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Venezia, il Riesame conferma il sequestro: “ragionevole” l’ipotesi che Brugnaro abbia trattato con l’imprenditore Ching per i Pili

Il tribunale ha confermato il sequestrato del materiale rinvenuto nelle perquisizioni della Gdf che indaga sul sindaco di Venezia, Brugnaro.

20/11/2024 16:05 / Politica

Che il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, e il costruttore Ching Chiat Kwong si fossero accordati (illecitamente) per la cessione dell’area dei Pili (di proprietà dello stesso Brugnaro) e per una conseguente variante urbanistica da parte del Comune al fine di renderla edificabile, nonostante l’interesse generale e la regolamentazione vigente, è “ragionevole”.

A dirlo, il Tribunale del riesame di Venezia, che ha rigettato il dissequestro del materiale trovato dalla Guardia di Finanza nelle perquisizioni ai due uomini di fiducia del sindaco di Venezia, il capo di gabinetto Morris Ceron e il vicecapo Derek Donadini, con lui indagati per corruzione.

Gli incontri Brugnaro-Ching e l’accordo

La vicenda riguarda l’area di 41 ettari a ridosso della laguna che Brugnaro possiede attraverso la società ‘Porta di Venezia e che avrebbe voluto cedere all’imprenditore asiatico, con cui si sarebbe incontrato numerose volte. Tra il 2016 e il 2017 sarebbero stati almeno una decina gli incontri tra Brugnaro e Ching per discutere dell’area. Il Riesame definisce “intrinsecamente attendibile” la ricostruzione dei fatti da parte dell’accusatore Claudio Vanin, l’imprenditore trevigiano della Global Sama.

Anche l’esposto presentato da Ching nel 2022 costituirebbe un riscontro all’esistenza della trattativa per la cessione dell’area per 150 milioni di euro, circostanza finora negata dagli indagati. Per il Riesame “è confermata la sussistenza del fumus”.

Secondo la Procura dai documenti emergerebbe l’intenzione comunale sul cambio di destinazione da verde a commerciale e residenziale, con l’impegno da parte di Ching di edificarvi un palasport per la Reyer – la società di basket di Brugnaro – scontandone il prezzo dal costo dei terreni. Su questo, nota il Riesame, vi sarebbero anche alcune mail con Donadini e Ceron, i quali avrebbero garantito alla controparte di adottare le variazioni necessarie per l’approvazione finale del progetto, attraverso l’escamotage di far dichiarare di interesse pubblico il palazzetto dello sport.

Agli atti anche due bozze contrattuali di vendita, con una clausola risolutiva nel caso in cui il Comune non avesse approvato la variante necessaria. L’inchiesta è vicina alla conclusione, e tra qualche settimana la Procura dovrebbe depositare gli atti e decidere se chiedere il processo per tutti gli oltre 30 indagati. A partire da Brugnaro.

di Andrea Sparaciari

fonte:https://www.lanotiziagiornale.it/venezia-il-riesame-conferma-il-sequestro-ragionevole-lipotesi-che-brugnaro-abbia-trattato-con-limprenditore-ching-per-i-pili/