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Voleva uccidere pm anti-camorra: preso capozona del clan dei Casalesi [era agli arresti domiciliari a Gaeta]

Il Mattino, Martedì 28 Febbraio 2017

Voleva uccidere pm anti-camorra: preso capozona del clan dei Casalesi

Avrebbe messo a punto un piano per uccidere il pm della Dda Cesare Sirignano. Era l’obiettivo di Nicola Russo, 34 anni, capozona del clan Bidognetti, arrestato oggi a Gaeta dalla squadra mobile della Questura di Caserta insieme con altre otto persone. Ritenuto esponente del clan dei Casalesi, Russo avrebbe gestio per conto dell’organizzazione gli affari illeciti nel comune di Castel Volturno. L’intenzione di compiere l’attentato nei confronti del magistrato anti-clan emerge da un’intercettazione ambientale captata durante le indagini in cui Russo farebbe un chiaro riferimento al pm che allora indagava proprio sugli affari del clan sul litorale tra Castel Volturno e Mondragone; tra l’altro la Mobile ha sequestrato a Russo anche una mitraglietta.

Il pm Sirignano era già stato minacciato in passato dal capo dell’ala stragista dei Casalesi Giuseppe Setola, che per anni ha controllato per conto del boss Francesco Bidognetti proprio la zona di Castel Volturno, dove nel 2008 si rese responsabile di numerosi omicidi, in particolare della strage dei ghanesi. La minaccia fu fatta il 19 marzo 2014 durante un processo in corso al tribunale di Napoli in cui Setola era imputato: «oggi è la festa del papà: auguri dottore Sirignano» disse il killer. In un’altra circostanza il pm, mentre stava andando con l’auto blindata verso Roma, fu seguito in autostrada per parecchi chilometri da un’altra vettura.

Nicola Russo, ritenuto a capo del gruppo, catturato a Gaeta dove stava scontando i domiciliari. Altre quattro persone collegate al clan sono state poste ai domiciliari. Tra le accuse mosse a Russo, quella di aver imposto a titolo di estorsione il servizio di guardiania ai proprietari delle numerose ville della località Destra Volturno, zona degradata del comune domizio, in provincia di Caserta. Chi si rifiutava di pagare subiva il danneggiamento delle proprie abitazioni o dei furti. L’indagine ha permesso di accertare anche la commissione da parte di alcuni degli indagati di diverse rapine e la pianificazione di un raid nei confronti di un supermercato di Mondragone.