che, per la funzione istituzionale conferitagli di gestore di beni collettivi, dovrebbe essere il fiore all’occhiello dell’intera collettività.
Lungo è l’elenco delle irregolarità riscontrate che hanno causato, nel tempo, le dimissioni di ben cinque consiglieri e la presentazione di esposti da parte di decine di soci e cittadini e, finanche, dell’intera Amministrazione Comunale.
Mancato rispetto delle normative in materia di funzionamento dell’U.A. con particolare riferimento a quelle che avrebbero garantito la collegialità e il controllo sulle decisioni assunte.
Malagestio contabile e depauperamento delle risorse economiche dell’ente tramite, tra l’altro, l’illegittimo utilizzo delle somme derivanti dalla vendita dei BTP in violazione dell’art 8/bis Legge Regione Lazio n 6/2005 ss.mm.ii.
Imposizione sul territorio d’inesistenti vincoli di uso civico che ha causato la presentazione di circa 1200 controversie presso il Commissario e una serie di sentenze che danno ragione ai cittadini ricorrenti, ma trovano la continua opposizione legale dell’UA, nonostante la ormai acclarata allodialità dei terreni in questione.
Lo scempio ambientale attuato nelle terre di competenza, in alcuni casi in assenza di autorizzazione, che hanno determinato l’intervento della Regione e la sollevazione dell’intera comunità cittadina.
Blocco delle iscrizioni e l’inaccettabile posticipo dell’indizione delle elezioni per il rinnovo del CdA, attualmente in regime di autoprorogatio.
Ed infine i reati di presunta rilevanza penale che hanno determinato prima l’arresto e, successivamente, l’interdizione del Presidente De Paolis.
Ma è indubbio si sia raggiunto l’inverosimile con la recente convocazione del consiglio di amministrazione che, oltre ad essere in autoprorogatio, essendo il presidente interdetto dal proprio ufficio giusta ordinanza del Tribunale del Riesame proc. N. 585/22, non ha più il numero legale minimo per poter essere considerato valido e continuare ad esercitare le proprie funzioni.
Nel rispetto dei criteri di legalità e trasparenza ci saremmo aspettati che, con uno scatto di dignità, i membri del CdA, rimettessero i propri incarichi.
Il non averlo fatto, unitamente al minuetto di firme posto in essere con un consigliere che viene nominato del tutto irregolarmente presidente da un CdA illegale in quanto composto da meno della metà dei membri previsti dalla legge e un vice-presidente che si dimette, entrambi indagati unitamente al De Paolis, oltre ad essere una violazione statutaria, è il massimo esempio di impudenza e di concezione proprietaria ed arrogante dell’ente. Per questo interverremo, in linea con quanto già fatto dalla Magistratura, su ogni ente sovraordinato chiedendo che si metta fine a questa vera e propria offesa del concetto di legalità, e si provveda alla nomina di un Commissario che porti, in tempi strettissimi, all’indizione delle elezioni, affinché l’università Agraria venga restituita alla collettività da cui è demandata a gestire i beni comuni.
E ci aspettiamo che il primo Cittadino faccia altrettanto.
14 aprile 2022
La Segretaria Nazionale
Simona Ricotti